Vincenzo Gualzetti ha mostrato tutta la sua vicinanza a Gino Cecchettin. Anche lui ha vissuto, e vive ancora, lo stesso dolore per sua figlia Chiara, strappata alla vita a soli 15 anni a Monteveglio, in provincia di Bologna, nel 2021.
Ha scritto per lui una lettera, pubblicata dal “Corriere della Sera”, e oggi, durante l’ultimo saluto a Giulia ha voluto esserci personalmente per dimostrare a Gino di non essere mai da solo: “Caro Gino, oggi sarò accanto a te, al funerale della tua Giulia. Ci voglio essere e vorrei tanto abbracciarti, perché ho provato sulla mia pelle il calore di ogni singolo abbraccio quando è toccato a me essere ‘il padre di una ragazza uccisa'”.
Vincenzo Gualzetti scrive a Gino Cecchettin: “Fratelli di un destino simile”
Vincenzo Gualzetti, come Gino Cecchettin, ha perso la moglie per un male incurabile e nella lettera a lui indirizzata scrive: “Siamo fratelli di un destino simile, io e te. Da quando il nome e il viso di Giulia sono entrati nella mia vita mi sono sentito anch’io un po’ suo padre”.
Conferma di aver “sperato per lei, pregato per lei, mi sono angosciato per lei, come se all’improvviso fossero tornate quelle ore di abisso vissute a casa mia, a giugno di tre anni fa”. Racconta poi di sua figlia, Chiara:
La mia Chiara aveva 15 anni quando l’hanno trovata in un campo. Io l’avevo cercata per un giorno, uno solo.
Mi ero arrampicato per ogni sentiero, avevo guardato dietro ogni cespuglio, ma — pensa che amara consolazione — il mio sgomento era durato appena un giorno.
Non oso nemmeno immaginare cosa puoi aver vissuto tu per tutti quei giorni di buio aspettando di sapere…
Anch’io, come te, non ho più mia moglie, e sono sicuro che il male che se l’è portata via sia cresciuto assieme al dolore per aver perduto Chiara.
Anch’io, come te, cerco di ragionare e dare un senso a quello che è successo, anche se tutta questa violenza un senso non ce l’ha.
“Quando ho letto la notizia ho spento il telefono e sono crollato”
Vincenzo Gualzetti, quando ha letto la notizia, ha preso un giorno di riposo dal lavoro: è corso a casa per provare a dormire, perché era “il solo modo che avevo per non pensare a Giulia e a Chiara, anche lei accoltellata alla nuca”. Scrive ancora Vincenzo Gualzetti:
Caro Gino, il giorno che hanno trovato tua figlia io l’ho saputo da una di quelle app di notizie che ho installato sul telefono.
Ho letto le prima due righe: parlavano di una coltellata alla nuca… ho spento il telefono e sono crollato.
Oggi, però, verrò da te, per quell’abbraccio da padre a padre, se sarà possibile, ma anche per un piccolo omaggio alle Giulie e alle Chiare che non hanno mai avuto voce.
Sai, faccio cose nel nome di Chiara, cerco di tenere vivo il suo sorriso, come sono certo che farai tu con Giulia.
Vincenzo Gualzetti e quell’abbraccio a Gino Cecchettin
Come promesso nella lettera, Gualzetti ha dato l’ultimo saluto a Giulia e, al momento dello scambio di pace, ha attraversato la navata di Santa Giustina ― la basilica di Padova dove si sono svolte le sue esequie ― per abbracciare con commozione Gino Cecchettin.
Un gesto spontaneo, da padre a padre, tra due padri che hanno perso la loro figlia a causa di un amore che non le ha mai protette. Vincenzo Gualzetti, inoltre, ha dato il suo numero a Gino Cecchettin, per poter onorare ancora una volta Chiara e Giulia.
Leggi anche: L’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, il papà Gino: “Uomini, non giriamo mai la testa di fronte ad alcuni gesti”