venerdì, 17 Gennaio 2025
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CoViD in Europa: in Gran Bretagna solo gli anziani in quarantena

Dopo che l’Italia è stata la prima nazione europea ad essere interessata dalla piaga del SARS-CoV-2, comunemente chiamato coronavirus, altri stati nella UE stanno prendendo dei provvedimenti sull’esempio italiano per prevenire il contagio e proteggere la loro economia dall’effetto domino che ha investito la salute e conseguentemente l’apparato sanitario, produttivo e quindi economico. Attualmente la linea comune che sembra prendere piede anche oltreoceano negli USA, è quella di ricorrere a delle quarantene forzate, imprimendo una chiusura alla maggior parte delle attività commerciali che si occupano della vendita di beni e servizi non essenziali. Il fine ovviamente è quello di limitare il più possibile i rapporti sociali, gli assembramenti e le possibilità di trasmettere il virus da persona a persona.

Le scelte degli Stati del vecchio continente

La Spagna e l’Austria hanno seguito l’esempio italiano. In particolar modo il paese iberico è molto colpito e attualmente risulta il paese con più contagi in Europa dopo l’Italia. Anche molti dei Land tedeschi stanno optando per misure analoghe. La Francia ha seguito l’esempio dell’Italia ma ha scelto di tenere ugualmente le elezioni amministrative previste per il 15 marzo. Oltremanica le cose sembrano andare diversamente, la Gran Bretagna guidata dal primo ministro Boris Johnson, dopo la Brexit ha deciso di adottare una linea differente dagli altri stati europei anche nella gestione di quella che è stata ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una pandemia. L’inquilino del numero 10 di Downing Street ha affidato le considerazioni sull’emergenza ad un comitato scientifico guidato da Sir Patrick Vallance che ha suggerito di perseguire la cosiddetta “immunità di gregge”. Leggi anche: L’economia italiana è al collasso: tutto quello che possiamo fare per aiutarci

L’immunità di gregge, fantasia o possibile realtà?

Si tratta di una caratteristica che normalmente viene attuata con la vaccinazione. Dal momento che attualmente non esistono ancora vaccini efficaci sufficientemente testati per il coronavirus, l’idea di Vallance è quella di far ammalare il 60% della popolazione inglese cercando di mettere al riparo, per diversi mesi, soltanto gli ultrasessantacinquenni perché a parere del consulente scientifico del governo britannico è l’unica fascia della popolazione che corre dei rischi. In un video pubblicato da Giorgia Meloni nella giornata del 15 marzo, la leader di FdI, tra le altre cose, attacca la scelta del governo britannico facendo balenare il sospetto che la sanità anglosassone, che non ha la tradizione di welfare come quella italiana, voglia cercare di curare solo alcune fasce della popolazione perché rappresentano una fetta consistente dei consumatori e quindi, a detta della Meloni, si cerca di proteggere solo chi può sostenere i consumi.

I pareri dei virologi, un coro di dissensi

A parte i pareri dei politici che anche se in modo meno diretto son differenti da quello del governo britannico, in Italia dobbiamo registrare dei parevoli autorevoli e competenti come quelli dei virologi Galli, Burioni e Mantovani. In Particolare il professor Massimiliano Galli, direttore del reparto delle malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, intervistato dal Giornale e da Petrolio, ha spiegato il funzionamento scientifico dell’immunità di gregge. Il sistema immunitario umano, tipicamente contro i virus riesce a mantenere memoria della battaglia che ha combattuto e dopo aver sconfitto un nemico, la prima volta, riesce a farlo anche altre volte. Leggi anche: Coronavirus, il dramma dei 40mila senzatetto che a casa non possono restare

Una volta sconfitto, si è immuni da virus?

Come ha però già da tempo precisato il professor Roberto Burioni, su Medicalfacts, al momento non sappiamo se questo virus una volta sconfitto conferisce un’immunità. Esistono malattie come ad esempio il morbillo, che una volta prese comportano una immunità permanente ma la cosa non vale per tutti i ceppi virali e in particolare, ne sappiamo molto poco sul SARS-CoV-2 per poter dire con certezza che non ci si possa ammalare più di una volta. Esistono vari tipi di virus, alcune malattie possono portare ad una immunità una volta prese, altre invece possono essere prese in forma più lieve e altre anche in forma più grave.

L’unica arma si chiama vaccino

A titolo di esempio possiamo pensare alla varicella il cui virus è lo stesso che provoca l’herpes zoster, malattia di cui ci si può ammalare più volte nella vita, soprattutto in situazioni di immunodepressione. Le reazioni più dure si sono registrate da parte del direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza che ha bollato l’idea di Vallance come “una cosa assurda e ridicola”. Il professor Galli ha dichiarato che prima che si acquisisca una immunità:

È possibile che ci vogliano generazioni.

Ancora possiamo citare a supporto il morbillo che ha impiegato generazioni per diventare una malattia dell’infanzia. Secondo molti pareri autorevoli quindi, se questa fosse la scelta fatta dal governo Johnson sarebbe una scelta sconsiderata perché in attesa di un vaccino, la sola arma che abbiamo è la quarantena. Leggi anche: Coronavirus, il dramma dei 40mila senzatetto che a casa non possono restare di Domenico Di Sarno

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