Dublino, Lisbona, Stoccolma, ma anche Parigi, Londra e Madrid: la lotta in favore del risparmio energetico nell’anno nero per gli approvvigionamenti si fa strada anche tra gli addobbi natalizi di città, piazze e vie.
Luci e decorazioni centellinate
Festeggiamenti sì, ma con un occhio alla crisi energetica: i governi decidono di limitare le ore di accensione delle luminarie per rispetto alla situazione geopolitica ma anche del portafoglio statale e pubblico.
Da Lisbona a Londra, passando per Helsinki la minaccia di blackout e razionamenti elettrici ha indotto a rivedere l’accensione delle luci decorative nelle piazze e nelle strade principali: una misura in linea con l’invito ad abbassare i riscaldamenti e a fare docce più brevi per abituare i cittadini al risparmio energetico.
A Strasburgo il più famoso mercatino di Natale europeo ha ridotto notevolmente le lucine che illumineranno gli oltre 2 milioni di persone attese, in linea con il proposito del comune di tagliare la spesa energetica pubblica dell’almeno 10% rispetto l’anno scorso.
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Risparmio energetico natalizio: le misure oltralpe…
Luci spente anche sui celebri Champs-Élysées: la mairie della città ha infatti stabilito di spegnere le decorazioni alle 23.45 invece delle 2 di notte, a parte nelle serata di Natale e Capodanno, con un risparmio energetico del 44% rispetto ai precedenti periodi festivi. E non finisce qui: saranno smantellate con una settimana di anticipo, il 2 gennaio invece che dopo l’Epifania. Anche la Tour Eiffel saluta ora i visitatori un quarto a mezzanotte invece che all’una, in ottemperanza alla riduzione dei consumi parigini che ha già portato ad abbassare i termostati delle piscine comunali, delle palestre e degli uffici pubblici e allo spegnimento anticipato dell’illuminazione notturna.
A Londra, Oxfor Street, famoso distretto dei negozi e dello shopping sfrenato, si ammanta di luminarie dalle tre del pomeriggio alle undici di sera, ma con un grande cambiamento: le lucine sono al LED, molto più economiche di quelle alogene.
E sul Danubio, in Ungheria, più precisamente a Budapest, non brillerà nessuna luce: lo ha deciso il governo locale, che ha spento i quasi 2 km di luminarie del viale Andrassy, per risparmiare fino all’ultimo lumicino di energia. Ci penseranno i mercatini, regolarmente aperti, a dare quel tocco di magia che a Natale serve per rinfrancare l’anima.
A Vigo, in Spagna, come in Inghilterra, è il LED a fare da padrone: 11 milioni di luci rivestiranno oltre 400 vie cittadine, in barba a chi detesta le decorazioni, ma soprattutto per non dimenticare che il Natale è la festa più gioiosa che ci sia e come tale va celebrata al meglio, sempre puntando sul risparmio energetico.
…e in Italia
A Verona si è inaugurato lo scorso weekend il classico mercatino di Natale, con tanto di vin brulé e attrazioni a tema, ma la città è ancora spoglia, aspettando che i funzionari decidano su come e quanto illuminare il periodo festivo mentre è in corso una crisi energetica delle ormai note dimensioni attuali.
A Borno, in Lombardia, i ciclisti della val Camonica pedaleranno per fornire energia elettrica all’illuminazione decorativa: grazie ai loro sforzi sarà infatti possibile caricare le batterie che alimenteranno l’albero del paese con l’energia cinetica. Tutti possono contribuire: basta salire in sella alla bicicletta collegata al sistema, e più forte si pedala più l’albero risplenderà nella notte.
Le critiche: niente luci, niente acquisti
Il messaggio che accompagna queste scelte virtuose è quello del risparmio energetico e di solidarietà ai cittadini subissati da conti salatissimi da pagare e che devono fare i conti con l’inflazione galoppante, salvaguardando le casse pubbliche.
Ma non mancano le polemiche, specie da parte dei commercianti: secondo i rivenditori, infatti, le luci natalizie invogliano le persone a muoversi e fare acquisti, vivacizzando l’economia e i mercati finanziari, soprattutto dopo due anni di pandemia, che ha inevitabilmente compromesso gli acquisti, facendo tirare i cordoni della borsa a molti risparmiatori.
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