Maria Giuseppa Scarpulla, da tutti conosciuta come Gisella Cardia, la 53enne imprenditrice di origini siciliane che da cinque anni sostiene di parlare con la Madonna di Trevignano, è stata recentemente condannata a due anni di reclusione in primo grado per bancarotta fraudolenta.
Tutto è iniziato quando la veggente Gisella Cardia, cinque anni fa, ha affermato di ricevere messaggi divini attraverso una statua della Madonna. Molti sono stati i testimoni che hanno dichiarato di avere assistito a diversi episodi in cui la scultura della Madonna di Trevignano avrebbe lacrimato sangue.
Adesso, è una dei suoi ex seguaci a parlare, Simonetta, la quale racconta di aver assistito a vari “miracoli” ai quali ha voluto credere nonostante apparissero falsi.
Madonna di Trevignano: dalla farsa alla verità
Succede tutto a Trevignano, il piccolo paesino sulle sponde del lago di Bracciano, a pochi chilometri da Roma, dove ormai da tempo, ben cinque anni, molti pellegrini da ogni angolo d’Italia si radunano, chi per curiosità, chi per fede, molti per capire cosa ci sia davvero dietro al fenomeno “miracoloso” della scultura lacrimante.
E, dopo aver appurato che la suddetta “veggente” stesse in realtà mentendo, sono sempre di più gli ex-fedeli della donna che si fanno avanti per parlare dei finti miracoli ai quali assistevano e delle varie donazioni che la donna ha estorto loro tramite l’inganno della fede.
Parla un’ex seguace: “Ho capito dopo diversi episodi, che ciò che dice Gisella non è vero”
Tra i moltissimi fedeli che seguivano Gisella, ci sarebbe la testimonianza di una donna in particolare, Simonetta, cittadina di Trevignano stesso, che si è sentita ingannata dalla sua stessa fede, e che denuncia ora la falsa veggente.
Simonetta ha sentito parlare di Gisella Cardia per la prima volta da un’amica, mentre tornava da una processione, proprio durante la Vigilia della festa del patrono di Trevignano San Bernardino, il 19 maggio 2016.
All’inizio credevo fosse una cosa stupenda, perché avevo dei problemi famigliari. Ho conosciuto Gisella e mi ha invitata a casa sua.
I successivi incontri e i primi “miracoli” della Madonna di Trevignano
La donna ha poi cominciato a frequentare la casa di Gisella e del marito Gianni Cardia, capo dell’associazione dove fluivano le donazioni dei fedeli. La casa della coppia era un luogo per pregare collettivamente e per recitare tutti insieme il rosario. Simonetta ammette di non aver mai visto la statuetta della Madonna lacrimare sangue dagli occhi, ma che sia stata chiamata ad assistere ad un “miracolo” da Gisella stessa.
Ho raggiunto Gisella e ho visto che sulla parete interna dov’era appeso il quadro del Sacro Cuore erano comparsi dei segni, lei mi disse che erano scritte in Aramaico Antico e che suo marito Gianni le aveva tradotte.
A terra ho notato che c’era della polvere, ma non ho dato peso alla cosa. La tela invece era umida, l’ho tolta dal chiodo, l’ho girata ma dietro era asciutta.
Simonetta racconta dell’allontanamento
Un giorno di preghiera d’estate Simonetta racconta poi di un altro fatto bizzarro: Gisella, dopo essersi alzata ed aver abbandonato la stanza nella quale si trovavano, era tornata poco dopo, recitando il rosario.
Si è accasciata a terra e si è messa una mano sul cuore, dicendo che le bruciava.
Si è sbottonata la camicetta e sulla pelle aveva il simbolo dell’ostia con la scritta ‘IHS’
Anche l’allora vescovo della diocesi di Civita Castellana, Romano Rossi, aveva dato credito alle parole di Gisella, essendo lui stesso presente a diversi incontri, ma Simonetta, col tempo si è accorta dei raggiri della quale era stata protagonista e si è allontanata da Gisella, comprendendo che non aveva bisogno di un tramite per poter sentire la religione più vicina a sé.
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