Alessandro Gassmann torna tra poco su Rai 1 con due fiction, I bastardi di Pizzofalcone dal 23 ottobre mentre dal 16 novembre con Un professore. Nonostante sappia interpretare qualsiasi ruolo, Alessandro Gassmann ha rivelato al “Corriere della Sera” un dettaglio inedito sulla sua vita: “Io sono molto, molto insicuro nel mio mestiere. Sono sempre scontento. Studio tantissimo, ma penso di non essere all’altezza. A teatro? Ho paura del palco“.
Alessandro Gassmann, da Giuseppe Lojacono a Dante Balestra
Alessandro Gassmann ritorna su Rai 1 con la quarta stagione de I bastardi di Pizzofalcone in cui veste i panni dell’ispettore Giuseppe Lojacono e conferma di avere dei punti in comune con questo personaggio: “Siamo due persone non particolarmente chiacchierone. Nella vita non sono uno che parla tanto, ma mi piace di più osservare”.
Ma Alessandro Gassmann si sente molto più simile al prof Dante Balestra, di cui tornerà a vestire i panni al fianco di Nicolas Maupas, Damiano Gavino, Christiane Filangieri e tanti altri: “La scuola è la base della nostra società. Il mio personaggio ha la capacità di divertire educando che è quello che è mancato a me come studente, un professore illuminato e illuminante che entra nella psicologia degli studenti”.
Come rivela anche sul suo profilo Instagram: “Dante è uno dei personaggi a cui sono più affezionato, perché ne condivido la “filosofia. Il primo giorno io e Claudia (Pandolfi) abbiamo girato prima una lite, poi… la pace con una scena d’amore. Abbiamo cominciato così questa seconda stagione!”.
Alessandro Gassmann e quell’ansia da prestazione
Alessandro Gassmann è sempre scontento e anche se sa la parte alla perfezione si sente sempre insicuro, specialmente a teatro: “Prima di andare in scena devo prendere dei tranquillanti — niente di troppo forte, però — anche quando si tratta della trecentesima replica. Ho paura del palco, poi dopo un minuto sono l’uomo più felice del mondo“.
Alessandro Gassmann: “Non parlo molto, ma mi faccio sentire sulle cose a cui tengo”
Sebbene sia insicuro e silenzioso, a volte tende a “esplodere in modo disarticolato” e ha sottolineato al “Corriere”: “Quando succede non mi piace, anche se è un aspetto del mio carattere che negli anni ho limato. Sbotto quasi subito, ma sono il primo a chiedere scusa”.
E sui social: “Penso sia importante che un personaggio pubblico che ha tante persone che lo seguono dica quello che ritiene giusto o utile in momenti difficilissimi come questi. Cambiamenti climatici, guerre, carestie, virus: mi faccio sentire sulle cose a cui tengo. Dico quello che penso e sono istintivo”.
Alessandro Gassmann e l’insegnamento dei suoi genitori: “Mi hanno dato il coraggio di provarci”
Non manca il ricordo appassionato dei suoi genitori Vittorio Gassmann, da cui ha preso la somiglianza, e Juliette Mayniel, da cui ha ripreso lo sguardo e “quel suo mutare l’espressione in continuazione, dall’estrema dolcezza a un inquietante malinconia”: “Mio padre mi ha insegnato a ottenere i risultati senza evitare la fatica, facendo tutte le curve necessarie, senza approfittare di possibili vantaggi. Una cosa che credo di aver insegnato anche a mio figlio. Mia madre è stata la persona che mi ha insegnato ad apprezzare la libertà e a cercare di conquistarla. Se c’è qualcosa di rivoluzionario in me, penso sia dovuto a lei, una donna che ha sempre fatto quello che pensava fosse giusto fare”.
L’insegnamento più grande è quello di avere sempre il coraggio per affrontare la vita: “Ho avuto due genitori intelligenti che mi hanno fatto capire quanto questo potesse essere un mestiere meraviglioso e mi hanno dato il coraggio di provarci, all’inizio quasi per gioco. Oggi sono un iperperfezionista, sempre scontento, sempre alla ricerca di migliorare me stesso, proprio come faceva mio padre”.