Elezioni politiche: chi voteranno i giovani? La generazione Z è chiamata a svolgere un compito arduo, a tratti quasi impossibile, votare il 25 settembre per il Senato e per la Camera.
Per alcuni sarà la prima volta davanti ad un seggio elettorale, per altri invece sarà l’ennesimo tentativo di ripristinare la necessità di vedere i politici rappresentare veramente i bisogni degli elettori.
In questo scenario comico-illusivo, fatto di capi partito che sbarcano improvvisamente su Tik tok e personaggi che se la prendono con le realtà animate dei cartoni, quello che abbonda è un enorme problema di rappresentanza ammaccato da scarso interesse, da caos politico e da propaganda elettorale colorata da intenzioni microscopiche quasi invisibili, impercettibili dal cervello giovanile.
Elezioni politiche: a chi andrà il voto dei giovani
Il prossimo 25 settembre alle urne saranno previsti circa 3,8 milioni di giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il numero di ragazzi che si presenteranno ai seggi fa ben sperare visto che ormai la politica è pensata e costruita dai vecchi e destinata sempre ai vecchi.
A questo giro di elezioni, la nuova riforma elettorale prevede il taglio di 345 persone tra deputati e senatori, questo potrebbe incentivare la presenza degli under 35 al banchetto delle urne.
Previsioni troppo ottimistiche dal momento che, secondo i sondaggi dell’Istituto Piepoli, risulta che “di quei 3,8 milioni di quei nuovi giovani elettori voteranno circa la metà, quindi si parla di circa 2 milioni di voti, troppo pochi per incidere sensibilmente sugli scenari politici. Sicuramente però la composizione della Camera assomiglierà di più a quella del Senato e quindi il ciclo di vita dei provvedimenti potrà essere più lineare”.
Il sociologo dei media e dei movimenti politici dell’Università di Torino, Christopher Cepernich ha affermato in merito:
L’unica vera sorpresa potrà essere rappresentata da chi voteranno i giovani dopo la deflagrazione dei 5 Stelle, tenendo conto che il voto dei 18-35enni alle ultime elezioni 2018 si era concentrato proprio su quel partito, assestandosi allora intorno al 30 per cento, e poi a ruota sul Pd.
I giovani saranno i grandi assenti di queste elezioni politiche?
I giovani non sanno più che politici prendere. In ogni modo possibile hanno chiesto di essere ascoltati e considerati, ma niente, il carroccio punta sempre da tutt’altra parte.
La generazione Z, confusa, abbandonata e destinata ad accontentarsi di una classe politica interessata ai soli pensionati, non andrà a votare.
La maggior parte lamenta programmi politici inesistenti e deboli, i cui punti non fanno altro che nuocere e allontanare i giovani.
Il linguaggio utilizzato dai futuri Premier allenta, di giorno in giorno, le speranze dei ragazzi che desiderano solo comprensione.
Tecnicamente possiamo asserire che i grandi assenti di queste elezioni politiche non saranno tanto i giovani, quanto alcuni temi, esiliati silenziosamente dai programmi politici come: il DDL Zan, il salario minimo, la legalizzazione, la disparità sociale, le misure contro il cambiamento climatico e i fondi per migliorare l’istruzione scolastica.
Per la generazione Z, la politica inizia il primo settembre e finisce il 25 con le elezioni politiche, e come dargli torto?
Cosa vogliono davvero i giovani
I ragazzi chiedono ai partiti politici di essere inclusi nei loro programmi. Il sentiment degli under 30 è di grande attenzione e interesse verso la politica, ma si registra una corposa difficoltà nel comprendere il linguaggio utilizzato durante le campagne elettorali.
Bianca Arrighini, 24 anni, Ceo e co-founder di Factanza ha dichiarato:
I giovani che ci seguono sono molto interessati alla politica ma fanno molta fatica a reperire le informazioni che la stampa tradizionale e i dibattiti televisivi danno troppo per scontate. Di contro, sono piuttosto disillusi dalla politica perché non si sentono considerati dai partiti e dai loro programmi.
I giovani vogliono percorrere la stessa strada della politica e migliorare con essa il dialogo per poter comprendere il programma di ogni partito e trovare il senso in una società sempre più in pensione.
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