A nove anni dall’arresto di Massimo Bossetti per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio, Marita Comi, oggi 44enne, continua a credere nell’innocenza del marito. L’uomo, attualmente recluso nel carcere di Bollate (in provincia di Milano), sconta qui l’ergastolo. All’epoca dell’arresto, la donna aveva assicurato che avrebbe lasciato il marito semmai avesse dubitato della sua innocenza.
E oggi, che si trova da sola a crescere i tre figli avuti con Bossetti (di 21, 18 e 16 anni), Marita Comi continua ad avere un unico sogno: quello di una vita normale. A parlare dello stato d’animo della donna è stato il fratello Agostino, che da nove anni non smette di starle accanto: ecco cosa ha detto in un’intervista per Il Giorno.
Il fratello di Marita Comi: “Mia sorella vorrebbe tornare a una vita normale”
Il desiderio di una vita normale non è più alla portata di Marita Comi. Dopo il caos che ha travolto la sua famiglia, tornare a ciò che era prima è semplicemente impossibile. “Marita cerca di tirare avanti, la vita continua – ha spiegato il fratello della donna – ma sa che, dopo nove anni, la sua esistenza non tornerà più normale, quel fatto ha cambiato tutto”.
“Dopo anni mia sorella vorrebbe tornare a una vita normale – ha aggiunto l’uomo a Il Giorno – anche se normale non tornerà più e lei lo sa. I figli sono cresciuti e seguono la loro strada”. Marita Comi, che prima dei fatti gestiva le fatture da muratore del marito, oggi continua a lavorare nella ditta di pulizie dove aveva trovato posto anni fa.
La lettera di Massimo Bossetti dal carcere: “Sono innocente e nessuno cerca la verità”
Le lunghe e complesse indagini degli inquirenti avevano portato alla condanna in ultimo grado per l’omicidio di Yara Gambirasio di Massimo Bossetti, che però si è sempre dichiarato innocente. Posizione, questa, ribadita pure in una lettera scritta di suo pugno dal carcere di Bollate. Nella missiva dello scorso giugno, il muratore di Mapello aveva puntato il dito contro chi avrebbe dovuto occuparsi della corretta conservazione dei reperti, fondamentali per chiarire il suo coinvolgimento nell’omicidio della 13enne di Brembate. Nel lungo sfogo di Bossetti si leggeva:
Chi doveva garantire l’efficacia, l’integrità e l’idoneità di tutti i reperti? Bossetti o qualcun altro? Sarebbe, ben più utile che ora tutti si facessero una minima riflessione di come si continui nel volermi additare ed evidenziare attraverso i media, per un reato terribile, atroce e vergognoso che non ho commesso!
Spesso mi domando qual è o quale sia il limite della sopportazione per un cuore già fin troppo stremato dalle durissime faticose, tortuose battaglie, quando fin dall’inizio era così semplice nell’evitarmi tutto. ecco la verità dove si nasconde… Dove non la si vuole cercare!
La mia rabbia si cela dietro ad una verità insabbiata, da anni deteriorata!!! Grazie a coloro che mi hanno rovinato la vita e verso chi ad oggi ha concesso tutto questo assurdo, vergognoso scandalo.
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