venerdì, 17 Gennaio 2025
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ETS: chi sono, cosa fanno e quante tipologie ha individuato la Riforma del Terzo Settore

Con la riforma, introdotta dal decreto legislativo numero 117 del 2017, è cambiato il panorama associativo. Sono nate nuove tipologie di ETS, con dei modelli ben precisi a cui gli utenti devono attenersi, in base alle caratteristiche proprie dell’ente che intendono costituire.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

L’acronimo ETS – Enti del Terzo Settore identifica una qualifica giuridica, introdotta dalla Riforma del Terzo Settore, che può essere ottenuta da tutte le associazioni e organizzazioni che non perseguono lo scopo di lucro, iscritte al Registro Unico delle Imprese del Terzo Settore.

Il mondo del no profit è sempre stato ricco di associazioni. La Riforma ha portato a un cambiamento amministrativo e gestionale, ma anche culturale, sociale e partecipativo. Mancava, infatti, una chiara e ben definita struttura da perseguire al fine di creare un aspetto coerente e omogeneo al panorama associativo.

Chi sono gli Enti del Terzo Settore

Ente del Terzo Settore è una qualifica giuridica che identifica tutte quelle attività che operano per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Tendenzialmente ogni organizzazione di volontariato, associazione o altra realtà, che operi senza scopo di lucro, può diventare un ETS.

Un Ente del Terzo Settore non può perseguire come obiettivo il profitto, ma in presenza di utili questi vanno redistribuiti per le finalità perseguite. Anche se per le attività di volontariato e beneficienza non è obbligatorio acquisire la qualifica di ETS, tuttavia questa garantisce la possibilità di accedere a importanti agevolazioni e sostegni.

Per divenire ufficialmente Enti del Terzo Settore è obbligatorio iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS). Per farlo, bisogna essere in possesso di alcuni requisiti, primo fra tutti perseguire come finalità l’interesse collettivo e aver adeguato il proprio statuto in base a quanto previsto dal Codice del Terzo Settore (D.lgs. n. 117/2017).

Cosa fanno gli Enti del Terzo Settore

Gli ETS possono svolgere diversa attività a scopo benefico o nell’interesse collettivo. Nello specifico queste possono riguardare:

  • attività educative e formative di supporto scolastico ed extra-scolastico
  • ⁠ricerca scientifica
  • ⁠assistenza sociale e sociosanitaria
  • ⁠tutela dell’ambiente
  • ⁠organizzazione di attività sportive a livello amatoriale e dilettantistico
  • ⁠tutela dell’ambiente e promozione di iniziative di sensibilizzazione
  • ⁠organizzazione di eventi culturali, mostre, spettacoli
  • ⁠promozione del volontariato
  • ⁠progetti di sviluppo e cooperazione internazionale, tramite attività di soccorso umanitario

Ets: quali sono le 7 tipologie

enti del terzo settore_

La Riforma del Terzo Settore e il Codice omonimo ha individuato sette tipologie differenti di Enti de Terzo Settore, ognuna con delle proprie specificità:

  • Associazioni di promozione sociale – APS
  • Organizzazioni di volontariato – ODV
  • Altri Enti del Terzo Settore – ETS
  • Enti filantropici – EF
  • Società di mutuo soccorso – SMS
  • Imprese sociali – IS, comprendenti le Cooperative sociali
  • Reti associative

Sono parzialmente ETS anche gli enti religiosi. Devono, però, svolgere almeno una delle attività di interesse generale definito dalla legge. Non ne fanno parte, invece, le società, le amministrazioni pubbliche, le formazioni e associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza, le associazioni di datori di lavoro, e gli enti controllati e coordinati da questi enti.

Anche le associazioni di militari, in congedo o pensione, possono iscriversi al Registro unico nazionale del Terzo settore – Runts, secondo un recente emendamento, presentato dal Governo e approvato in Commissione Affari Sociali della Camera, il quale prevede che:

Le associazioni iscritte nell’albo istituito ai sensi dell’articolo 937, comma 1, del testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, che svolgono in via principale una o più attività di interesse generale di cui all’articolo 5 del presente codice, possono essere iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore, nel rispetto della specificità della composizione della loro base associativa e delle finalità di cui al medesimo articolo 937.

A tal proposito sono stati stanziati 6,75 miliardi di euro per l’anno 2025 e 3,95 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.

Leggi anche: Enti del Terzo Settore, nuovo DDL: cosa cambia nelle politiche sociali?

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Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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