Cosa succede alle pensioni minime nel 2025? Queste ultime dovrebbero aumentare del 2,7%, passando da 614,17 euro a 631,37. Come riporta “ANSA” la nuova Manovra del Governo potrebbe introdurre una novità, ossia utilizzare i fondi integrativi alimentati con il TFR per un motivo ben preciso.
Si potrà, quindi, lasciare il lavoro con un assegno minimo a 67 anni, dando la possibilità di andare in pensione a chi non ha raggiunto l’importo dell’assegno sociale col sistema contributivo.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, prendendo parte a un evento a Genova organizzato dalla Lega per i due anni del Governo Meloni e i risultati raggiunti finora dal partito, ha così annunciato cosa cambierà per il 2025: “Con la manovra 2025 il taglio del cuneo coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto ai 13 milioni già interessati dalla misura attualmente in vigore”.
Pensioni minime e taglio del cuneo, tutte le nuove misure previste dal Governo
Il ministro dell’Economi e delle Finanze Giorgetti ha dichiarato a Genova quali sono i piani del Governo per il 2025:
L’anno scorso abbiamo introdotto la decontribuzione per 13 milioni di lavoratori con reddito fino a 35mila euro, quest’anno prenderà un’altra conformazione, la potremo chiamare defiscalizzazione, non soltanto lo confermiamo, ma la estendiamo a un altro milione e trecentomila lavoratori fino a 40mila euro che l’anno scorso non lo avevano.
Inoltre, Giorgetti ha sottolineato che saranno introdotte altre misure: “Non solo, le lavoratrici donne e madri con due figli e oltre avranno un’ulteriore forma di aiuto e decontribuzione fino a quando ogni figlio avrà dieci anni. Poi introdurremo una serie di misure per tutelare le famiglie con figli”.
Il ministro Giorgetti e ha dichiarato anche che sarà prevista un ulteriore misura per i dipendenti trasferiti in altre sedi dalle aziende:
Una misura nuova introdotta che voglio in qualche modo annunciare è il benefit fiscale fino a 5mila euro per rimborsare le spese dei lavoratori che le aziende trasferiscono.
Cosa cambierà per le banche nel 2025?
Nella trasmissione Radio Anch’Io condotta da Giorgio Zanchini, il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio, Dario Damiani, ha svelato il suo punto di vista in merito alla Manovra per il 2025 del Governo:
Non siamo felicissimi del tetto agli stipendi dei manager pubblici.
In questi anni, proprio a causa del tetto, molti manager hanno lasciato la pubblica amministrazione per le aziende private.
La P.A. ha già subito un notevole depauperamento di risorse umane, non può vedere un ulteriore spostamento di figure apicali verso il settore privato.
Serve una riflessione.
E cosa accadrà alle banche? Ecco ancora le parole di Dario Damiani:
In un momento particolare del Paese, se un settore strategico come sono le banche ha potuto godere di particolari guadagni, allora può contribuire un po’ di più offrendo risorse da utilizzare nella manovra finanziaria.
Facciamo attenzione, però, i ricavi delle banche non derivano da speculazioni, bensì dall’aumento dei tassi.
Ora che i tassi stanno ritornando nel giusto alveo, le banche potrebbero vedere questi maggiori profitti assottigliarsi.
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