Claudio Campiti ha ucciso tre persone e ferito quattro a Fidene, a nord della Capitale. La sparatoria è avvenuta nel gazebo di fronte al bar ‘Il posto giusto’, dove si stava tenendo una riunione di condominio.
A perdere la vita sono state tre donne: la 55enne Elisabetta Silenzi, la 71enne Sabina Sperandio, e Nicoletta Golisano, 50enne amica del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
L’uomo ha subito un grave lutto nel passato e sul suo blog esprimeva attacchi e critiche contro il Consorzio di Valleverde, condominio di Fidene presso cui viveva e con cui erano in corso reciproche denunce. Precisamente si tratta del consorzio sul lago del Turano nella campagna reatina dove, tra villette della piccola borghesia romana, si trova lo scheletro in cemento armato della sua abitazione che è rimasta a metà.
Claudio Campiti è stato arrestato con l’accusa di triplice omicidio premeditato, in quanto si è presentato sul luogo già con una pistola, sottratta presso un poligono di tiro, 170 proiettili, un secondo caricatore, il passaporto e abbastanza soldi per una fuga.
Claudio Campiti: la perdita del figlio e la guerra con il condominio
Claudio Campiti, ribattezzato il killer del condominio, ha 57 anni ed è un ex commerciate originario di Ladispoli. Secondo quanto riferito dai testimoni della tragedia l’uomo vive senza acqua e senza luce.
Inoltre la perdita di suo figlio Romano, di appena 14 anni, avrebbe influito fortemente e negativamente sulla sua vita e sulla sua salute mentale. Il ragazzo è deceduto a causa di un incidente in slittino mentre scendeva su una pista delle Dolomiti nel 2012, per cui sono stati condannati un maestro di sci e due responsabili del centro. Per il maestro Alessio Talamini, il direttore del centro sciistico di Sesto-Croda Mark Winkler e l’addetto alla sicurezza Rudolf Egarter, è stata confermata la condanna in appello nel 2017 a un anno e tre mesi.
Da allora ha iniziato a riversare la sua frustrazione personale su tutto ciò che attorno a lui vedeva non funzionare, dagli eventi più prossimi a lui fino a Ronaldo, che a suo dire guadagna troppo. Rabbia e delirio che nascondevano una sofferenza profonda, forse mai metabolizzata.
Secondo quanto riferito da Ansa Campiti sui social riportava simboli nazifascisti, soldatini con fattezze di Hitler e Mussolini, oltre a criticare il condominio nel quale viveva, e nei cui confronti aveva avviato una vera e propria guerra. Scriveva in un post:
Benvenuti all’inferno, qui con il codice penale lo Stato ci va al cesso, denunciare è tempo perso, so’ tutti ladri.
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