La legge per rendere la maternità surrogata reato universale sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale lunedì 18 novembre.
Il disegno di legge era stato infatti approvato in via definitiva dal Senato il 16 ottobre e firmato il 4 novembre scorso dal Presidente della Repubblica. Quindi, il reato di gestazione per altri sarà perseguibile anche se compiuto da cittadini italiani all’estero.
La maternità surrogata diventerà presto reato universale
La gestazione per altri diventerà reato universale ufficialmente il prossimo 18 novembre quando verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. Il ddl responsabile è stato presentato e firmato dalla deputata di Fdi Carolina Varchi e approvato oggi in Senato.
La maternità surrogata in Italia è già un reato da ben 20 anni, precisamente dalla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, ma dal prossimo lunedì la punibilità si estenderà anche a chi compie tale pratica all’estero.
Le modifiche approvate aggiungono una nuova disposizione: “Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla maternità surrogata, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”.
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Che cos’è la maternità surrogata
La maternità surrogata è un percorso attraverso il quale una donna, detta
madre surrogata o gestante per altri (GPA), accetta di portare avanti una gravidanza per conto di altre persone o coppie, generalmente con l’intenzione di cedere il bambino ai genitori designati dopo la nascita.
Questa pratica, complessa sia dal punto di vista medico che legale, è spesso scelta da coppie che non possono avere figli biologici, persone single o coppie dello stesso sesso.
Esistono due principali tipologie di maternità surrogata che si differenziano in base al modo in cui avviene il concepimento:
- Maternità surrogata tradizionale: in questo caso, la madre surrogata fornisce anche il proprio ovulo, ed è quindi geneticamente legato al bambino. La fecondazione può avvenire attraverso l’inseminazione artificiale con lo sperma del padre intenzionale o di un donatore
- Maternità surrogata gestazionale: qui la madre surrogata porta in grembo un embrione creato tramite fecondazione in vitro (FIV), utilizzando l’ovulo e lo sperma dei genitori intenzionali o di donatori. In questo caso, la gestante non ha alcun legame genetico con il bambino. Questo tipo di surrogazione è più diffuso e generalmente preferito, soprattutto per le implicazioni etiche e legali.
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Il reato contro la maternità surrogata vuole davvero contrastare la mercificazione dei corpi femminili?
La maternità surrogata è sempre stata un argomento complesso che provoca fastidio e dissenso in ambito medico, legale e culturale.
Continua ad essere oggetto di un ampio dibattito etico, dove la libertà di scelta viene in un senso e anche nell’altro costantemente ostacolata e annullata.
Da un lato, la GPA offre infatti una speranza concreta a chi non può avere figli, dall’altro, solleva invece questioni paradossali riguardanti i diritti delle madri surrogate e il rischio di mercificazione del corpo femminile, almeno secondo i suoi oppositori e secondo il governo.
Le critiche si concentrano e si stringono sulla possibilità che le donne più vulnerabili, spesso in situazioni economiche difficili, siano sfruttate e possano utilizzare un corpo che è il loro e che appartiene solo a se stesse per procreare, quindi per compiere una scelta completamente autonoma.
Tale determinazione femminile si scontra appunto con una legge che potremmo definire ideologica che invece si professa proprio a tutela delle donne. Quelle stesse la cui libertà e soggettività viene intralciata da una legge.
I sostenitori della GPA sottolineano come, se regolamentata nel modo corretto, la maternità surrogata possa essere un atto di altruismo e consentire a molte persone di realizzare il sogno della genitorialità.
Entrambe le fazioni dimenticano però che secondo il principio all’autodeterminazione del proprio corpo ogni persona può decidere di fare ciò che vuole nel modo che ritiene più opportuno.
Quindi, com’è possibile vietare qualcosa su un corpo che non ti appartiene? A questa domanda può rispondere solo il governo.
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Mattarella: “Confesso, ho promulgato leggi che non condividevo, sbagliate e inopportune”
Proprio ieri, 15 novembre, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia per i 25 anni dell’Osservatorio permanente giovani-editori, ha ammesso che durante la sua presidenza ha compiuto azioni lontane dai suoi valori personali.
Sì, ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare.
Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità.
In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare.
Ed hai poi aggiunto che: “Significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario. Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l’uno all’altro, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con il suo compito e rispettando quello altrui. È il principio del check and balance“.
Magari l’inquilino del Quirinale si stava portando avanti in vista di quella che sarebbe stata firmata come legge contro chi pratica la gestazione per altri anche all’estero?
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