venerdì, 17 Gennaio 2025
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Sharenting, nasce una guida per proteggere la privacy dei più piccoli con patologie

Che cos'è lo Sharenting e come tutelare i più piccoli specialmente quelli con gravi patologie? Nasce IMA-GO! Condividile con Cura. Manuale per la condivisione consapevole delle immagini dei minori con malattie inguaribili.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Sempre più genitori decidono di raccontare la propria vita attraverso i social. E non è escluso vedere bambini, ad esempio, su Instagram o Facebook mentre mangiano, piangono o si stanno per addormentare.

Si sta diffondendo a carattere globale, infatti, il fenomeno dello sharenting, dall’inglese share, ossia condividere, e parenting, genitori, e consiste nella condivisione online su qualsiasi piattaforma digitale di video e foto che riguardano i propri figli.

Ed è indubbio che si tratti di un modo per conservare nella memoria digital i ricordi, ma tale comportamento, non solo solleva questioni legate alla privacy dei più piccoli, ma potrebbe essere risultato di rischi ancor più gravi, specialmente nel caso in cui si tratti di bimbi malati.

A tal proposito, proprio per tutelare la sicurezza e l’immagine dei minori che stanno affrontando gravi patologie, Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio ETS ha presentato una guida al Congresso nazionale della Società italiana delle cure palliative, intitolata IMA-GO! Condividile con Cura. Manuale per la condivisione consapevole delle immagini dei minori con malattia inguaribile. La guida offre un supporto sia ai genitori sia ai professionisti in ambito medico nel prendere la giusta decisione prima di pubblicare qualsiasi contenuto sui social.

Quali sono i rischi dello sharenting sui social?

sharenting

La direttrice scientifica della Fondazione Maruzza e responsabile del Centro Regionale Veneto di terapia del dolore e Cure Palliative Pediatriche, Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, Università di Padova, Franca Benini, ha rivelato al “Corriere della Sera” ha dichiarato cosa comporta la pubblicazione di contenuti di minori online:

Quello che noi postiamo sui social è eterno, ma se ci pensiamo bene non c’è nulla di eterno.

L’eternità la riserviamo a questa forma di comunicazione che ha dei risvolti drammaticamente positivi, perché arriva alla periferia e intercetta persone che altrimenti non riusciremo proprio a incontrare.

Però, ha anche delle ricadute così difficili da gestire, che possono creare veramente dei danni.

Infatti, lo sharenting potrebbe comportare alcuni rischi gravi tra cui:

  • violazione della privacy, in quanto i minori non possono fornire il proprio consenso alla pubblicazione di qualsiasi contenuto nel mondo digitale
  • cyberbullismo e pedopornografia, poiché le foto dei più piccoli potrebbero essere utilizzate in modo improprio, ad esempio, in siti pericolosi, senza l’autorizzazione degli stessi genitori
  • furto di identità, dal momento che video e informazioni personali potrebbero essere usati e manipolati da sconosciuti, per esempio, in profili falsi

Come proteggere i minori con gravi patologie?

IMA-GO! Condividile con Cura. Manuale per la condivisione consapevole delle immagini dei minori con malattia inguaribile è stato redatto dallo storico e didatta del cinema presso Hdemia Santa Giulia e Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Matteo Asti, e dall’avvocata, Simona Cacace. Ecco le loro parole in merito alla guida, come riporta il “Corriere della Sera”:

Questa guida vuole essere un aiuto per le famiglie, i professionisti e la comunità ed è stata pensata per aprire una riflessione sul tema e dare consigli pratici con l’obiettivo di aiutare i genitori, caregiver, operatori sanitari ed enti a navigare in situazioni spesso difficili, in cui il desiderio di condividere la propria esperienza si scontra con il rischio di ledere l’identità e i diritti del minore.

Simona Cacace ha sottolineato che sono due i punti caldi “che contraddistinguono la condivisione dell’immagine del minore malato rispetto alla condivisione dell’immagine di un bambino che non lo è”, di natura personale, poiché “la narrazione della propria storia che coinvolge anche la pratica quotidiana professionale” e lavorativa, “cioè lo scambio di informazioni con i colleghi magari per una diagnosi la più agevole e la più veloce possibile”.

Quindi, tutti coloro che appoggiano e praticano lo sharenting devono sempre tenere a mente quali sono i possibili rischi e problematiche cui si va incontro. E, per ovviare a questioni delicate, vi sono delle guide che hanno in comune un obiettivo: proteggere sempre la privacy e il benessere psicofisico dei minori.

Leggi anche: Scuola, come proteggere la privacy dei bambini ed evitare messaggi inutili nelle chat di classe

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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