sabato, 18 Gennaio 2025
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Alzheimer, RSA propone la barbie terapia: “Sorprendente su processi cognitivi e memoria”

A Lecce è nata un'importante iniziativa: la barbie terapia, che viene utilizzata per curare le pazienti affette da Alzheimer: "È come se avessero riallacciato le fila del tempo. Evoca in loro dei ricordi".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

A Campi Salentina, in provincia di Lecce, nella RSA San Raffaele è stato indetto un laboratorio di Doll Therapy, ovvero la barbie terapia. Ma in che cosa consiste? Si tratta di un viaggio nell’infanzia, nei ricordi più reconditi, in cui poter tornare bambine. Gli operatori della struttura pugliese, proprio grazie al fenomeno della Barbie-mania dovuto al film omonimo campione di incassi, hanno avuto un’idea dai risvolti completamente inattesi: hanno regalato alcune bambole a pazienti affette dalla malattia di Alzheimer che sembrano essere un “farmaco naturale” dagli effetti benefici. Come ha spiegato l’educatrice Irene Patruno:

La reazione è stata assolutamente sorprendente, al di là di ogni previsione.

Ed è come se avessero riallacciato le fila del tempo.

Le pazienti che hanno scelto Barbie, sempre diffidenti nel corso delle sedute precedenti, avevano senza dubbio un trascorso personale legato a questa bambola.

Hanno preso a rapportarcisi come se non avessero mai smesso di farlo, improvvisando acconciature, cambi d’abito e dialoghi forse mai davvero dimenticati.

Leggi anche: Alzheimer, vaccino sperimentale può prevenire e rallentare la malattia

Barbie terapia: dove nasce l’idea e qual è il legame con l’Alzheimer?

La barbie terapia, dall’inglese Doll Therapy, nasce negli anni ’80 in America e in Australia e prevede, infatti, l’uso di una bambola da parte del paziente con cui giocare e divertirsi. Si tratta di un modo attraverso cui percepire se stessi ed evocare dei sentimenti positivi per la salute mentale come la sicurezza di sé, il benessere psicofisico e la felicità. Ma non solo. Serve a tenere lontano tutti quegli aspetti negativi come la rabbia, il nervosismo e l’aggressività.

Gli studi su questo particolare concetto di terapia, però, sorgono già durante gli anni ’60, quando lo psicoanalista e psicologo John Bowlby ha portato avanti la sua teoria della attaccamento. Secondo la sua idea il desidero di sostegno e vicinanza che un bimbo prova nei confronti dei suoi genitori può manifestarsi proprio attraverso un oggetto, divenendo al tempo stesso una forma di cooperazione e di condivisione sociale con gli altri coetanei.

Ma qual è il legame tra la barbie terapia e la malattie di Alzheimer? La Doll Therapy è considerata come un intervento non farmacologico per contrastare gli effetti della demenza senile. Si tratta di una patologia neurodegenerativa che determina la riduzione delle facoltà cognitive, parziali o totali, la cui più grave è proprio quella dell’Alzheimer che colpisce in Italia circa 600mila persone. E, secondo le stime del World Alzheimer Report le persone affette dal morbo diventeranno oltre 131,5 milioni nel 2050.

Barbie terapia contro gli effetti dell’Alzheimer

In Italia, attualmente, si contano circa 1.200.000 casi di demenza, con un aumento di 150 mila diagnosi ogni anno. E la barbie terapia si innesterebbe come una terapia molto efficace, oltre a tutte le cure mediche cui sono sottoposti i pazienti. Il contatto visivo e corporeo con la bambola stimola i processi cognitivi e i ricordi. I benefici sono visibili già dopo pochissimo tempo, tra cui l’aumento dell’autostima, l’abbassamento dei livelli di ansia, e soprattutto, la qualità della vita dei pazienti risulta migliorata. Si sentono più felici, come ha rivelato anche la dottoressa della RSA San Raffaele di Campi Salentina:

La Doll Therapy, o terapia della bambola, rientra nei cosiddetti interventi non farmacologici utilizzati nel trattamento delle demenze

Inoltre, il contatto visivo e corporeo, la manipolazione tattile e il dialogo con la bambola possono stimolare i processi cognitivi e la memoria, facilitare il dialogo, la capacità relazionale, il rilassamento e i processi emozionali, diminuire i disturbi comportamentali e del sonno, l’irritabilità e il senso di depressione.

Leggi anche: Barbie style: mentre nelle sale esce il film, in giro tutte vestite come Margot Robbie

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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