Si è spento il 30 settembre scorso Dikembe Mutombo, stella del basket mondiale, ricoverato da due anni in una clinica di Atalanta, a causa di un tumore cerebrale.
Oltre a essere ricordato come il più grande difensore dell’NBA dal 1991 al 2009, era noto anche per il suo impegno sociale. Diventò infatti ambasciatore dell’NBA e delle Nazioni Unite.
Originario della repubblica Democratica del Congo, ha vinto per quattro volte il premio di miglior difensore della stagione. Con un’altezza di 2 metri e 18 centimetri, sfruttava le sue qualità fisiche per stoppare gli avversari, tanto da aggiudicarsi il secondo posto mondiale per numero di tiri bloccati a canestro, subito dopo Hakeem Olajuwon.
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Chi era Dikembe Mutombo? Vita e carriera
Dikembe Mutombo è nato a Kinshasa, in Repubblica del Congo, il 25 giugno 1966. Settimo di dieci fratelli, si è trasferito negli Stati Uniti per studiare al college a Georgetown. Da quel momento in poi inizia la carriera agonistica di Mutombo, il quale entra a giocare nell’NBA, dove rimarrà per 18 anni, fino al ritiro nel 2009.
Fra le squadre in cui ha giocato si ricordano i Denver Nuggets, gli Atlanta Hawks e gli Houston Rockets. Ha partecipato otto volte nell’All-Star Game, la competizione in cui si scontrano le stelle del basket, mentre nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame della NBA, uno dei riconoscimenti più alti per un giocatore di pallacanestro.
Sul campo Mutombo era celebre per il gesto del “finger wag“, il movimento del dito dopo una stoppata, come a dire ai suoi avversari che non potevano attaccare. Il gesto era accompagnato dalla frase “not in my house“, “non a casa mia“.
Capace di parlare nove lingue, cinque africane, seguite da inglese, francese, portoghese e spagnolo, durante la sua carriera è diventato cittadino americano.
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L’impegno sociale
Dikembe Mutombo non è stato solo un grande cestista ma anche un accanito filantropo. Durante la sua vita ha finanziato una serie di programmi sociali, soprattutto in Africa. Il suo intento era garantire un futuro ai suoi connazionali dell’allora Zaire e a tuta l’umanità.
Come affermato dal Washington Post, il campione contribuì alla costruzione di ospedali e alla diffusione di vaccini, finanziò il viaggio della nazionale femminile congolese alle Olimpiadi di Atlanta del 1996 e nel 1997 diede vita alla Dikembe Motumbo Foundation. Grazie alla fondazione ha costruito un ospedale nella periferia di Kinshasa con 300 posti letto, intitolato Biamba Marie Mutombo Hospital e alla memoria della madre, morta di ictus proprio nel 1997.
Nel 2001 e nel 2009 ha conseguito il J. Walter Kennedy Citizenship Award, premio consegnato all’allenatore o giocatore che si è impegnato maggiormente nel sociale, durante la stagione sportiva.
Questo il ricordo di Adam Silver, il commissario dell’NBA:
Sul campo è stato uno dei più grandi stoppatori e difensori nella storia della Nba.
Fuori metteva tutto il suo cuore e la sua anima nell’aiutare gli altri.