Non riesce a darsi pace il papà di Ryan, il bimbo aggredito lo scorso 19 dicembre dal compagno della nonna a Ventimiglia. Il piccolo, 6 anni, si trova adesso all’ospedale Gaslini di Genova, dove è ricoverato e da dove, per fortuna, arrivano notizie positive: la legale dei genitori Maria Gioffrè ha infatti spiegato che, seppur in prognosi riservata, Ryan sta meglio.
L’orco di 70 anni, il compagno della nonna appunto, ha ammesso di aver picchiato il bambino ed è indagato per lesioni gravissime, reato contestato in concorso anche alla donna, 67 anni, madre del papà di Ryan. La vicenda, in verità, è ancora in fase di ricostruzione: rimane da capire, ad esempio, il perché di tanta violenza su un bambino, anche se, secondo una prima ipotesi degli inquirenti, l’uomo avrebbe reagito così perché infastidito dal piccolo mentre era impegnato nel sistemare dei mobili.
Il papà del bimbo aggredito: “Tradito da chi mi ha messo al mondo”
Nonostante le sue condizioni siano migliorate, il bimbo aggredito ha riportato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e la frattura di una costola che gli ha perforato un polmone. Un bilancio terribile, specie per Ryan, che aveva solo 6 anni. E lo sa bene il padre, che oggi non smette di tormentarsi e di puntare il dito contro la madre, la donna che, di fatto, l’ha tradito coprendo l’aggressore del figlio. L’uomo ha detto di fronte alle telecamere:
Non riesco a darmi pace, non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Essere tradito da chi ti ha messo al mondo è il tradimento più brutto, soprattutto perché allo stesso tempo ha tradito mio figlio.
Non riesco neanche a descrivere lo schifo che mi fa in questo momento, ha coperto l’orco che aveva in casa. Mi si gela il cuore solo al pensiero di quello che ha sofferto mio figlio quella mattina.
Anche la mamma del bimbo aggredito di 6 anni è ancora incredula: “Ho sperato fino all’ultimo di sbagliare – ha detto ai giornalisti – ho sperato che l’ultimo ricordo di Ryan non fosse così tragico…Ho sempre detto che se Ryan dice ‘non mi ricordo’ è perché non vuole dirtelo”. Il che lascia presupporre che la nonna e il compagno, dopo la terribile aggressione, avessero chiesto al bambino di non raccontare nulla di quanto accaduto.
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Bimbo aggredito, ora le indagini della Procura si concentrano sul ruolo della nonna nella vicenda
Adesso le indagini degli inquirenti si concentrano sul ruolo nella vicenda della nonna di Ryan, prima ascoltata come testimone, poi accusata dalla Procura in concorso col compagno. Gli investigatori tentano di capire se la donna abbia assistito o partecipato al pestaggio e se, nell’appoggiare la versione (falsa) fornita all’inizio dall’uomo (ovvero che la mattina del 19 dicembre Ryan era stato vittima di un incidente d’auto), la nonna gli abbia creduto davvero o abbia tentato di coprirlo.
Insomma, rimangono molti i punti oscuri, con la donna che, da parte sua, ha sempre negato qualsiasi tipo di coinvolgimento e si è affidata a legali diversi da quelli che prima condivideva con il compagno. Adesso le autorità tentano di comprendere se l’orco abbia maltrattato altre volte in passato il piccolo: non si esclude alcuna ipotesi, neanche quella di molestie sessuali, quest’ultima però fermamente smentita dai genitori di Ryan e più volte da altre persone vicine alla famiglia. Gli inquirenti sperano di poter interrogare presto la piccola vittima, ovviamente in modalità protetta e alla presenza di uno psicologo.
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