Il tema della maternità è uno dei più scottanti e delicati del momento, soprattutto dopo l’approvazione della legge che rende la maternità surrogata reato universale. Per le donne senza utero, diventare madri risulta sempre più difficile. La pratica della maternità surrogata è illegale nel nostro paese dal 2004, ma da quest’anno è diventato illegale anche tornare in Italia, dopo che si è fatto ricorso alla maternità surrogata in un paese estero.
Dunque, tolta questa possibilità, quali sono le opzioni a cui le donne senza utero dalla nascita o a cui l’utero è stato asportato possono ricorrere per diventare madri? Una maternità di tipo biologico, data questa nuova legge, sembra impossibile, a meno che non ci si trasferisca in maniera definitiva in un paese dove la pratica della maternità surrogata è consentita.
Tuttavia, se si intende la maternità come qualcosa di non biologico, ma puramente affettivo ed emotivo, ci sono diverse soluzioni consentite dalla legge a cui si può ricorrere per diventare madri. In qualsiasi caso, anche in quelli dove la maternità biologica è possibile, diventare madri può essere un percorso difficile e complesso, spesso doloroso, soprattutto se insorgono problemi di salute o di poliabortività.
Le pratiche per portare avanti una gravidanza per persone che non hanno l’utero sono sicuramente molto complicate, ma grazie alla medicina per le donne senza utero non è più impossibile essere madri. Grazie ai passi da gigante fatti in ambito genetico e scientifico, si può ricorrere a diversi metodi come il trapianto dell’utero.
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Perché adottare?
L’adozione è una delle pratiche possibili per le donne che non hanno l’utero di poter diventare madri. Questa soluzione può essere scelta anche da donne che hanno l’utero ma sono sterili o hanno difficoltà a portare a termine una gravidanza. Tuttavia, soprattutto in Italia, ci sono diverse problematiche legate alle adozioni.
Innanzitutto per portare a termine una pratica di adozione ci vogliono dei tempi molto lunghi e spesso le attese possono essere molto frustranti. Inoltre, questa via d’accesso alla maternità è possibile solamente per donne che hanno un marito. Attualmente, infatti, in Italia l’adozione è preclusa alle donne single a alle coppie di fatto. Inoltre, ad escludere questa scelta, spesso influisce il desiderio di una genitorialità biologica.
Le donne senza utero possono ricorrere al trapianto
Una delle ultime innovazioni nel campo della medicina riproduttiva, che potrebbe permettere alle donne senza utero di portare avanti una gravidanza, è il trapianto di utero. Già ci sono stati i primi casi di bambini nati in seguito ad un trapianto di utero. A differenza degli altri organi trapiantati, quello dell’utero è un trapianto temporaneo che permette alle donne senza utero di portare avanti una gravidanza e poi una volta conclusa di rimuovere l’organo così da non dover continuare ad assumere farmaci immunodepressivi.
Nel 2022 è nata Alessandra, la prima bambina in Italia ad essere nata da una madre che si è sottoposta al trapianto. La madre era una priva di utero a causa della sindrome di Rokitansky. L’utero è stato donato da una donna morta. Riguardo alla nascita della bambina, il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo ha affermato:
La piccola Alessandra oggi rappresenta per le donne nate prive di utero una speranza concreta di poter condurre una gravidanza ed è l’ennesima testimonianza di come la medicina dei trapianti e la donazione degli organi siano un valore da promuovere sempre di più.
Altri scenari
Per le donne senza utero il trapianto dell’organo non è la sola soluzione. La medicina riproduttiva sta facendo dei passi enormi che possono essere di grande aiuto per le donne senza utero. La criopreservazione degli ovociti permette di prendere tempo in attesa di nuove scoperte in questo ambito e può essere utile anche qualora si decidesse di ricorrere al trapianto.
Oltre a queste opzioni, per le donne senza utero le possibilità di diventare madri biologiche è in aumento grazie alle nuove sperimentazioni. Si è aperta la possibilità di creare uteri sintetici e di sviluppare nuove tecniche di fecondazione assistita.
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