venerdì, 17 Gennaio 2025
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Da 6 mesi a 3 anni di carcere per chi maltratta gli animali, Brambilla: “È una rivoluzione”

È stata approvata ieri dalla Camera la proposta di legge che intende inasprire le pene per chi maltratta gli animali. Per Brambilla è un evento rivoluzionario ma molte sono le criticità.

La Camera dei deputati ha approvato ieri, 21 novembre, la proposta di legge AC30, che vede un inasprimento delle pene circa il maltrattamento degli animali animali. A votare a favore sono state le forze di centrodestra, mentre si sono astenuti centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Affinché diventi una vera e propria legge, è necessario, però, che la proposta venga accolta anche dal Senato.

Nonostante le incertezze della Onlus Lega anti vivisezione (Lav), la prima firmataria del testo, la deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla, ha accolto con entusiasmo la vicenda, affermando:

Dedico alle vittime mute e invisibili, al cane Aron, al gatto Leone e a tutti gli animali di cui non si è mai parlato e mai si parlerà, il frutto di questo grande e incessante impegno: è stata la mia promessa e l’ho mantenuta!

L’approvazione nell’aula di Montecitorio della pdl AC30, di cui sono prima firmataria e relatrice, è una rivoluzione!

Cosa prevede la proposta di legge?

La proposta di legge AC30 prevede un inasprimento delle pene, cioè sia multe che carcere, per chi compie reati contro gli animali. In particolare, chi compie il reato di uccisione è soggetto a minimo sei mesi di reclusione e tre anni al massimo. La legge precedente, invece, prevedeva una reclusione di minimo quattro mesi, fino ad arrivare a due anni. Per quanto riguarda la multa, fino a ora non prevista, andrà dai 5 mila ai 30 mila euro.

Se l’uccisione è compiuta mediante sevizie o in un tempo prolungato, che provoca sofferenza aggiunta all’animale, il carcere va da minimo un anno a massimo quattro, mentre la multa può variare dai 10 mila ai 60 mila euro. Rispetto al maltrattamento degli animali, le pene passano dai precedenti tre mesi minimo e diciotto massimo, a sei mesi fino ad arrivare ai due anni di reclusione, con il pagamento di una multa che oscilla tra i 5 mila e i 30 mila euro. Oggi quest’ultima è prevista ma in sostituzione alla reclusione.

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Puniti anche coloro che maltrattano animali altrui

Pene più aspre anche per coloro che uccidono o danneggiano animali altrui, i quali potranno essere accusati direttamente dalle autorità giudiziali, indipendentemente dalla denuncia di terzi. Si passa, quindi, da una reclusione di sei mesi fino a un anno , a un anno minimo e quattro anni massimo. A questa si richiede di accompagnare anche una multa. Aggiunte, inoltre, le aggravanti secondo il nuovo articolo 544-septies del Codice Penale, nel caso in cui i fatti siano commessi in presenza di minori, nei confronti di più animali o se la vicenda viene diffusa attraverso strumenti informatici e telematici.

Aumentano anche le pene circa il traffico di animali, soprattutto quelli senza microchip e passaporto. Dai tre mesi minimo all’anno massimo di reclusione, si passa ai quattro mesi minimo fino ai diciotto. La multa, invece, raggiunge i 6 mila o 30 mila euro. Infine, verrà revocata definitivamente l’autorizzazione all’esercizio dell’attività al trasportatore o titolare dell’azienda commerciale, se si compiono tre violazioni in tre ani del divieto di introdurre illegalmente animali da compagnia.

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Ulteriori novità

Sono previste solo multe per chi abbandona o detiene animali in condizioni incompatibili con la natura etologica del cucciolo. Le pene passano, dunque, da un minimo di mille euro a 5 mila euro, con un massimo di 10 mila. In concomitanza con il nuovo Codice della strada che intende ciò come un aggravante, verranno aumentate le pene fino a un terzo nel momento in cui l’abbandono avviene sulla strada o nelle pertinenze. In questo caso, l’ammenda minima può aumentare notevolmente.

Le pene non riguardano solo reati compiuti contro cani e gatti ma anche contro animali di specie protetta. Ciò comporta una reclusione che passa da un mese minimo e sei mesi massimo, a sei mesi minimo e un anno massimo. La multa aggiunta, invece, arriverà fino a 8 mila euro. Nel caso in cui venga distrutto o deteriorato un sito protetto, l’arresto va dai tre mesi ai due anni. Anche in questo caso ci sarà un’ammenda da pagare, non inferiore ai 6 mila euro.

La reazione di Michela Vittoria Brambilla

A dimostrare estremo entusiasmo rispetto all’approvazione della proposta di legge da parte della Camera dei deputati è stata Michela Vittoria Brambilla. La prima firmataria del testo ha, infatti, dichiarato:

Questo è il cambiamento che in molti attendevano, credo che se ne coglierà presto la portata.

Alla percezione di sostanziale impunità, che accompagna chi commette crimini contro gli animali, corrisponde un sentimento di profonda indignazione in ampi settori dell’opinione pubblica, di tutti gli orientamenti politici e culturali, un sentimento che non era e non è possibile ignorare.

A chi invece sogna l’impunità solo perché le vittime sono animali e non possono neanche parlare, dico che continui a sognare o si trasferisca in un altro Paese, perché qui per l’impunità non c’è spazio.

Già a marzo 2022 la Commissione Giustizia aveva esaminato nove disegni di legge, incentrati sulla modifica del Codice penale, con il fine di rafforzare le disposizioni circa i reati contro gli animali. A tal proposito, la deputata di Noi Moderati ha sottolineato:

Da quattro legislature porto avanti, e ne sono orgogliosa, questa battaglia di civiltà, che non ha colore politico, come dimostra il lavoro trasversale che facciamo nell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali.

Avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate.

Ricordo il cane Angelo torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron bruciato a Palermo, il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto.

E poi ci sono gli altri che non potrei citare tutti neppure se avessi a disposizione molte ore.

Oggi posso dire di avere raggiunto un traguardo, di aver ottenuto pene più elevate, di aver mantenuto la promessa.

Brambilla, infine, ha dimostrato grande fiducia nel proprio operato, promettendo di impegnarsi affinché la proposta diventi legge:

Garantisco che non mi fermerò qui, proseguirò su tutti i fronti che richiedono l’attenzione di chi veramente ama e rispetta gli animali, nostri fratelli minori, nostri compagni di viaggio sull’arca planetaria.

Le incertezze della Lega anti vivisezione

La Lega anti vivisezione, tra le maggiori associazioni animaliste in Italia, ha espresso fin da subito dei dubbi inerenti alla proposta di legge. Seppure il presidente Gianluca Felicetti abbia sottolineato piacevolmente alcuni aspetti, come la possibilità di affidare definitivamente gli animali sequestrati a cittadini o associazioni prima della conclusione del processo, non sono mancate le critiche al testo. Prima di ogni cosa, la Lav sostiene che:

Le pene previste per chi maltratta o uccide animali non rappresentano un concreto passo in avanti rispetto alla normativa vigente e tradiscono le originarie aspettative e i proclami degli stessi parlamentari che avevano promesso “pene più dure, pene più efficaci”.

Chi maltratta e uccide animali, infatti, come nel caso della capretta di Anagni o del cane Aron, potrà continuare a usufruire di misure come la “messa alla prova” o essere prosciolti per “tenuità del fatto”.

Inoltre, secondo l’associazione, l’Aula avrebbe bocciato delle circostanze aggravanti fondamentali, che avrebbero consentito di punire in maniera più aspra ci uccide gli animali dei conviventi, chi usa armi da fuoco oppure maltratta i cuccioli per negligenza o trascuratezza. Quindi, altre critiche vengono rivolte sulla detenzione a catena:

Costituisce un vero e proprio regresso nella tutela giuridica degli animali del tutto non in linea con altre fonti normative vigenti (come, ad esempio, le Leggi regionali di Calabria, Campania, Marche e Umbria) che già ne prevedono un divieto tout court, senza eccezioni, peraltro peggiorato nel corso della discussione dell’Aula odierna.

Infine, sono state soggette alle critiche degli attivisti del Lav la mancanza di misure concrete che controllino e prevengano reati contro gli animali:

Riteniamo molto negativa anche la soppressione dell’intero articolo relativo all’estensione della previsione della confisca degli animali nel caso in cui non si arrivi a condanna, nonché all’interdizione perpetua alla detenzione di animali d’affezione.

Per quanto riguarda, infine, i Centri di accoglienza per animali vittime di reato, all’esito dell’Aula è venuta meno da parte della Commissione Giustizia, nella giornata di ieri, anche la disposizione che ne avrebbe previsto l’istituzione da parte dello Stato cassando uno strumento fondamentale per assicurare agli animali adeguata protezione.

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