Il Museo Egizio di Torino festeggia 200 anni e per l’occasione vi sarà un programma ricco di eventi, il Festival 200, dal 20 al 22 novembre con spettacoli e visite guidate con ingresso gratuito su prenotazione. In particolare, per la giornata di mercoledì è prevista l’entrata dalle ore 21 alle 24 per una notte bianca al museo, in cui sarà possibile visitare la nuova Galleria dei Re, come riporta il “Corriere della Sera”.
Durante la giornata, invece, il Museo Egizio di Torino resterà chiuso a causa della visita istituzionale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Inoltre, vi saranno delle speed lectures di 15 minuti con egittologi nella giornata di giovedì 21 novembre e quattro repliche dello spettacolo Il canto del Nilo alla Galleria dei Re, mentre nella sala conferenze si discuterà della nuova Sala Materia. Forma del tempo.
Gli architetti Andreas Karavanas, Andrea Tabocchini e David Gianotten, di Oma, società che si occupa della riqualificazione del museo, accompagneranno i visitatori per un tour guidato alla Galleria dei Re nel pomeriggio, oltre ai laboratori in programma nelle altre sale.
Nella giornata conclusiva si svolgerà, oltre alle speed lectures, la cerimonia di presentazione del francobollo celebrativo del Bicentenario, mentre per la sezione Dietro le quinte del Museo Egizio verrà illustrato il nuovo allestimento dello statuario monumentale. Tra gli ospiti, oltre a Sergio Mattarella, sono attesi Alberto Angela e Emanuele Filiberto di Savoia.
Come è cambiato il Museo Egizio di Torino dal 2012 secondo la presidente Evelina Christillin?
Secondo la presidente del Museo, Evelina Christillin, come ha rivelato al “Corriere della Sera”, “ci sono dei simboli che qualificano Torino come eccellenza nel mondo e uno di questi è l’Egizio. È come la Juventus e il Toro”.
Inoltre, il Museo Egizio ha sempre investito in innovazione e nel progresso, che lo rende a oggi una delle realtà all’avanguardia nel settore, dal 2012, quando Evelina Christillin è stata eletta presidente, a oggi:
C’erano 13 dipendenti oggi siamo in 80, c’erano 4 milioni di fatturato oggi sono 17, c’erano 4500 mq di esposizione oggi sono 12mila.
Abbiamo uno staff scientifico che prima non c’era, abbiamo al momento 25 curatori che sono il frutto di un ragionamento imprenditoriale, nel senso che abbiamo investito sulla nostra collezione, studiandola, pubblicandola, digitalizzandola, esponendola.
E in vista dei 200 anni del Museo Egizio e dell’avvicinarsi della scadenza del mandato ― a fine 2025 ― vengono portati avanti importanti lavori:
Abbiamo concluso quelli nel Tempio di Ellesiya e nella Galleria dei Re, insieme al Salottino di Carlo Felice.
Riprenderanno a breve i lavori di copertura della piazza, non è stato facile con il maltempo.
C’è anche la parte ipogea realizzata con l’Istituto Italiano di Tecnologia.
Cosa rappresenta il Museo Egizio per il direttore Christian Greco?
In un’intervista al “Corriere della Sera” il direttore del Museo Egizio, Christian Greco, ha sottolineato che, in occasione dei 200 anni, mercoledì sarà riaperto il Tempio di Ellesiya e la Galleria dei Re, inoltre, entro la prossima estate termineranno i lavori alla corte interna mentre all’ipogeo ci saranno il giardino egizio e l’Egizio immersivo.
Ma non finisce qui. Christian Greco, infatti, vuole rendere il Museo Egizio ancora più inclusivo: “Vorrei rendere visitabili tutti i magazzini. Sto individuando nuovi spazi dove trasferire parte degli uffici, la nostra biblioteca, le aule didattiche e di formazione, così da liberare spazi per gli allestimenti“.
Un altro obiettivo da perseguire è rendere il Museo più visibile e trasparente: “Prima i torinesi erano meno del 10% dei visitatori, oggi sono il 25% […] ora è troppo grande per essere visitato in un giorno solo, spero che i torinesi vogliano cogliere l’invito a tornare più volte, sfruttando carte abbonamento o membership”. Christian Greco ha, inoltre, un altro desiderio: “Vorrei che il museo fosse la casa degli egiziani fuori dall’Egitto. Abbiamo ottimi rapporti con il Ministero delle Antichità Egiziane, il 20 novembre dovremmo accogliere anche il loro Ministro”.
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