Massimo Giletti non riesce a capacitarsi della chiusura di Non è l’Arena. E anche ai telespettatori la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. La7 aveva fatto sapere attraverso un comunicato che la trasmissione non sarebbe tornata in onda domenica 16 aprile, come invece era previsto.
E il padrone di casa aveva subito esternato i suoi malumori, sottolineando come l’unico pensiero in quel momento andasse “alle 35 persone che lavorano con me da anni e che, da un giorno all’altro, vengono lasciate per strada”. E oggi ci ha pensato proprio Giletti a fare chiarezza riguardo i possibili motivi della decisione di La7.
Massimo Giletti: “Chiediamoci perché ci hanno chiuso, preparavamo 3 puntate delicatissime”. Ma Cairo smentisce
Massimo Giletti lo ha detto chiaro e tondo ai giornalisti nell’ultima riunione di redazione: “Chiediamoci perché ci hanno chiuso. Stavamo preparando tre puntate importanti, delicatissime. Deflagranti. E siamo stati fermati”. Le puntate in questione riguardavano la strage di via d’Amelio, Marcello dell’Utri e l’ex sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
A raccontare l’ultima riunione di Giletti e i suoi è stato il quotidiano La Stampa, che ha pure riportato come sia sfumata in maniera definitiva l’ipotesi di un ritorno del conduttore in Rai (che molti vedevano tra i motivi della decisione di La7). “E dopo tutto questo, col cavolo che ce lo riprendiamo”, sarebbe stato il commento a seguito della decisione di Urbano Cairo.
L’editore di La7, però, ha smentito qualsiasi censura: “Massimo Giletti ha condotto in 6 anni 194 puntate di Non è l’Arena dove ha potuto trattare in totale libertà tutti gli argomenti che ha voluto inclusi quelli relativi alla Mafia sulla quale ha fatto molte puntate, con tutti gli ospiti che ha voluto invitare”. E ha aggiunto: “Gli auguro di trovare la stessa libertà incondizionata nella sua prossima esperienza televisiva o di altro genere”.
Massimo Giletti e la questione della foto di Berlusconi e Graviano
Davanti ai pm Turco e Tescaroli, che indagano sulle stragi del 1993, Giletti ha detto che Salvatore Baiardo gli avrebbe mostrato una foto che ritraeva Silvio Berlusconi insieme al mafioso Giuseppe Graviano e al generale dei carabinieri Francesco Delfino. A confermarlo sarebbero le intercettazioni, anche se Baiardo smentisce l’esistenza di quell’immagine.
Sulla questione è intervenuta anche la collaboratrice di Giletti e giornalista del Fatto quotidiano Sandra Amurri, che affermato: “Mi chiedo: c’è davvero qualcuno disposto a credere che la ragione di una tale decisione della rete possa essere dipesa dal pagamento di Baiardo per le sue partecipazioni al programma? E non sia, invece, scaturita dalle inchieste in cantiere su altre verità nascoste sui cosiddetti ‘intoccabili?‘”. A confermare di aver ricevuto pagamenti per andare in trasmissione è stato lo stesso Baiardo.
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