Giuseppe Conte è stato eletto presidente del Movimento 5 Stelle. Finisce, così, l’era di Beppe Grillo e per il partito inizia una nuova fase, composta da progressisti indipendenti. L’evento si è svolto sabato 23 e domenica 24 novembre al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma. Le votazioni sono avvenute online, mentre i risultati sono stati dichiarati alla kermesse Nova.
Durante l’assemblea costituente, chiusasi ieri, 24 novembre, sono state pronunciate diverse novità che modificano le regole dello statuto, come l’abolizione della figura del Garante o del limite di due mandati. Vediamo nello specifico quali saranno i cambiamenti che interesseranno il Movimento 5 Stelle da oggi.
Nessun limite dei due mandati
Una delle novità principali apportate da Conte è l’abolizione del massimo dei due mandati, il che permetterà alle figure escluse dalle cariche istituzionali e rimaste fuori dal Parlamento di rientrare. Infatti, la modifica è stata approvata dal 72,08% degli iscritti, mente il 25,40% ha votato no. Alcuni dei nomi che faranno ritorno nel partito sono l’ex senatore e sottosegretario Andrea Cioffi, l’ex ministra Fabiana Dandone, l’ex ministro Alfonso Cioffi, l’ex senatrice e vice presidente vicario del Movimento Paola Taverna.
Sarà necessario un ulteriore voto da parte dell’assemblea per definire nel dettaglio la norma e, a proposito, si aprono diverse strade. Il 79,29% dei votanti, infatti, ritiene che lo stop dei due mandati possa essere consentito in deroga per la candidatura di sindaco o presidente di regione, per il 67,20% il limite deve essere di tre mandati, per il 54,93% questo deve essere applicato a ogni livello istituzionale, per il 70,61% ci si può ricandidare dopo una pausa di cinque anni. E ancora, il 66,50% ritiene che il calcolo debba tenere conto solo dei mandati portati a termine, per il 74,96% ci possono essere delle deroghe da sottoporre al voto dell’assemblea, il 64,82% è favorevole all’eliminazione dei limiti per il livello comunale.
Leggi anche: Beppe Grillo torna in tv dopo 10 anni da Fazio: “Ecco il motivo per cui mi sono ritirato”
Abolita la figura del Garante
Dopo le votazioni di sabato e domenica è stata decretata l’abolizione della figura del Garante, fino a ora ricoperta da Beppe Grillo. Il 63,24% degli iscritti al Movimento 5 Stelle, infatti, ha ritenuto consona l’eliminazione del ruolo. Alla domanda posta ai pentastellati, su quali cariche alternative potessero essere ricoperte rispetto al Garante, il 14,82% ha risposto che le competenze non devono essere affidate a nessun altro organo, per il 37,47% devono essere affidate al Comitato di Garanzia, secondo il 39,10% il compito spetta a un organo collegiale appositamente eletto, infine, l’8,61% si è astenuto.
L’ex presidente della Camera, Roberto Fico, intervistato dal sito Fanpage.it, ha affermato che questo voto non va inteso come un attacco a Grillo:
Non c’è dubbio che le cose cambiano, però Beppe Grillo è il fondatore del Movimento, insieme a Gianroberto Casaleggio.
Il fondatore del Movimento non può essere qualcosa che si cambia.
Paola Taverna, invece, ha rilasciato alla Stampa le seguenti dichiarazioni:
Politicamente dispiace che Grillo abbia deciso di opporsi a questo percorso di grande partecipazione dal basso, facendosi un po’ fuori da solo.
Io ho massimo rispetto per il voto degli iscritti e credo rappresenti una spinta ad essere sempre più uniti, senza voci contrastanti.
Conte ha messo tutto se stesso in questo percorso, si è messo in discussione, in una votazione senza rete e questa assemblea gli ha confermato fiducia.
Leggi anche: Bonus Natale, pensioni e tredicesima: tutti gli importi e le novità di dicembre
Sì alle alleanze politiche
Opinioni diverse tra Conte e Grillo riguardano anche le alleanze con altri partiti. Secondo quest’ultimo, infatti, non è possibile fare accordi con altre forze politiche, mentre per Conte ciò non è sbagliato. Rispetto alle percentuali, l’81,20% dei votanti si è dimostrato favorevole alle alleanze e solo il 13,87% vorrebbe che il partito si opponesse. il 4,93% si è astenuto.
Nel caso in cui si verificassero degli accordi con altri partiti, per l’82,70% è necessario un documento che dichiari valori e punti programmatici non negoziabili, per il 92,45% le alleanze devono essere condizionate a un accordo programmatico preciso, per il 68,47% queste devono essere condizionate alla ratifica della base degli iscritti.
Un nuovo ruolo per il presidente
Per quanto riguarda il presidente del Movimento 5 Stelle, per il 78,62% dei votanti non deve essere iscritto ad altri partiti politici nei dieci anni precedenti. Inoltre, il 97,87% ha chiesto la garanzia di pluralità e trasparenza nelle candidature a presidente. Questo ruolo sarà compatibile con quello di Premier e di Ministro.
Il nuovo presidente, Giuseppe Conte, ha quindi affermato che gli esiti dei voti determinano come i 5 Stelle siano “progressisti riformisti“:
Significa essere radicali nei valori e pragmatici nelle soluzioni, le alleanze sono e saranno sempre non un fine, ma un mezzo per combattere battaglie giuste.
Ha tranquillizzato, infine, i pentastellati, affermando: “Io non mollo fino a quando vorrete voi“.