La raccolta fondi rappresenta una componente essenziale per il sostegno finanziario degli enti del Terzo settore, i quali svolgono un ruolo cruciale nella promozione del bene comune.
Questa attività deve, però, essere condotta nel rispetto di normative specifiche e principi legali, al fine di garantire trasparenza, fiducia e legalità da parte dei donatori.
Gli aspetti legali della raccolta fondi per enti del Terzo settore
La raccolta fondi, secondo il codice del Terzo settore, è definita come “il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva”. Anche se gli enti hanno svolto attività di raccolta fondi prima della riforma del Terzo settore, tuttavia la novità è che per la prima volta viene fornita una definizione, e quindi un riconoscimento da un punto di vista giuridico. Dalla definizione si evince come le risorse raccolte possano essere destinate esclusivamente al fine di sostenere finanziariamente le attività di interesse generale. Inoltre, la raccolta potrà essere svolta “anche in forma organizzata e continuativa, mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore”, cioè potrà avvenire sia attraverso l’erogazione liberale di denaro o beni sia tramite il pagamento di un corrispettivo a fronte di una cessione, da parte dell’organizzazione, di beni o servizi.
Gli aspetti legali che regolano la raccolta fondi per gli enti del Terzo settore includono obblighi normativi, tra cui la trasparenza e la tracciabilità, contabili e fiscali. I punti principali includono:
- Conformità alla normativa del codice del Terzo settore. Gli ETS devono rispettare le regole previste dal D.Lgs. 117/2017, che stabilisce principi di trasparenza, responsabilità e tracciabilità delle risorse
- Obbligo di trasparenza. Tutti gli ETS sono tenuti a rendere conto ai donatori e agli stakeholder di come vengono utilizzate le risorse raccolte, fornendo informazioni chiare, dirette e comprensibili. Rendere pubblico questo aspetto contribuisce a garantire che l’impiego dei fondi sia conforme agli scopi dichiarati
- Tracciabilità delle donazioni, che devono essere gestite in modo tracciabile, attraverso strumenti di pagamento elettronici o bonifici bancari, tali da garantire la tracciabilità
- Autorizzazioni per eventi pubblici, nei casi in cui la raccolta fondi avvenga attraverso questa tipologia di eventi. Potrebbero essere, quindi, necessarie delle autorizzazioni specifiche dalle autorità competenti
- Obblighi fiscali. Le raccolte fondi devono essere contabilizzate in modo corretto. Vanno registrate queste entrate rispettando le disposizioni fiscali applicabili, per garantire la deducibilità delle donazioni
- Rispetto delle norme sulla privacy. La gestione dei dati personali dei donatori deve essere conforme al GDPR
Gli enti del Terzo settore devono, inoltre, evidenziare, nella loro comunicazione pubblica, alcuni elementi che compongono l’attività di raccolta fondi: la figura del legale rappresentante dell’ente, ossia di almeno una persona di riferimento da contattare per ottenere informazioni sulla raccolta, della durata delle raccolte e del loro ambito territoriale, delle categorie dei beneficiari, delle modalità con cui eseguire le donazioni, gli eventuali benefici fiscali di cui il donatore può fruire e, qualora la raccolta sia effettuata per realizzare progetti specifici, l’obiettivo dei fondi, della loro destinazione e i tempi previsti per la realizzazione del progetto.
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Le raccolte fondi, ad oggi esistenti, possono essere svolte secondo diverse modalità: direct mail, telefono, face to face, direct response television, eventi sportivi, culturali o ricreativi, merchandising, salvadanai, lasciti testamentari, numerazioni solidali, donazioni online e raccolte fondi delle imprese for profit e per attività di sostegno a distanza. Tali raccolte sono regolate dall’omonimo codice, che rappresenta il punto di riferimento normativo principale. Al suo interno l’articolo 7 regola le attività di raccolta fondi, definendole come le iniziative volte a reperire risorse economiche, beni e altra utilità, tramite erogazioni liberali di denaro, da destinare alle finalità civilistiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Tali attività sono svolte nel rispetto di tre principi fondamentali:
- Veridicità delle informazioni fornite ai donatori, che devono essere chiare e veritiere
- Trasparenza nell’impiego delle risorse. Gli enti del Terzo settore devono renderne conto in modo dettagliato
- Tracciabilità delle operazioni finanziarie. Tutte le entrate devono essere documentate attraverso strumenti di pagamento che garantiscono la loro riconducibilità
Le donazioni effettuate a favore di ETS possono beneficiare di agevolazioni fiscali, come deduzioni e detrazioni. È importante, tuttavia, che queste vengano effettuate tramite metodi tracciabili. A tal fine è fondamentale documentare correttamente le donazioni, rilasciare ricevute o attestazioni e inserire nei bilanci annuali un dettaglio delle risorse raccolte e del loro relativo utilizzo. Se occasionali o strettamente legate agli scopi istituzionali, le attività connesse alla raccolta fondi possono essere esenti da IVA.
Qualora la raccolta fondi venga effettuata attraverso eventi pubblici, quali ad esempio concerti, manifestazioni o mercatini, gli enti del Terzo settore sono tenuti a rispettare le normative locali e ottenere eventuali permessi richiesti. Questi possono includere autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico, comunicazioni alla questura per eventi di gran afflusso e rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione incendi.
Infine, il tutto dovrà avvenire nel rispetto della gestione dei dati personali dei donatori (GDPR, Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati). Gli enti sono tenuti a informare i donatori sul trattamento dei loro dati personali, a richiedere il consenso per finalità di marketing o comunicazioni e a garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati raccolti.
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Buone pratiche per una racconta fondi legale e trasparente
Per garantire che una raccolta fondi sia efficace e conforme alla legge gli enti del Terzo settore possono seguire queste buone pratiche:
- Predisporre un regolamento interno, creando ad esempio una guida che definisca le modalità di raccolta fondi, tracciabilità e trasparenza
- Pubblicare rendiconti dettagliati, inserendo nei bilanci annuali una sezione dedicata alla raccolta fondi, con informazioni sui fondi e sul loro utilizzo
- Formare personale e volontari, assicurandosi che i collaboratori conoscano le norme e le modalità operative corrette
- Utilizzare strumenti di pagamento elettronici che oltre a garantire la tracciabilità semplifichino la gestione delle donazioni
- Comunicare in modo trasparente, informando regolarmente i donatori sull’impatto delle loro donazioni
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