Dedalus: la tuta che rende possibile il sogno di volare

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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Uno dei limiti più evidenti dell’uomo è da sempre stato l’impossibilità di volare. Per ragioni proprio strutturali. Nello stesso tempo, come ogni incapacità che si rispetti, cercare di superare quest’ostacolo è diventata una specie di mania. Forse spinti dal desiderio di avere qualcosa che non si può avere, come le ali, o di fare qualcosa che non si riesce a fare, dalla notte dei tempi c’è stato chi ha sperimentato ogni modo, più o meno mitologico, per battere questa barriera. Dopo millenni da Icaro, arriva chi, grazie alle tecnologie, regala il sogno di librarsi nel cielo con le proprie forze! Presentata lo scorso anno dall’eccentrico ingegnere londinese Richard Browning e dalla sua azienda, la Gravity Industries, Dedalus, la tuta volante, è ora in vendita presso i grandi magazzini Selfridges di Londra al “modico” prezzo di circa 348 mila euro. Irraggiungibile per la maggior parte di noi, ma anche i computer e le automobili alle loro prime uscite avevano prezzi poco accessibili. Quindi c’è da essere ottimisti!

Novelli Icaro: “Non vogliamo più il mezzo per muoverci ma vogliamo diventare noi il mezzo stesso”

Non stiamo parlando di wingsuit flying, lo sport estremo, estremissimo, che prevede il lancio nell’aria indossando solo delle tute alari, come fossimo dei pipistrelli. Ma stiamo raccontando la creazione del meccanismo che piò avvicinare davvero l’uomo agli uccelli. Stavolta Dedalo c’è riuscito, grazie alla tecnologia che mette a disposizione risorse decisamente più all’avanguardia rispetto a cera e piume. Non rischiando più di sciogliersi al sole. Richard Browning ha realizzato una tuta alla Ironman che rappresenterà probabilmente la prossima frontiera nel volo umano. Un esoscheletro leggero, agganciato a sei turbine alimentate a gas, attaccate sulle braccia e sulla schiena che permettono il decollo e il volo verticale. Una sorta di elicottero personale che usa il corpo umano per alzarsi in volo fino a 5 metri da terra e a una velocità di circa 50 chilometri orari. Il desiderio non è più quello di salire su un mezzo fatto di lamina e motori come passeggeri, ma diventare noi stessi il mezzo!

Effetto Dedalus, la tuta che ci consentirà di volare.
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Raggiungere il mare… volando! Che vacanze speciali

Una notizia come questa, letta in un caldo pomeriggio d’estate, ti fa pensare a come sarebbe comodo se si potesse aprire l’armadio e indossare la tuta e volare verso il mare evitando di affrontare la calura della macchina e il nervosismo del traffico. L’estate è il momento delle vacanze. Agosto è tempo di interminabili file per raggiungere gli ambìti luoghi delle ferie. Autostrade contrassegnate da bollini rossi, panico da file interminabili, smania d’arrivare in spiaggia e buttarsi in acqua. La pausa estiva è sacrosanta ma tutti noi dobbiamo fare i conti con lo stress degli spostamenti che in determinati periodi si congestionano in modo esagerato. E se potessimo volare? No, non è una delle classiche battute che si sentono dire, del tipo «Come arrivo fin lì, volando?». Perché ora non sarebbe più un paradosso ma potrebbe essere un reale suggerimento. Ebbene sì. Ora più che mai sembra essere vicina la realizzazione del sogno primordiale dell’uomo, quello di volare.

“Aumentiamo il corpo e la mente con una suite di tecnologie in attesa di brevetto per consentire un volo umano senza precedenti”

Ecco la promessa di Gravity Industries. La tecnologia che aiuta a realizzare i desideri. La rivoluzione tecnologica ci spinge sempre più in là. Oltre ogni immaginario possibile. Dalle automobili volanti alla progettazione dei primi viaggi nello spazio, il progresso corre in modo vertiginoso. Leggi anche: “Allacciatevi le cinture”: i primi viaggi nello spazio di Virgin partiranno dalla Puglia. Qualche decennio fa, l’obiettivo era arrivare sulla Luna. Scopo che siamo riusciti ad ottenere. Una palla messa lì. Fissa in cielo, ammirata nella sua irraggiungibilità. E poi una bandiera fissata sul suo terreno come prova della possibilità dell’uomo di arrivare quasi dove vuole. Una costruzione ideologica, o forse no, ma comunque una storia costruita ad hoc per incoraggiare la conoscenza umana oltre i limiti. Un atto forse di sfrenato ottimismo. Un incoraggiamento probabilmente, o semplicemente la prova che la scienza e la tecnologia possono farci conquistare capacità prima solo sognate. Come il desiderio di possedere ali per volare. Un capriccio, una sfida, forse anche la voglia di abbattere le barriere connaturate alla nostra stessa natura di uomini. Probabilmente fra qualche estate il modo più comodo e veloce di raggiungere le mete delle vacanze sarà quello di volare e non più solo metaforicamente. Il sogno di Icaro, che poi era la necessità di evadere da una prigione, rischia di diventare realtà. E stavolta il pericolo non è più che si possano sciogliere le ali sotto il calore del sole, ma che finisca il carburante.   di Valentina Cuppone

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Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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