Il presidente Biden, parlando ieri ad un evento per la raccolta di finanziamenti elettorali per i candidati democratici alle elezioni midterm, ha detto che il rischio dell’utilizzo di armi atomiche esiste, oltre a sottolineare la difficoltà nel trovare una via d’uscita con il rivale Putin.
Finora la casa Bianca aveva mantenuto una linea di prudenza. Seppur non escludendo che Putin potesse ricorrere al nucleare, pubblicamente aveva sempre comunicato non vi fossero segnali di allarme. Ora però con il discorso di Biden qualcosa è cambiato, forse perché l’emergenza sta divenendo più urgente visto l’andamento della guerra.
Il discorso di Biden sulla politica estera
Biden ieri sera, giovedì 6 ottobre, era a New York a casa di James Murdoch, figlio dell’editore del Wall Street Journal Rupert, per una raccolta fondi. Ha iniziato a parlare alle sette e 33 minuti, prima di temi interni per poi passare alla politica estera. Ecco le parole da lui pronunciate, riportate da Repubblica e altri quotidiani nazionali:
Per la prima volta dalla crisi dei missili cubani, abbiamo la minaccia di un’arma nucleare, se in effetti le cose continuano lungo la strada su cui stanno andando.
Stiamo cercando di capire: qual è l’off ramp di Putin? Dove trova una via d’uscita, in cui non solo non perde la faccia, ma anche una parte significativa del suo potere?
Abbiamo a che fare con un tizio che conosco decisamente bene. Non sta scherzando, quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche, biologiche o chimiche, perché il suo esercito, come dire, sta offrendo una prestazione significativamente più bassa delle attese.
Non credo che esista la capacità di impiegare facilmente un’arma nucleare tattica e non finire con l’Armageddon.
Dopo Biden, l’intervento di Blinken sulla soluzione diplomatica
Dopo Biden ha parlato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, il quale ha evocato la necessità di una “soluzione diplomatica”, a cui gli Usa sarebbero pronti.
Il segretario di Stato sosterrebbe comunque che da parte degli Usa sia sempre aperta la porta del dialogo e che la “soluzione diplomatica” potrà esserci a patto che da parte del presidente russo vi sia una ferma volontà di porre fine al conflitto in Ucraina. Ecco cosa ha detto:
Quando la Russia dimostrerà di voler seriamente intraprendere questo percorso, noi ci saremo. Ma, al momento, i segnali vanno in un’altra direzione.
Questa tiepida apertura deve però fare i conti con la linea ferma tenuta dal governo ucraino e supportata dall’Unione europea, che continua a sostenere e inviare armi a Kiev. Solo giovedì il Parlamento europeo ha firmato una risoluzione in cui si invitano gli Stati membri a proseguire nell’invio massiccio di armamenti all’esercito di Zelensky.
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