ChatGPT si è dimostrato abile nel mondo della medicina, superando i professionisti dell’ambiente sanitario nel diagnosticare le malattie. L’Intelligenza Artificiale, infatti, ha dimostrato estrema precisione, del 90%, nel rivelare eventuali problemi di salute.
Lo studio è stato condotto dal Dottor Adam Rodman, esperto di medicina interna a Boston. La ricerca ha visto “scontrarsi” cinquanta medici e ChatGPT-4. L’Intelligenza Artificiale ha, dunque, raggiunto il 90% di accuratezza diagnostica.
La ricerca su ChatGPT in ambito medico
Lo studio del Dottor Adam Rodman ha coinvolto ChatGPT-4, il modello AI di OpenAI, e un gruppo di cinquanta medici. A entrambe le parti è stato chiesto di analizzare delle situazioni sanitarie, partendo da casi reali. Basandosi sul database dell’American Journal of Case Reports, i ricercatori, grazie all’Intelligenza Artificiale, hanno generato 1176 elenchi di diagnosi da 392 descrizioni di casi. Le valutazioni di ChatGPT concordavano con quelle dei medici in 966 liste su 1176.
A questo punto, si è passati all’analisi dei casi da parte di AI e medici, aiutati sia da chatbot che no. Secondo il Dottor Jonathan H. Chen, medico e informatico di Stanford, i programmi dell’Intelligenza Artificiale, in ambito medico, “potrebbero rivelarsi un valido aiuto ma, al contempo, molti dottori potrebbero non sfruttarne il potenziale”. I risultati della ricerca condotta da Rodman, quindi, hanno riportato che:
- ChatGPT ha raggiunto una precisione diagnostica media del 90%
- i medici supportati dall’AI hanno ottenuto un punteggio medio del 76%
- i medici che hanno agito senza AI hanno raggiunto il 74%
Da questi dati, dunque, si può notare come i medici, seppure aiutati dall’Intelligenza Artificiale, non riescono ad arrivare alla precisione messa in atto da ChatGPT. Questo accade perché i professionisti tendono a rimanere ancorati alle proprie diagnosi iniziali, anche quando l’AI propone delle alternative, forse per una mancata dimestichezza con il mezzo innovativo.
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I medici non abbandonano la propria diagnosi
Come appena detto, lo studio ha evidenziato una certa reticenza da parte dei medici ad abbandonare le diagnosi da loro elaborate, per preferire i suggerimenti di ChatGPT. Questa situazione, quindi, potrebbe rappresentare un punto debole nello sviluppo potenziale del metodo medico.
Bisogna sottolineare, però, che non si tratta di un rifiuto categorico da parte del personale sanitario, piuttosto di una mancanza di formazione adeguata all’utilizzo di tali mezzi innovativi. Come sostiene il Dottor Rodman, l’Intelligenza Artificiale dovrebbe essere considerata come un’estensione del medico, un punto di riferimento da cui ottenere secondi pareri o un sostegno nel prendere decisioni complesse. Tuttavia, per far sì che ciò non venga visto come una minaccia ma come un vantaggio è necessario essere formati e avere una grande consapevolezza degli strumenti e della situazione.
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Il ruolo dell’AI in medicina
In ambito medico, i chatbot conformi agli standard di sicurezza, come l’HIPAA, cioè la legge federale statunitense che regola il trattamento dei dati dei pazienti all’interno delle strutture sanitarie, sono ormai diffusi. Il problema, però, sorge nel momento in cui questi non vengono utilizzati adeguatamente, in quanto manca una formazione consona al loro uso.
Dunque, la chiave non è introdurre dei cambiamenti in ambito tecnologico, quanto integrare l’AI, in modo vantaggioso, nella pratica medica. La prospettiva è quella di una collaborazione tra essere umano e macchina, orientata al miglioramento del sistema sanitario. Si prospettano, infatti, per i pazienti, diagnosi di malattie più precise e cure sempre più rapide.