Il cambiamento climatico è diventato un tema urgente, affrontato spesso anche nei film e nelle serie TV, diventando, questi ultimi, mezzi attraverso cui sensibilizzare il pubblico. Storie di fantasia o che traggono spunto dalla realtà, documentari o docu-fiction, non intrattengono più solo gli spettatori cinefili e appassionati ai TV shows, ma li spingono all’azione verso un mondo più sostenibile.
Dai blockbusters hollywoodiani fino ai documentari realizzati dalla Rai, come ad esempio Controcorrente, lo stato dell’acqua in Italia a metà tra film on the road e una missione ambientalista, il messaggio ci arriva forte e chiaro: fronteggiare le conseguenze del mondo in cui viviamo, imperversato dai cambiamenti climatici, è un imperativo.
Il mondo del cinema e delle serie TV, quindi, si mostra molto attento alla rappresentazione del climate change. A tal proposito oggi mercoledì 20 novembre alle ore 17 si terrà a Palazzo Madama il sesto incontro del ciclo di conferenze gratuite, con focus sui temi della mostra Change! Ieri, oggi, domani. Il Po.
Nella Sala Feste Jacopo Bulgarini d’Elci, progettista culturale, giornalista, comunicatore, studioso di cinema, critico televisivo e fondatore e direttore di Mondoserie.it, terrà una conferenza-spettacolo, facendoci immergere in un viaggio ‘ai confini della realtà’, addentrandoci in film e serie TV che hanno portato sul grande schermo, in modo del tutto personale, il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico cinematografico e televisivo secondo Jacopo Bulgarini d’Elci
Da scenari post-apocalittici a mondi fantascientifici, l’incontro in programma rifletterà, in particolare, sul tema di una natura fin troppo trascurata e abbandonata a se stessa, che si ribella in multiformi eventi, dallo scioglimento dei ghiacciai alla siccità, da epidemie a tornadi.
Si partirà subito con un’immagine profetica, da cui prende il nome la conferenza-spettacolo, i cieli arancioni e alienanti di Blade Runner 2049, il sequel del 2017 del film capolavoro di Ridley Scott, divenuti realtà, colorando la Bay Area di San Francisco il 9 settembre 2020.
Non solo città distopiche create dalla mente di uno dei registi più prolifici, Jacopo Bulgarini d’Elci ci teletrasporterà nel mondo di The Day After Tomorrow, per trasferirci in Giappone con Principessa Mononoke, per poi tornare negli Stati Uniti con The Last of Us e Don’t Look Up, fino al pianeta sabbioso di Dune, al viaggio in treno nel thriller futurista Snowpiercer, e tanto altro ancora.
Climate change al cinema e in TV, dall’aumento della consapevolezza popolare allo scetticismo
La redazione de ildigitale.it ha dialogato con Jacopo Bulgarini d’Elci, progettista culturale, giornalista, comunicatore, studioso di cinema, critico televisivo e fondatore e direttore di Mondoserie.it. Ecco le sue parole in merito all’evento che si terrà oggi a Palazzo Madama, in cui racconterà la messa in scena del climate change tra cinema e TV:
Parto da un’immagine potente, sorprendente, disturbante.
Le riprese, reali, dei cieli arancioni che trasformano l’area della baia di San Francisco, il 9 settembre 2020, come conseguenza dei terribili incendi che stavano flagellando la California.
Un’immagine che era stata evocata, quasi profeticamente, tre anni prima, nello 2017, da Denis Villeneuve in Blade Runner 2049.
Da qui inizia una riflessione sull’intreccio tra realtà e finzione, il tema che indaghiamo di più nel progetto Mondoserie e che, nel caso del cambiamento climatico, diventa un racconto tanto spettacolare quanto drammatico, quello di come per decenni si siano accumulati allarmi, sia della scienza che della fantascienza, sia di realtà che di finzione, sul rischio sempre più incombente del collasso ambientale.
Jacopo Bulgarini d’Elci sposta, poi, il focus, su due altre questioni imprescindibili nell’equazione cambiamento climatico-cinema-serie TV:
Cerchiamo anche di riflettere su come questa spettacolarizzazione del tema abbia prodotto da un lato un aumento della consapevolezza popolare, ma dall’altro, forse, un incremento dello scetticismo.
Producendo per paradosso visioni così spettacolari da risultare irreali, anche se, come le cronache ormai costanti ci ricordano, alla fine realistiche.
E, appunto, profetiche.
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