Ilaria Salis, dopo 15 mesi di detenzione nel carcere di Gyorskocsi Utca a Budapest, non ha contatti con l’esterno, eccetto pochi minuti al telefono con suo padre Roberto.
E proprio in queste brevi conversazioni la maestra 39enne ha avuto la possibilità di rispondere ad alcune domande che “La Stampa” le ha rivolto, proprio attraverso la mediazione del papà. Ilaria Salis, che presto pagherà la cauzione per andare agli arresti domiciliari a Budapest, ha raccontato la sua verità: “Io, vittima di un’ingiustizia”.
In merito al processo ha così rivelato: “Non è mia intenzione sottrarmi, ma difendermi all’interno di un processo in cui siano garantiti i diritti fondamentali, il principio di proporzionalità e la presunzione di innocenza”. Ed ecco cosa farebbe quando avrà la possibilità di essere libera e di tornare in Italia: “Per prima cosa abbraccerò finalmente le persone a cui voglio bene. Poi, mangerò una pizza”.
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Perché ha deciso di candidarsi alle Europee?
Ilaria Salis lo ha detto a chiare lettere: “So di essere dalla parte giusta della Storia […] Fin dal primo giorno ciò che mi ha dato il coraggio e la speranza per andare avanti a testa alta è la consapevolezza di essere dalla parte giusta della Storia. La mia forza cresce di giorno in giorno grazie alla solidarietà e ai pensieri che ricevo da compagne e compagni, familiari e persone che mi vogliono bene“.
Nelle parole di Ilaria Salis riecheggia l’affetto di tutti coloro che le sono vicino in questo delicato momento e ha svelato, in prima persona, il motivo per cui ha deciso di candidarsi: “Voglio trasformare questa mia vicenda in qualcosa di costruttivo, non solo per me […] La mia situazione giudiziaria non può e non deve essere pregiudicata o aggravata dalle mie posizioni politiche”.
L’Europa secondo Ilaria Salis
Ilaria Salis ha chiamato più volte in causa la Storia, affermando che quando si parla di Europa non si possono non considerare le sue radici del passato:
È difficile dire cosa sia l’Europa oggi senza considerare la sua storia.
Quando si parla di immigrazione, ad esempio, dobbiamo tenere a mente cosa sono stati il colonialismo e la decolonizzazione.
La storia del ’900 ha mostrato dove possono portare nazionalismo e guerra e per quasi mezzo secolo una cortina di ferro ha separato due sistemi politici, economici, sociali e culturali contrapposti.
L’Europa di oggi affonda le sue radici in queste vicende.
Solo facendo i conti con il proprio passato, troverebbe certamente spunti per affrontare il presente e costruire il proprio futuro.
Cosa farà Ilaria Salis se venisse eletta alle Europee?
Ilaria Salis, qualora venisse eletta a Bruxelles, ha un piano ben preciso in mente, ossia farsi portavoce dei detenuti: “Se sarò eletta farò in modo che chi si trova in situazioni di ingiustizia come la mia non sia lasciato solo. Credo sia importante dare visibilità e voce al mondo delle carceri. Un mondo dimenticato in cui vivono e muoiono uomini e donne, in un rapporto considerato come corpo estraneo e non facente parte della società”.
Non soltanto il mondo delle carceri, la maestra 39enne si batterebbe in prima linea per la tutela dei diritti fondamentali di ognuno: “ Vorrei potermi dedicare a una cosa che mi sta molto a cuore, la tutela dei diritti umani […] Voglio dedicarmi a sostenere uomini, donne e bambini vittime di ingiustizie, sfruttamento, violenze, guerra, povertà e discriminazioni“.
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