In un mondo in cui burnout e consapevolezza di sé coesistono in uno spesso traballante gioco di equilibrio, il confine tra lavoro e vita privata può diventare labile al punto da non saper più riconoscerlo. Ecco allora che il pensiero di quegli agognati giorni di vacanza sfavilla come un faro sui marosi degli impegni e dei compiti da svolgere, in una burrasca che non conosce fine.
Ma, con queste premesse, è davvero possibile rigenerarsi durante le ferie, oppure l’assenza di boundaries che permea la nostra vita quotidiana si insinuerà fin nel nostro meritato riposo?
In questo articolo analizzeremo 7 regole d’oro per ricaricarsi davvero durante le ferie, implementando una serie di strategie per godersi i giorni liberi senza inutili sensi di colpa.
Perché staccare la spina è sempre più difficile
È il paradosso moderno: la ricerca di ritmi più sostenibili, l’abbattimento dei tabù legati alla salute mentale e la pratica di attività per il benessere personale non sono mai stati argomenti così caldi e condivisi, eppure – o forse proprio in virtù di questo – riuscire a staccare dal lavoro è un compito sempre più arduo.
Per certi versi sapevamo di correre questo rischio: la flessibilità abilitata dall’era digitale ha permesso di riscrivere le modalità di svolgimento dei propri compiti lavorativi, ma il rovescio della medaglia è una sorta di iperconnessione che rende molto più complesso istituire confini da non superare, anche a scapito del proprio benessere.
Il digitale è quindi uno strumento che bisogna imparare a maneggiare, anche perché la reperibilità costante potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, considerato che un lavoratore stressato, o addirittura in burnout, non può essere un lavoratore produttivo.
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Quanto è diffusa l’abitudine di lavorare anche durante le vacanze?
Già nel 2021, Forbes e Glassdoor evidenziavano come il 66% dei lavoratori americani svolgessero compiti lavorativi in remoto anche durante le vacanze, oltre a sottolineare una generale tendenza a rinunciare a parte delle proprie ferie, circa il 46%, per non correre il rischio di dover smaltire notevoli quantità di lavoro accumulato al rientro.
La situazione non cambia per i manager: secondo un sondaggio della Harvard Business Review, il 2% di lavoratori in ruoli molto in alto nella scala gerarchica mentiva ai propri partner per nascondere il fatto di star lavorando durante le vacanze.
Eppure, perché la tanto agognata pausa dall’ufficio abbia gli effetti desiderati, allontanarsi dal tran-tran quotidiano non è sufficiente: bisogna implementare strategie per disconnettersi del tutto dallo stress e riequilibrare le proprie priorità mettendo se stessi al centro. Può essere un compito più duro del previsto – in fondo cosa ci costa rispondere a un messaggio in chat o controllare se un cliente ha letto le email? – ma è il primo passo per poter ricaricarsi davvero durante le ferie.
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Un weekend di svago non è sufficiente!
Partiamo dal principio: se lo scopo è ricaricarsi davvero durante le ferie, qual è la lunghezza ideale di questo ritrovato periodo per se stessi? La riposta è, per certi versi, prevedibile: sicuramente un lungo weekend non è sufficiente! Già nel 2012, uno studio pubblicato sul Journal of Happiness Studies sottolineava come lo stato di benessere e serenità dopo lo stacco dal lavoro toccasse un picco intorno all’ottavo giorno di vacanza. Otto giorni è quindi il minimo sindacale per ricaricarsi davvero durante le ferie.
Come godersi le vacanze: 3 cose da fare prima di partire
Il grande spauracchio che impedisce a gran parte di dipendenti e lavoratori autonomi di godersi le vacanze è l’idea che qualcosa accada durante la loro assenza e si ingigantisca fino a diventare un enorme problema da risolvere al rientro. Per questo motivo, la migliore strategia di difesa è giocare d’anticipo. Ecco una serie di pratiche che renderanno più facile ricaricarsi davvero durante le ferie.
Anticipare il lavoro che può essere smaltito prima della partenza
Questa operazione può richiedere un po’ di impegno, ma aiuterà a rilassarsi più facilmente durante le vacanze, senza sensi di colpa relativi a incarichi pendenti o clienti lasciati in sospeso. Non è necessario portarsi avanti di molto, l’importante è far sì che al rientro si possa avere abbastanza respiro da dedicare il primo giorno ad aggiornarsi su ciò che è accaduto nel frattempo, prima di riprendere con lo svolgimento delle proprie mansioni.
Istruire i colleghi sui compiti da svolgere su base quotidiana
Per tutto ciò che non può essere anticipato o recuperato al rientro, si può fare affidamento sui colleghi. Questo può avvenire mostrando loro come svolgere determinati compiti, ma, per le task più complesse, si può realizzare una sorta di vademecum con le soluzioni relative ai diversi scenari possibili. In questo modo, sarà più facile anche per i colleghi rapportarsi a mansioni con cui hanno minore familiarità.
Comunicare i giorni di assenza a capi, colleghi e clienti
Anche questa è una pratica da non sottovalutare e da implementare in tre passi.
Per prima cosa, con il dovuto anticipo, invia una comunicazione in cui riepilogherai i giorni in cui sarai via, invitando tutti a comunicarti per tempo eventuali necessità da risolvere prima che tu parta.
Poi inserisci nella tua firma una nota riportante i giorni di assenza, in modo che chi interagisce con te possa vederla. Blocca i giorni di vacanza sui calendari condivisi, in modo da non essere inserito in riunioni alle quali non potrai partecipare. Il nostro suggerimento è bloccare anche il primo giorno del tuo rientro, così da dedicarlo alla lettura di comunicazioni e aggiornamenti, e non ritrovarti in riunioni improvvise su task delle quali non sei ancora al corrente.
Infine, attiva un risponditore automatico per i giorni in cui non ci sarai. All’interno del messaggio segnala la data del tuo rientro e il contatto di un referente a cui rivolgersi in tua assenza.
3 cose da fare in vacanza per ricaricarsi davvero durante le ferie
Finalmente ci siamo! Chiusa la porta dell’ufficio – o il laptop per gli smart workers – ci incamminiamo verso lidi, letterali o metaforici, assolati e sereni. Se non fosse che… in automatico continuiamo a svegliarci alla solita ora con l’ansia di controllare il telefono!
Se si è stati assorbiti da ritmi troppo serrati per molto tempo, il vuoto delle vacanze può risultare estraneo. Ecco come comportarsi in questi casi.
Silenziare tutti i canali lavorativi
Se non possiedi uno smartphone di lavoro che puoi semplicemente spegnere e mettere da parte, agisci con i mezzi a tua disposizione.
Per prima cosa, silenzia e archivia tutte le chat di lavoro, disconnettiti dagli account email e disattiva le notifiche relative ad app come Slack, Asana o Trello.
Se possibile, attiva dei filtri per i numeri lavorativi, restando accessibile soltanto a un paio di colleghi o referenti di fiducia, che potranno contattarti nel caso in cui ci fosse una vera emergenza. Questa consapevolezza di non essere del tutto irreperibile dovrebbe contribuire a calmare un po’ la sensazione d’ansia e la paura di perderti qualcosa.
Organizzare le vacanze in base alle proprie passioni
Quando i giorni di ferie sono limitati, vorremmo utilizzarli per recuperare tutto ciò che non è stato possibile fare durante l’anno. Ma condensare passeggiate, escursioni, visite e attività frenetiche in pochi giorni non è la via giusta per ricaricasi davvero durante le ferie.
Quello a cui bisogna aspirare è il cosiddetto stato di flow: una sorta di momento magico in cui la nostra attenzione è completamente assorbita da un’attività o un’esperienza. È un po’ quello che sportivi e artisti provano quando sono completamente persi nella composizione, nella musica o nella pratica della loro passione: uno stato in cui nulla di ciò che è al di fuori può tangerci e ci si dimentica del mondo.
Per alcuni, il flow si attiva quando ci si dedica un’attività fisica, come un’uscita in windsurf o una nuotata al largo, ma per altri può essere il lasciarsi prendere da un libro, da un film o da un concerto. L’importante è concedersi quell’attenzione aperta e rilassata che permette di staccare del tutto dalla routine quotidiana.
Dedicare i primi giorni alla decompressione
Entrare in una bolla in cui perdersi per poi ritrovarsi migliori non è automatico, e non riuscire a rilassarsi subito come si vorrebbe potrebbe diventare frustrante e motivo di ulteriore stress. Per questo motivo, una buona pratica è dedicare i primi due giorni di ferie al riposo e alla cura di sé stessi, in modo da uscire da schemi mentali troppo rigidi e prepararsi ad accogliere le esperienze vacanziere con la giusta dose di energia. Quindi sì a un po’ di riposo in più, ad attività leggere e a maggiore cura nell’alimentazione.
Una regola d’oro per il giorno del rientro
Anche quando si riesce a ricaricarsi davvero durante le ferie, il rischio che quel ritrovato benessere svanisca già nella prima ora di lavoro, una volta ripresa in mano la routine ordinaria, non va sottovalutato.
È anche per questo motivo che, tra i suggerimenti elencati in precedenza, c’è la raccomandazione di liberare da impegni il giorno del rientro, in modo da dedicarlo agli aggiornamenti e alla visione di eventuali comunicazioni arrivate durante il periodo di assenza, nonché alla riorganizzazione dello spazio lavorativo.
In questo modo, il rientro stesso farà da camera di decompressione, permettendoci di reinserirci nei ritmi quotidiani in maniera meno traumatizzante, e continuare ad alimentare le good vibes maturate durante la vacanza.
Infine, un’ultima raccomandazione è imparare a fermarsi sempre per tempo quando i ritmi lavorativi si fanno troppo serrati o sconfinano nella sfera privata. È questo un vero gesto di cura verso se stessi, forse il più necessario di tutti, per far sì che ogni giorno sia un pezzo di vita da scrivere e non soltanto un passaggio attraverso cui trascinarsi da una vacanza all’altra.
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