venerdì, 17 Gennaio 2025
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Pompei, lo studio del DNA riscrive la storia diversamente da come la conosciamo

Lo studio del DNA su alcuni resti sepolti sotto la cenere a causa dell'eruzione del Vesuvio a Pompei nel 79 d.C. svela importanti novità: "Alcuni individui trovati vicini non sono in realtà imparentati".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

Il 79 d.C. è una data storica che tutti ricordiamo: il Vesuvio eruttò, distruggendo la città di Pompei e coprendo sotto lo strato di cenere molti corpi. E ne è passato di tempo, eppure, la ricerca non si arresta mai. Infatti, lo studio DNA raccolto dai calchi di chi si pensava abitasse nella colonia romana ha evidenziato un incredibile risultato, come riporta “ANSA”.

Il team di studiosi composto da David Reich e Alissa Mittnik dell’Università di Harvard e da David Caramelli dell’Università di Firenze ha portato alla luce un dettaglio finora mai scoperto: i rapporti di parentela non corrispondono alle tradizionali interpretazioni che sono state formulate nel corso dei secoli.

Il DNA è stato estrapolato da resti frammentati mixati ai calchi in gesso e, tra questi ultimi, gli studiosi hanno focalizzato la loro attenzione su 14 in particolare in fase di restauro. Ebbene, i risultati emersi hanno permesso di scoprire quale fosse il vero legame di parentela, il sesso e la discendenza di coloro che sono rimasti vittime dell’eruzione del Vesuvio anche in base alla posizione in cui sono stati ritrovati i corpi. Tale ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Current Biology”.

Cosa ha evidenziato lo studio del DNA su alcuni resti di Pompei?

pompei, resti

Nel 1700 sono stati inaugurati i primi studi sulla città e alcune ipotesi, svolte in passato, si sono rivelate errate e non corrispondenti al vero. I dati esaminati oggi, invece, hanno evidenziato importanti informazioni sugli abitanti di Pompei durante l’eruzione vesuviana del 79 d.C.

Per molto tempo uno scheletro che si pensava fosse una madre in realtà è un uomo e non ha alcun rapporto di parentela con il bambino che sta abbracciando a mo’ di protezione. Inoltre, la ricerca coordinata dall’Università di Harvard e di Firenze ha messo in rilievo un aspetto finora mai considerato.

Molte persone, che si sono trovate accanto per puro caso durante l’eruzione, tentando di sfuggire alla tragedia, non hanno alcuna relazione familiare. Il DNA studiato ha svelato anche che i 14 individui discendevano principalmente da immigrati originari delle zone del Mediterraneo orientale.

Cosa ha rivelato lo studio David Caramelli sulla ricerca portata avanti a Pompei

L’antropologo dell’Università di Firenze che ha preso parte allo studio, David Caramelli, ha rivelato all'”ANSA” che “questo studio sottolinea l’importanza di integrare i dati genetici con le informazioni archeologiche per evitare interpretazioni errate. In caso contrario, infatti, le narrazioni rischiano di riflettere la visione del mondo dei ricercatori, piuttosto che la realtà“.

Gli studiosi, come affermato in precedenza, hanno esaminato 14 calchi, e da 7 in particolare sono riusciti ad ottenere del DNA ancora leggibile, portando alla luce incredibili scoperte sul mondo antico:

Ad esempio, un adulto che indossava un bracciale d’oro e teneva in braccio un bambino, che si riteneva fossero madre e figlio, sono in realtà risultati essere due individui maschi non imparentati tra loro.

Un’altra coppia che si pensava fossero due sorelle, oppure madre e figlia, sono invece due uomini senza legami di parentela.

E il DNA di un altro individuo, che era stato ritrovato all’interno della cosiddetta Villa dei Misteri, ha rivelato la sua ancestralità non locale.

David Caramelli ha sottolineato anche un altro aspetto rilevante della ricerca: “Questa è la prima volta che si riesce a estrarre materiale genetico dai calchi di gesso”.

Leggi anche: Arriva la mappa 3D che svela come funziona il cervello: “Mai visto niente del genere”

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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