Chi è Ilaria Facci, fotografa ipovedente che immortala storie e come una foto le ha salvato la vita

“Ti ascolto e ti fotografo gratis” recita il cartello esposto su un tavolo di legno. Ilaria Facci, fotografa cresciuta tra Italia e Argentina, accoglie così i suoi modelli sconosciuti. La incontriamo durante la tappa romana del suo progetto, al Parco delle Valli.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Ilaria è una fotografa professionista di quasi 40 anni, la sua carriera inizia con l’autoscatto, ma nell’ultimo anno si è specializzata nella ricerca fotografica attraverso il ritratto. Da questa ricerca nasce il progetto “Ti ascolto e ti fotografo gratis”. Dal desiderio di mettere a disposizione dell’altro la propria arte. Ilaria definisce i suoi incontri, prima dello scatto, quasi delle sedute di terapia:

Io mantengo il segreto come un prete, non posso e non voglio divulgare nulla ma posso solo dire che ci ho ascoltato storie davvero forti e per forti intendo drammaticamente potenti.

Trovo davvero stimolante e arricchente trovare persone in grado di non aver paura delle proprie fragilità ma di riconoscerne la potenza, mostrandosi così autentici e veri.

Si tratta un progetto che vuole in qualche modo sottolineare l’aspetto più umano dell’incontro tra il fotografo e il soggetto che andrà a fotografare con il pretesto dello scatto.

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Ilaria Facci, la malattia e come la fotografia le ha salvato la vita

ragazza con macchina fotografica

Ilaria è ipovedente a causa di un tumore che le ha portato a perdere un occhio sinistro all’età di soli due anni. Un retinoblastoma (tumore che colpisce la retina) che se non diagnosticato in tempo poteva portarla alla morte e invece è stato individuato proprio grazie ad uno scatto. Racconta Ilaria:

Mia madre si rese conto che qualcosa non andava in uno dei miei due occhi guardando una mia fotografia fatta con il flash e mi portò a fare delle visite – così venne scoperto il tumore e venni poi operata a Siena.

Si dice spesso che l’arte ci salva la vita, ma nel caso di Ilaria la macchina fotografia è apparsa proprio per salvargli la vita letteralmente, perché ha permesso ai dottori di intervenire in tempo. Sui giornali spesso viene definita “fotografa ipovedente”, ma questo appellativo non la disturba:

Mi piace poter rappresentare una sorta di ossimoro – chi è ipovedente dovrebbe essere in difficoltà e avere dei limiti nei confronti della fotografia.

Se questo titolo contribuisce a lanciare un messaggio di riscatto e per invitare le persone a superare i propri limiti, allora ben venga.

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