Rita Calore, madre di Stefano Cucchi, ucciso in carcere durante la custodia cautelare il 22 ottobre 2009, è morta a 73 anni. La donna da tempo combatteva contro il cancro. A darne notizia è il legale della famiglia, Fabio Anselmo, tramite un post su Facebook:
Non ce l’ha fatta. Questa mattina Rita Calore si è arresa per andare a riabbracciare Stefano. Il figlio mai perduto.
Lo scrivo con tanta emozione e mi stringo a Giovanni e Ilaria. Non mi viene altro da dire a questa grande famiglia.
Rita Calore e la giustizia per il figlio Stefano
Rita Calore ha fatto in tempo a vedere la sentenza della Cassazione il 4 aprile 2022 che condanna a dodici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale i carabinieri, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i quali hanno partecipato al pestaggio rivelatosi poi fatale per il figlio Stefano. Ecco come la madre di Stefano in quell’occasione ha commentato il verdetto del giudice:
Finalmente è arrivata giustizia dopo tanti anni almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causando la morte.
In passato durante i processi Rita Calore ha ricordato il percorso di suo figlio, smentendo alcune falsità dette sul suo conto:
Stefano aveva dei problemi ed entrando in comunità per 4 anni, ne era uscito, lavorava col padre dalla mattina alla sera e si stava ricostruendo una vita. Era tornato quello che era sempre stato da piccolo, stava benissimo. Aveva una vita davanti.
Da anni non soffriva di epilessia. Mangiava di tutto, era goloso, non era anoressico, sieriopositivo, tutte cose inventate e inaccettabili. Non poteva ingrassare perché faceva pugilato. La sera del suo arresto stava a cena da noi, dopo essere stato in palestra.
Il riconoscimento di Stefano all’obitorio
In modo totalmente opposto invece ha descritto il momento in cui all’obitorio ha riconosciuto suo figlio:
Quando vedemmo il suo cadavere all’istituto di Medicina legale, io che lo avevo partorito per una frazione di secondo ho fatto fatica a riconoscere mio figlio.
Era dentro una teca di vetro, con una marea di poliziotti intorno, coperto solo da un lenzuolo fino al collo. Solo dopo abbiamo scoperto il resto del corpo, con le fratture dietro la schiena.
Era uno scheletro con gli occhi mezzi aperti, la bocca aperta. Quello non era Stefano. C’era un poliziotto che girava intorno a quella teca scuotendo la testa come a dire ‘non è possibile’.
Davanti a quel corpo abbiamo giurato che verità e giustizia sarebbero uscite fuori, l’avremmo fatto per lui.
Se noi avessimo raccontato come avevamo visto Stefano nessuno ci avrebbe creduto, e dopo qualche giorno decidemmo di mostrare le foto del cadavere, anche se all’inizio io non ero d’accordo.
La malattia di Rita Calore
Rita Calore si è spenta a 73 anni, e da tre anni era malata di cancro. A metà settembre, nel periodo della campagna elettorale della figlia Ilaria, le sue condizioni si sono aggravate ed era stata ricoverata d’urgenza in ospedale.
La donna in diverse interviste ha dichiarato che il dolore provato per la perdita del figlio, e la sofferenza che l’ha accompagnata durante il lungo processo per portare giustizia a Stefano, l’avrebbero devastata. Come lei stessa ha raccontato nel 2020:
Questa storia ci ha distrutto fisicamente ed economicamente, abbiamo passato momenti terribili, abbiamo chiesto prestiti in banca per far fronte alle spese del processo.
Il lavoro ne ha risentito, lo studio, dove lavorava anche mia figlia Ilaria, è andato sempre peggio, alcuni nostri dipendenti sono andati via.
Per dieci anni non ho mancato un’udienza, poi mi sono ammalata prima io, poi mio marito.
Il marito invece, Giovanni Cucchi, padre di Stefano e Ilaria, è affetto dal morbo di Parkinson.
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