Gerry Scotti è uno dei conduttori più amati della tv e, dopo aver concluso l’esperienza da giudice a Tu si que vales, è ora al timone della trasmissione Io canto generation sempre su Canale 5.
Da poco ha pubblicato un libro edito da Rizzoli dal titolo Che cosa vi siete persi, in cui vuole raccontare la sua infanzia e adolescenza, un lato meno noto di sé, in modo molto particolare: si tratta di un viaggio di ricordi tra gli ’60 e ’70 attraverso oggetti come il telefono a gettoni, le cabine telefoniche e il mangiadischi.
Non molti sanno, però, che nel passato di Gerry Scotti c’è stato anche un passato legato alla politica: da molti anni percepisce lo stipendio da parlamentare, che si aggira sulla cifra di 1.016, cui ha sempre cercato di rinunciarvi: “Ora chiederò anche alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni”.
Gerry Scotti vuole dire addio al suo stipendio da parlamentare: “L’ho chiesto a tre premier”
Gerry Scotti torna a parlare del suo vitalizio da parlamentare e lo ha fatto a Rai Radio1, ospite nel programma Un Giorno da Pecora, condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro.
Incalzato su questa domanda, ha risposto di aver chiesto aiuto già ad altri premier nel corso degli anni: “L’ho chiesto a Silvio Berlusconi, a Matteo Renzi, e anche a Giuseppe Conte. Mi manca solamente l’attuale premier in carica”. In passato aveva già raccontato di avere in sospeso una “vecchia storia” con Renzi:
Mi ha detto che ci avrebbe pensato lui, dicendomi ‘Ci penso io, stai sereno’. Poi però non si è fatto più nulla.
Mi aveva anche detto che prima o poi si sarebbe attuato un provvedimento per cui chi vuole rinunciarci dovrà solo firmare la rinuncia.
Tutti mi hanno detto: “Tienitelo”. Io, invece, vorrei che mi si dia la possibilità di rinunciare.
Molti, però, non appoggerebbero la mia stessa idea.
Gerry Scotti nel 2014: “Vorrei avere la possibilità di rinunciare con una firma”
Gerry Scotti, come già anticipato, già nel 2014 aveva fatto la prima richiesta per poter rinunciare allo stipendio da parlamentare. Dal momento che non avrebbe potuto farlo, ha deciso di ritirare comunque ogni mese quei soldi per poi poterli donare tutti in beneficenza, in quel periodo specialmente “alle famiglie dei caduti nell’adempimento del proprio lavoro, tutti coloro che hanno avuto un papà, un fratello, un figlio che facendo il proprio lavoro ci ha lasciato, ahimè, lasciato”.
E, come preannunciato dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, si auspicava che venisse creato un decreto tale per cui si potesse dire addio allo stipendio da parlamentare, una volta per tutte:
Io vorrei che si creasse uno strumento apposito dedicato a tutte le persone, come me, che hanno avuto a che fare con incarichi di Stato, per la Repubblica, e che vogliano rinunciare alla propria indennità attraverso una firma.
Io spero che possano darci la possibilità di farlo.
La carriera in politica dell’amato conduttore tv
Ma perché Gerry Scotti riceve questo ulteriore stipendio? Il noto conduttore tv è stato parlamentare per 5 anni. Ha, infatti, avuto un incarico nel 1987, terminato poi nel 1992, quando è stato eletto come deputato nel PSI sotto la guida di Bettino Craxi.
Anche se la sua esperienza è stata breve, ha comunque ottenuto la “pensione”: “Ho vissuto male quell’esperienza e se nella mia carriera sento di aver ricevuto molto perché ho dato molto, nella mia esperienza politica ho ricevuto poco, perché ho dato poco”. Dopo trent’anni la vicenda non si è ancora risolta, ma per Gerry Scotti non è detta ancora l’ultima.
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