Il maestro di architettura e design, Gaetano Pesce, è morto oggi all’età dei 84 anni. Ad annunciarlo è il suo staff che scrive così su Instagram: “È con il cuore pesante che annunciamo la scomparsa del visionario creatore Gaetano Pesce”. Nato nel 1939 a La Spezia e diventato famoso per poltrone UP con forme antropomorfe, ha vissuto a Parigi, Helsinki, New York in cui viveva a partire dal 1983 e dove ha creato la società Fish Design. Vediamo ora meglio chi era.
Gaetano Pesce, da Venezia al MoMA di New York
Gaetano Pesce ha studiato architettura allo IUAV di Venezia e dopo la laurea ha lavorato nel capoluogo veneto e anche a Padova come come designer per l’azienda di mobili C&B.
Visionario ed esponente del design radicale sia nel mondo dell’architettura sia in quello dell’arte, le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei come il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il MoMA di New York.
Gaetano Pesce ha anche vinto numerosi premi, tra cui il Chrysler Award for Innovation and Design nel 1993, l’Architektur & Wohnen Designer of the Year nel 2006 e il Lawrence J. Israel Prize nel 2009.
Inoltre, nella sua carriera, Gaetano Pesce è stato anche scultore e una delle ultime opere è stata L’Italia in croce del 2011, la cui figura ricorda la forma dello stivale ed è anche un riferimento alla Crocifissione di Gesù.
A cosa stava lavorando negli ultimi mesi il maestro Gaetano Pesce?
Negli ultimi mesi, come spiega ancora lo staff su Instagram, il maestro ha sofferto di “problemi di salute”, sebbene la sua vena creativa non si sia mai arrestata. Infatti, nell’ultimo periodo della sua vita, Gaetano Pesce era occupato in un progetto per la città di Napoli. A dirlo è lo stesso sindaco del capoluogo rivela a “Repubblica”:
Ci addolora profondamente la scomparsa del Maestro Gaetano Pesce, artista immaginifico e instancabile sperimentatore, che nella sua opera ha saputo coniugare i linguaggi dell’arte, dell’architettura e del design.
Da oltre un anno era impegnato nella progettazione di una monumentale opera d’arte pubblica nell’ambito della nostra rassegna Napoli Contemporanea.
Un lavoro imponente e al contempo delicato, che avrebbe parlato della nostra città, accostando all’archetipo della maschera un cuore vivo e pulsante, simbolo del legame con il nostro territorio.
Valuteremo come valorizzare in ogni caso la sua arte.
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