Giuseppe scopre il tumore a 25 anni, l’azienda lo aiuta e gli paga le cure

Giuseppe Cannavale ha scoperto di avere un cancro a 25 anni, non appena assunto in un'azienda di Pordenone. Nel timore che potesse perdere il lavoro ottenuto da pochi mesi, il suo datore gli ha garantito uno stipendio fino alla sua guarigione. Il 27 novembre Giuseppe è tornato a lavorare.

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Giuseppe Cannavale, a 25 anni, ha scoperto di avere un cancro pochi mesi dopo essere stato assunto in un’azienda di Pordenone, con un contratto da apprendista interinale. La paura che la malattia potesse porre fine alla sua carriera lavorativa è stata bloccata immediatamente, quando il CEO Pietro Barteselli gli ha promesso uno stipendio fino alla guarigione.

Dopo 14 mesi, quindi, Giuseppe è guarito e il 27 novembre è tornato a lavorare nella L&S Italia Spa di Brugnera. Lui stesso ha affermato che dopo la diagnosi il mondo sembrava gli stesse crollando addosso e temeva che la collaborazione potesse essere iinterrotta.

La storia di Giuseppe Cannavale

Giuseppe Cannavale viene da Pordenone è stato protagonista di una storia lavorativa toccante. A 25 anni, infatti, gli viene diagnosticato un linfoma di Hodgkin, che gli avrebbe reso impossibile continuare a lavorare nell’azienda in cui era stato assunto da poco. Giuseppe era neoassunto, con un contratto da apprendista interinale, presso la L&S Italia Spa di Brugnera, in provincia di Pordenone. In un’intervista a La Stampa il ragazzo ha dichiarato:

Avevo sottoscritto l’accordo con Adecco.

In quei drammatici giorni in cui ho ricevuto la notizia sembrava che il mondo potesse crollare e, senza conoscenze in merito, ho anche temuto che la mia collaborazione potesse finire subito, lasciandomi senza stipendio e con la macchina appena acquistata da pagare.

Giuseppe Cannavale ha proseguito, ribadendo il timore di un licenziamento e la sorpresa una volta ascoltate le parole del proprio datore di lavoro:

Temevo che a quel punto mi avrebbero congedato, e non gliene facevo nemmeno una colpa.

Conservavo solo la speranza che potessero mantenere il mio posto.

Ma ciò che è successo mi ha lasciato senza parole: “Pensa solo a curarti“, mi hanno detto il CEO e la responsabile delle risorse umane.

Ti aspettiamo e ti paghiamo lo stipendio pieno fino a quando sarai guarito, contiamo su di te, ce la farai“.

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La risposta dell’azienda

L’azienda in questione è la L&S Italia Spa di Brugnera. Si tratta di un gruppo globale, con filiali in Italia, Germania, Cina e Stati Uniti, che si occupa della produzione di soluzioni di illuminazione per arredamenti. Giuseppe Cannavale, nello specifico, è un esperto analista funzionale, specializzato in design web.

Dopo aver appreso la notizia del tumore, il CEO dell’azienda, Pietro Barteselli, ha deciso di continuare a pagare lo stipendio al ragazzo, il quale ha ottenuto il massimo della retribuzione, nonostante avesse un’anzianità minima di servizio. Nel primo semestre di malattia, invece, è stato coperto dalla mutua.

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Come sta Giuseppe Cannavale ora?

Giuseppe Cannavale ha ricevuto, dopo 14 mesi di cure, la tanto attesa risposta da parte dell’oncologo: “Il tumore è in fase di completa regressione“. In ogni caso dovrà monitorare la situazione, perché c’è il rischio di recidive per un paio di anni, mentre dopo cinque la possibilità di una nuova comparsa di linfoma sembra nulla. Adesso Giuseppe comincerà con un part-time, visto il suo stato di debilitazione ma afferma a La Stampa:

Non vedo l’ora di tornare al lavoro.

Mi sembra il modo migliore per riprendere la mia quotidianità e per ringraziare chi mi ha sempre sostenuto.

Ho trascorso 14 mesi da incubo, in ansia, ma adesso che sono guarito, voglio dare un messaggio ai miei coetanei: esistono realtà fantastiche che guardano oltre il profitto che un individuo possa generare.

Infine, Cannavale conclude l’intervista ribadendo la gratitudine nei confronti di tutte le persone che gli sono state accanto nei mesi di cura, dall’ambito familiare a quello lavorativo:

Malgrado queste compagnie siano molto grandi, non sei un numero, ma sei una persona da mettere al centro della politica aziendale.

Li ho informati solo oggi della mia intenzione di rendere pubblica la mia storia, non volevo tradire la loro fiducia. Assieme alla famiglia, agli amici friulani e ai parenti salernitani dei miei genitori, sono stati una specie di angeli custodi durante il decorso della mia malattia, facendo anche da psicologi nei momenti più bui.

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