sabato, 18 Gennaio 2025
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Meduse, 5 cose da fare e non fare in caso di puntura

Cosa fare se si avvista una medusa? E quali sono i rimedi contro le loro punture? Andiamo a vedere insieme.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

Le meduse. Ultimamente incontrarle è diventato sempre più frequente così come anche vedere gli squali, specialmente nel Mediterraneo. E incutono spesso timore, ma c’è anche chi si avvicina a loro di proposito proprio per osservarle meglio da vicino. Ma esistono in Italia specie mortali? No, sono molto più frequenti nell’Atlantico, dove la specie più famosa e più conosciuta è la cubomedusa, chiamata anche “vespa di mare”. Bisogna avere tanta paura?

Meduse, quali sono gli effetti in caso di puntura?

L’irritazione, che talvolta può trasformarsi in ustione, è dovuta all’azione di tossine nei tentacoli delle meduse, rilasciate dopo aver avuto un contatto. Chi viene punto avverte una piccola scossa accompagnata da un bruciore che può durare anche per diverse ore. Luca Cegolon, medico epidemiologo e ricercatore universitario in Igiene e Sanità pubblica presso l’Università di Trieste, svela, però, che gli effetti possono essere diversi:

Il contatto con i tentacoli di una medusa può produrre diversi effetti, a seconda del tipo di medusa che si incontra.

Per esempio il Rhizostoma pulmo, la medusa più grande del Mediterraneo, rilascia una tossina poco urticante capace di provocare un’irritazione cutanea che di solito si risolve in breve tempo.

Più urticante risulta essere invece la Pelagia noctiluca, medusa anch’essa diffusa nel Mediterraneo, dotata di un piccolo ombrello di colore violetto e fluorescente di notte, che in estate forma spesso banchi estesi che flagellano le coste.

Ben più pericolose sono le cubomeduse tropicali e la “caravella portoghese”, presente un po’ ovunque, che ogni tanto si trova anche arenata sulle spiagge del Mediterraneo

Meduse, quali sono i sintomi e le probabili controindicazioni?

Alcune meduse possono provocare danni anche, ad esempio, al sistema cardiocircolatorio. Continua Cegolon:

Il contatto con i tentacoli causa un dolore urticante accompagnato da gonfiore, eritema, vescicole e bolle.

Le meduse tropicali danno un’irritazione locale molto più intensa rispetto a quelle del Mediterraneo, con segni che hanno spesso l’aspetto di frustate.

Alcune meduse tropicali, come la vespa di mare e altre piccole cubomeduse australiane, possono causare effetti sistemici letali su cuore e apparato cardiorespiratorio.

La “caravella portoghese” può determinare sintomi rilevanti sia cutanei sia sistemici ed è potenzialmente letale.

Per fortuna, queste meduse, si muovono spesso in gruppo, pertanto è più facile avvistarle e quindi evitarle.

Quali sono i rimedi? Non sfregare la parte colpita

Nel caso si venga punti da una medusa, si raccomanda di non sfregare mai la zona interessata, ma uscire immediatamente dall’acqua e pulire la ferita con una spugna e non con la sabbia, perché potrebbe arrecare fastidio e far fuoriuscire maggiormente il veleno. Si consiglia anche di toccare lentamente e con cautela la parte colpita, per evitare ulteriore prurito e bruciore.

Si può usare l’acqua di mare sulla ferita?

Sì, si può bagnare la ferita con acqua di mare, perché, come spiega Cegolon:

Oltre ad essere lenitiva sembra avere un effetto di contrasto sul rilascio del veleno depositato sulla cute e rimuovere gli eventuali residui di tentacolo.

Da evitare, invece, l’acqua dolce.

L’ammoniaca è un valido alleato contro il dolore della puntura di medusa?

La risposta, in questo caso, è no. Sono assolutamente da evitare l’ammoniaca e ogni tipo di alcool. Il loro uso, invece di giovare, risulta essere solo controproducente. Ottimi sono, invece, analgesici o antistaminici, bicarbonato di sodio, aloe vera, un valido alleato anche contro le scottature soprattutto durante i primi giorni di mare, e gli impacchi con il ghiaccio. Ma non solo. Come aggiunge Cegolon:

Paradossalmente, oltre agli impacchi di ghiaccio, anche bagni in acqua calda (temperatura 40-41° C) delle parti coinvolte possono giovare.

Il calore inattiva le tossine, effetto utile in particolare con le punture da cubomeduse tropicali e la caravella portoghese.

Leggi anche: Squali nel Mediterraneo: sono davvero pericolosi per l’uomo?

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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