Ottenere contributi pubblici è una delle principali strategie che un’organizzazione no-profit può adottare per supportare progetti e finanziare le proprie attività. Questo processo richiede, però, il rispetto di normative specifiche, la capacità di individuare opportunità di finanziamento e la presentazione di progetti dettagliati.
Vediamo di cosa si tratta, e quali sono i passi da compiere per ottenere finanziamenti pubblici.
Come ottenere contributi pubblici per un’organizzazione no-profit
Sono diversi i modi con cui un’organizzazione no-profit provvede al proprio finanziamento. Il mezzo più comune è la richiesta ai vari soci di una quota d’iscrizione (quota associativa). Tuttavia questo contributo non basta. Un peso significativo è svolto dai contributi pubblici. Per ottenerli occorre che l’organizzazione sia riconosciuta giuridicamente e che sia formalmente costituita e riconosciuta. In Italia, ciò significa essere iscritti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) o essere classificati come:
- APS (Associazioni di Promozione Sociale)
- ODV (Organizzazioni di Volontariato)
- ETS (Enti del Terzo Settore). Questa iscrizione garantisce che l’ente sia conforme alle normative italiane sul no-profit e che operi senza scopo di lucro
In secondo luogo vanno individuati i bandi di finanziamento. Solitamente i contributi pubblici sono spesso erogati attraverso bandi promossi da enti pubblici come:
- Comuni, Regioni e Province, aiuti economici offerti per eventi culturali, progetti sociali o attività educative
- Ministeri, ad esempio il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
- Unione Europea, tramite programmi specifici come Erasmus+, Horizon Europe o il Fondo Sociale Europeo, spesso destinati a progetti innovativi o di impatto sociale
- Fondazioni pubbliche
È fondamentale monitorare i siti ufficiali delle istituzioni, o delle piattaforme come Italia No-Profit, o il portale dei bandi europei, per identificare le opportunità rilevanti, o iscriversi a newsletter tematiche. In seguito si può passare alla preparazione del progetto. La richiesta di contributi pubblici, infatti, deve essere sempre accompagnata da un progetto ben strutturato, che includa: obiettivi specifici, un piano d’azione dettagliato, i beneficiari ossia chi trarrà vantaggio dal progetto, un budget trasparente e dettagliato.
I bandi pubblici, solitamente, richiedono una serie di documenti che dimostrino la legittimità dell’organizzazione e la fattibilità del progetto. I più comuni sono: lo statuto dell’organizzazione, il bilancio annuale approvato, il certificato di iscrizione al RUNTS e il curriculum dell’ente. Inoltre, la domanda di partecipazione deve essere compilata seguendo attentamente le istruzioni del bando e, in molti casi, il processo può avvenire tramite piattaforme digitali.
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Guida ai contributi pubblici per le no-profit
Ottenere contributi pubblici per un’organizzazione no-profit è un processo che richiede competenza, strategia e una buona conoscenza delle opportunità. Per sostenere le attività di un’associazione impegnata nel sociale, nella cultura o in altri ambiti di interesse pubblico, i finanziamenti pubblici possono provenire da enti locali, nazionali o europei. Le tipologie di contributi disponibili sono:
- Contributi a fondo perduto. Si tratta di finanziamenti che non devono essere restituiti, ma che solitamente sono destinati a progetti di utilità sociale, innovazione o inclusione. Essi provengono oltre che da sovvenzioni pubbliche, anche da fondazioni ed enti filantropici, programmi di sviluppo comunitario, gestititi da organizzazioni governative, ONG, o istituzioni internazionali, programmi di aiuti umanitari e di emergenza (gestiti da organizzazioni come l’UNICEF), programmi di ricerca, premi e concorsi
- Cofinanziamenti. In alcuni casi l’organizzazione deve contribuire con una parte delle risorse necessarie per il progetto, integrando il contributo pubblico
- Sovvenzioni per spese operative. Alcuni bandi prevedono sovvenzioni per coprire i costi di gestione ordinaria dell’ente, come affitti, utenze o stipendi
- Finanziamenti europei. L’Unione Europea offre opportunità significative per le organizzazioni no-profit, soprattutto per progetti transnazionali. Programmi come Erasmus+, Horizon Europe e Fondi strutturali sono ottime risorse
Oltre all’accesso ai finanziamenti pubblici, gli enti del Terzo settore hanno diritto anche a diverse agevolazioni:
- Regime fiscale agevolato con esenzioni e riduzioni fiscali su imposte come IRPEF, IRAP e IVA
- Benefici per i donatori, in quanto le donazioni possono essere detratte o dedotte dalle imposte
- Agevolazioni per il volontariato
- Agevolazioni per le cooperative sociali
Le strategie di successo
Per aumentare le possibilità di successo si può:
- Monitorare di continuo, tenendo sotto controllo le piattaforme istituzionali per essere aggiornati sui nuovi bandi
- Avere delle partnership strategiche. Collaborando con altre no-profit, o enti pubblici, si può rafforzare la credibilità del progetto
- Cura nella rendicontazione. Fornire una rendicontazione chiara e trasparente sui fondi ricevuti migliora le possibilità di ottenere ulteriori contributi in futuro
- Partecipazione a formazioni. Frequentare corsi su gestione dei fondi pubblici o progettazione sociale aiuta a migliorare la qualità delle candidature
Finanziamenti no-profit: tutto quello che c’è da sapere per gestire un’organizzazione
Per gestire un’associazione è necessario conoscere alcuni aspetti essenziali, utili al finanziamento della propria no-profit. È opportuno non maneggiare denaro contante ma ricorrere a un conto corrente, che verrà aperto presso una banca o le poste, al fine di utilizzarlo come tesoreria operativa dell’associazione, e dove transiteranno tutti gli incassi e i pagamenti inerenti la gestione associativa. Solitamente ad essere abilitati alle attività di cassa sono il presidente e il tesoriere, scelti dai soci nel corso della prima assemblea, o successivamente in sede di rinnovo delle cariche.
In caso di nomina di un consiglio direttivo, sarà quest’organo a prendere le decisioni in materia finanziaria, e sarà tenuto, almeno una volta all’anno, a informare l’assemblea attraverso un rendiconto economico e finanziario. Nello specifico, da quando è stata attuata la Riforma del Terzo settore, le associazioni sono maggiormente tenute a essere trasparenti nelle loro operazioni finanziare. La trasparenza contribuisce, infatti, a mantenere la fiducia del pubblico e a dimostrare l’efficacia dell’organizzazione nel raggiungere i suoi scopi.
Tutte le entrate dovranno essere devolute al soddisfacimento dello scopo sociale. Nella gestione non potrà esserci commistione tra patrimonio dei soci e dell’associazione, la cui responsabilità ricade sul presidente, a meno che l’associazione non venga riconosciuta come “soggetto giuridico”. Inoltre gli incassi dovranno essere facilmente tracciati e tracciabili, per questo l’associazione dovrà munirsi di un sistema contabile adeguato. In caso dovessero esserci degli avanzi di gestione, questi potranno essere riportati nel rendiconto dell’anno successivo e mai distribuiti, ma reinvestiti nelle attività sociali dell’associazione.
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