venerdì, 17 Gennaio 2025
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Quali sono le 8 città leader dell’innovazione in Italia?

Nella lista delle 8 città italiane leader dell'innovazione, in prima posizione si trova Bergamo. La ricerca "ICityy Rank 2024" si basa sulla trasformazione digitale avvenuta nei 108 comuni capoluogo di regione.

Ecco la classifica delle 8 città leader dell’innovazione in Italia. La ricerca ICity Rank 2024 è stata condotta da FPA, società del gruppo Digital360, in base allo sviluppo tecnologico dei 108 comuni capoluogo di regione. La lista è stata presentata il 28 novembre a Forum Pa Città, l’evento dedicato all’innovazione urbana e tappa conclusiva del percorso di lavoro dell’ICity Club.

I risultati della ricerca hanno dimostrato una crescita dei punteggi medi dei comuni capoluogo di regione, in tutti e tre gli indici, anche se non nella stessa misura. Le prime otto posizioni sono state occupate da Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Modena, Roma e Venezia. Queste città si sono distinte, principalmente, nelle dimensioni “Amministrazioni digitali“, “Città connesse“, “Comuni aperti”. Anche il Mezzogiorno ha mostrato miglioramenti.

Le 8 città italiane leader dell’innovazione

Dalla ricerca ICity Rank 2024, realizzata dal gruppo FPA, ha mostrato le otto città più innovative d’Italia, basandosi sullo sviluppo della trasformazione digitale. Inoltre, si è potuto notare come questi centri urbani siano seguiti da altri 30 comuni in netta crescita, circa la maturità digitale. Si sta riducendo, infatti, anche il divario tra Nord e Sud, con un miglioramento del Mezzogiorno.

La ricerca si è articolata in tre dimensioni, sulla base di 39 indicatori costruiti su circa 200 variabili. La prima è “Amministrazioni digitali“, circa la digitalizzazione dell’attività amministrativa, includendo siti web, fruizione di servizi online e adozione delle piattaforme nazionali. La seconda dimensione, invece, riguarda “Comuni aperti“, sul livello di utilizzo dei social media, la diffusione di dati aperti e la fruibilità delle applicazioni. La terza è “Città connesse“, riguardo alla trasformazione digitale dei servizi urbani tra lo sviluppo delle reti di connessione, i sistemi di sensori e i device collegabili, gli strumenti per l’elaborazione dei flussi informativi e l’analisi dei dati.

Ecco una classifica delle otto città, cioè Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Modena, Roma, Venezia, divise in base alle dimensioni della ricerca.

Amministrazioni digitali

Al primo posto della dimensione “Amministrazioni digitali” si trova Genova, con un punteggio di 87/100, guadagnando dodici posizioni rispetto al 2023. Seguono, poi, Cremona, con 86/100, e Firenze e Pistoia, pari merito con 85/100. Nella top 10, come lo scorso anno, anche Modena, Bergamo, Siena e Lodi, mentre sono una novità Piacenza e Caltanissetta. Quest’ultima è cresciuta di 78 posizioni, raggiungendo il sesto posto in graduatoria.

Comuni aperti

Per “Comuni aperti” si è aggiudicato la prima posizione il terzetto Bologna, Firenze e Torino, con un punteggio di 85/100. Al secondo posto Milano e Roma, entrambe con 83/100. Ancora una volta nei primi gradini della classifica Genova e Venezia, insieme alle città medie di Modena, Bergamo, Trento e Reggio Emilia.

Città connesse

Per l’indice di “Città connesse“, al primo posto ci sono Bologna, Cagliari e Milano, tutte e tre con il punteggio di 92/100. Subito dopo, non molto distanti, Modena, con 90/100, e Padova, con 89/100. Seguono Venezia, Firenze, Bergamo e Brescia, con 88 punti su 100. Chiude la classifica Torino, con 87/100.

Leggi anche: Festival InnovAzioni 2024: chi ha vinto e che progetti sono stati presentati?

8 città “full digital” e 30 altamente digitalizzate

da una media dei punteggi ottenuti dai tre indicatori, sono emerse otto città “full digital”, cioè le prime per innovazione in Italia, in quanto hanno superato il punteggio complessivo superiore a 75/100. Accanto a queste si pongono altre trenta città “altamente digitalizzate”, di cui otto (Brescia, Cagliari, Parma, Perugia, Reggio Emilia, Rimini, Torino, Trento) vicinissime alla piena digitalizzazione, con un punteggio di 75/100 in due dimensioni e non superiore ai 50/100, e ventidue (Bari, Bolzano, Cesena, Cuneo, Cremona, Ferrara, La Spezia, Livorno, Lodi, Messina, Monza, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Piacenza, Pescara, Prato, Siena, Verona e Vicenza) vicine al raggiungimento di questo risultato.

Leggi anche: Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: vantaggi e sfide

42 città “in transizione”

Ci sono anche quarantadue città che hanno iniziato ad adottare tecnologie digitali solo di recente e che, quindi, sono in crescita. Queste sono Alessandria, Ancona, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Biella, Caltanissetta, Catania, Fermo, Forlì, Frosinone, Grosseto, Imperia, Lecce, Lecco, Latina, Mantova, Massa, Matera, Macerata, Novara, Nuoro, Oristano, Pistoia, Pesaro, Pordenone, Ravenna, Reggio Calabria, Ragusa, Rovigo, Salerno, Sassari, Siracusa, Sondrio, Taranto, Terni, Trieste, Treviso, Udine, Varese, Verbania, Vercelli. 

Seguono ventuno città “ibride”, in cui convivono sia elementi tradizionali che digitali, che hanno un punteggio superiore a 50/100 solo in una dimensione. Infine, sette città in fase di “avvio” nella trasformazione digitale: Avellino, Crotone, Enna, Foggia, Isernia, L’Aquila, Rieti.

Ancora divari Nord-Sud ma Mezzogiorno in ripresa

La riduzione dei divari tra Nord e Sud e tra i centri di diverse dimensioni non è omogenea. Infatti, per l’indicatore “Amministrazioni digitali“, la distanza si ammortizza di undici punti, al fronte dei dodici dello scorso anno: il Mezzogiorno si pone a 61/100, mentre il Nord a 72/100. Sempre undici punti, invece che quattordici come nel 2023, lo stacco tra i piccoli centri, con 63/100, e le grandi realtà urbane, 74/100. Infine, per il divario Nord/Sud si riscontrano diciotto punti di differenza in “Comuni aperti” e diciannove in “Città connesse“. La distanza tra grandi e piccole città, invece, è di trentuno punti nella prima dimensione e trentacinque nella seconda.

Nonostante nessuna città meridionale sia rientrata nel gruppo delle “full digital”, si è notato un miglioramento del Mezzogiorno. Tra i comuni più alti per la digitalizzazione c’è Cagliari, vicina al gruppo di testa, ma compaiono anche Bari, Messina, Napoli, Palermo e Pescara. Delle città “in transizione”, invece, Caltanissetta, Catania, Lecce, Matera, Nuoro, Oristano, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Sassari, Siracusa e Taranto.

Alcune dichiarazioni

Gianni Dominici, Amministratore Delegato FPA, ha commentato così i risultati della ricerca condotta:

ICity Rank 2024 mostra un miglioramento nella trasformazione digitale dei Comuni capoluogo, con una crescita in tutti e tre gli indici, evidente soprattutto nella dimensione “Amministrazioni digitali”, dove il valore medio cresce di ben 8 punti, spinto anche dalle prime implementazioni dei progetti PNRR.

Questo dimostra come buona parte delle città italiane sia riuscita a cogliere le opportunità offerte delle tecnologie per digitalizzare servizi e funzioni “tradizionali”.

La sfida ora si sposta nel creare nuovi meccanismi creativi e aperti per coinvolgere tutti gli attori urbani dell’innovazione nella prospettiva delle “responsive city”, città capaci di utilizzare il patrimonio di informazioni, strumenti di comunicazione e capacità elaborativa per migliorare i processi partecipativi e decisionali.

Massimo Arioli, CEO di Digital360, invece, ha affermato:

Le città hanno un ruolo chiave nel guidare e accelerare la trasformazione digitale del Paese e i Comuni capoluogo si confermano luoghi di sperimentazione e di messa a terra dell’innovazione.

Per questa ragione, sono da accogliere molto positivamente i passi avanti compiuti dalle città italiane nel percorso di digitalizzazione evidenziati da ICity Rank 2024.

Negli ultimi anni i capoluoghi del nostro Paese hanno acquisito importanti dotazioni tecnologiche, applicandole a servizi e funzioni esistenti.

Oggi, nel nuovo scenario agevolato dall’intelligenza artificiale, hanno l’opportunità di migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi e immaginarne di nuovi per i propri cittadini, accelerando il percorso di formazione dei nostri civil servant e di trasformazione e modernizzazione del nostro meraviglioso Paese.

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