Nessun rinnovo per lo smart working. Non sono stati approvati gli ultimi emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle alla Camera nel decreto Milleproroghe: la proposta prevedeva il prolungamento del lavoro agile per i dipendenti fragili e per quelli con figli con un età inferiore a 14 anni, sia nell’ambito del pubblico sia del privato.
La scadenza prevista, l’ultima approvata in Parlamento, è fissata al 31 marzo di quest’anno, come stabilito nell’art. 18-bis della Legge n. 191/2023 di conversione del Decreto Anticipi, ma valeva solo per il privato.
Chi sono i lavoratori fragili e perché non potranno più praticare lo smart working?
Perché non è stata rinnovata la proroga per lo smart working? Lo scorso 31 dicembre è terminato il diritto al lavoro agile per i dipendenti pubblici fragili, quindi, affetti da patologie croniche molto gravi, per cui è necessario avere una certificazione del proprio medico che attesti la malattia.
Questi lavoratori potevano usufruire dello smart working anche per svolgere altre mansioni rispetto alla propria area di competenza o anche nella stessa categoria di inquadramento a parità di retribuzione.
Il rinnovo dello smart working, dunque, non è stato confermato e la richiesta del Movimento 5 Stelle è stata bocciata in quanto mancherebbero i fondi necessari. Infatti, è stato stimato che tale rinvio, fissato al 30 giugno prossimo per il partito guidato da Giuseppe Conte, sarebbe costato circa 3,3 milioni di euro in più al Governo.
Cosa ha affermato il ministro Luca Ciriani in merito allo smart working?
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha spiegato in Aula perché il Governo ha deciso di non proseguire con il rinnovo:
Il lavoro agile è regolato da una disciplina contrattuale collettiva ormai consolidata.
La direttiva del 29 dicembre 2023 indirizza la dirigenza delle amministrazioni pubbliche a un utilizzo del lavoro agile, orientandolo anche alla salvaguardia dei soggetti più esposti a rischi per la salute e a garantire, in caso di condizioni di salute, personali e familiari documentate gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile.
Il ministro ha sottolineato che tale modalità di lavoro agile era estremamente necessario in periodo di pandemia, mentre ora non può essere più considerato uno strumento “emergenziale”, motivo per cui il Governo non ha accolto la richiesta del M5S.
Cosa ha dichiarato Gilda Sportiello, deputata del M5S?
Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali non è d’accordo con il ministro Ciriani e ha così affermato in una nota: “Ancora una volta, maggioranza e Governo scelgono di girarsi dall’altra parte davanti alle nostre richieste di buonsenso, continuando a perpetuare una discriminazione nei confronti dei lavoratori fragili che operano in ambito della pubblica amministrazione”.
La deputata Sportiello ha poi sottolineato che la battaglia del M5S andrà avanti: “La proroga del lavoro agile, per alcuni, è scaduta lo scorso 31 dicembre e non è stata protratta, com’è invece avvenuto per i dipendenti privati. Non ci fermiamo qui“.
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