Bimbo di tre mesi scampato al maltempo stringe la mano del vigile che l’ha salvato: “Ecco il senso del nostro lavoro”

Due storie a lieto fine tra tutte le notizie che riguardano le vittime del maltempo di questi giorni a Bologna. Il professore Tomaso Trombetti ha salvato la sua abitazione grazie ai calcoli matematici, mentre scalda il cuore la foto del bambino di tre mesi che stringe la mano di un soccorritore.

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Il maltempo e le piogge torrenziali stanno provocando numerosi danni in Emilia-Romagna, eppure le storie a lieto fine si possono scovare anche in situazioni disastrose.

Due esempi riguardano quanto accaduto il 19 ottobre nella città di Bologna, dove un professore universitario è riuscito a proteggere la propria abitazione dall’esondazione del torrente Ravone, mentre un bambino di tre mesi è stato messo in salvo da un gruppo di soccorritori.

La storia di Tomaso Trombetti

Il 19 ottobre, Tomaso Trombetti, professore dell’Università di Bologna, al Dicam, il dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali, è riuscito a salvare la propria abitazione dai possibili danni del maltempo, grazie alle sue abilità di calcolo. Il docente ha spostato l’automobile dal suo garage e ha scavato la terra del giardino per quattro ore, dalle 18 fino alle 22, per poi riempire dei sacchi e proteggere la casa.   

Trombetti abita in via Guerrini, dietro la chiesa di San Paolo al Ravone, in zona Andrea Costa. L’area è stata soggetta a un accumulo di acqua e fango, che hanno causato un vero e proprio disastro. Queste le sue dichiarazioni, in un’intervista al Corriere della Sera:

Avevo fatto due conti e avevo immaginato che, se fosse arrivato un episodio grave di maltempo, il Ravone, che ha una strozzatura in fondo, in zona Saffi, che dopo l’alluvione del maggio 2023 è stata tappata all’altezza di quel negozio che aveva subìto così tanti danni, sarebbe esploso prima, cioè nella zona di via Andrea Costa e strade limitrofe.

Il Ravone passa prima sotto via Sabotino e poi sotto via Saffi dove c’è una strettoia, ma se non esonda lì, dove vuoi che esondi, mi son detto.

Era matematico, in base ai miei calcoli, che sarebbe successo il disastro in questa zona.

Ciò che più addolora Trombetti è che sia riuscito a salvare solo la sua abitazione e non abbia fatto in tempo ad avvisare i suoi vicini. 

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Le dichiarazioni di Trombetti

In quanto esperto in materia, Trombetti si è lasciato andare a diverse dichiarazioni, nell’intervista al Corriere della Sera, rispetto ai disastri causati dal maltempo. Secondo lo stesso professore, per evitare eventi simili sarebbe necessario studiare in maniera particolareggiata i torrenti che scorrono sotto le città, in zone densamente abitate.

Proprio per questo, il 19 ottobre, Trombetti ha monitorato la situazione delle piogge, accorgendosi di un peggioramento del loro andamento. Queste le sue parole:   

Qualche anno fa con il mio gruppo di lavoro all’università abbiamo fatto un progetto di studio sul rischio congiunto, nella fattispecie il rischio idraulico sommato a quello sismico.

Quello che venne fuori rispetto alla problematica idraulica è che si poteva lavorare su due livelli, uno globale e uno puntuale.

Il livello puntuale è quello che consente di agire nel brevissimo periodo in situazioni di emergenza, cioè mettere in campo tutte quelle soluzioni tecniche e pratiche che consentono di mettere in sicurezza la propria casa, un edificio, una strada.

Nel caso dell’alluvione, si pensi solo a quello che si fa a Venezia, stiamo parlando di paratìe, barriere, sacchi….

Per quanto riguarda il livello globale, invece, ha affermato:

Chiaramente in questo caso si tratta di interventi più complessi.

Serve, come dice il sindaco, uno studio ingegneristico che vada a mappare nel dettaglio tutto il percorso dei torrenti che scorrono sotto la città e vada sostanzialmente a vedere dove sono i colli di bottiglia, agendo su quelli.

Pensiamo al Ravone: gli va dato un percorso per consentirgli di sfogare o gli vanno create delle casse di espansione, per esempio; se ci sono delle strozzature e le conosciamo, bisogna eliminarle, ma è una cosa molto complessa perché questi interventi devono essere compatibili con la forte urbanizzazione.

Bisognerebbe creare nuovi canali….

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Il neonato di Bologna

Sempre il 19 ottobre si è assistito a un’altra storia a lieto fine, che ha come protagonista un bambino di tre mesi.

I soccorritori sono stati chiamati da alcune persone rimaste isolate a causa delle frane, in via Orné, nella località di Pizzano. Una famiglia con un bambino di tre mesi è stata messa in salvo grazie all’intervento dell’elisoccorso, giunto sul luogo in quanto il passaggio via terra era stato reso impossibile a causa del fango. Questo il commento dei vigili del fuoco rispetto all’accaduto: “Nella manina che stringe quella dell’elisoccorritore che l’ha salvato c’è tutto il senso del nostro lavoro“.

Oltre al neonato e alla sua famiglia, i soccorritori hanno tratto in salvo anche un uomo di 92 anni, cardiopatico, il quale è stato raggiunto dal Soccorso alpino, dopo che un’ondata aveva sfondato la porta della sua casa. L’anziano è stato trasportato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.

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