Il vaccino contro l’Hpv può davvero salvare tantissime donne dal tumore?

La Puglia ha pensato a una campagna vaccinale che contrasta l'Hpv e, di conseguenza, la comparsa di alcuni tumori. L'obiettivo della Regione è informare, soprattutto, i giovani sui rischi del virus ma il Governo non ha accolto positivamente la notizia.

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In Puglia è stata pensata una campagna vaccinale per contrastare l’Hpv, cioè lo Human Papilloma Virus. Si tratta, per l’appunto, di un virus che può provocare una serie di tumori, come, per esempio, alla cervice uterina, alla vulva, al pene, perfino alla testa e al collo.

Siccome si tratta di un problema che causa numerose vittime l’anno, soprattutto donne, la Regione Puglia ha deciso di informare la popolazione sull’esistenza di un vaccino contro tale virus. Il Governo, però, non ha accolto positivamente la proposta.

L’Hpv e il legame con i tumori

L’Hpv è un virus trasmissibile sessualmente e, nella maggior parte dei casi, provoca nel soggetto infetto lesioni benigne, come verruche oppure condilomi o papillomi delle mucose genitali e orali. In genere, queste regrediscono spontaneamente. Una piccola percentuale di questi casi, però, può evolvere in forme tumorali.

La maggior parte dei tumori della cervice uterina, per esempio, è causata dall’infezione da Hpv. Bisogna sottolineare che il bersaglio del papilloma non sono solo i genitali femminili, ma anche quelli maschili e può essere interessato, perfino, il distretto testa-collo. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, l’infezione da Hpv rappresenterebbe la causa del 32-36% dei tumori dell’orofaringe. Per prevenire tutte queste problematiche esiste un vaccino.

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Il vaccino contro l’Hpv

Per la correlazione tra Papilloma virus e possibile sviluppo di tumore, negli anni sono stati creati diversi vaccini, capaci di neutralizzare il virus e ridurre il rischio di carcinoma. Il vaccino contro l’Hpv è apparso per la prima volta nel 2006, dando la possibilità di condurre numerosi studi sulla sua efficacia. Già in passato, una ricerca pubblicata su The Lancet aveva mostrato come la popolazione vaccinata a 12-13 anni presentava una riduzione dei casi di tumore alla cervice dell’utero dell’87%, rispetto ai soggetti non vaccinati. Anche le lesioni CIN 13 del collo dell’utero erano apparse ridotte del 97%.

Uno studio statunitense recente, pubblicato sulla rivista medica JAMA, ha evidenziato una riduzione della mortalità dovuta al tumore alla cervice uterina nelle donne sotto i 25 anni, nel periodo che va dal 1992 al 2021. Questo gruppo comprende soggetti estremamente interessanti, in quanto il vaccino ha iniziato a circolare solo nel 2006. I risultati hanno dimostrato che, dal periodo 1992-1994 al 2013-2015, c’è stato un graduale calo della mortalità per tumore del 3,7% all’anno tra le donne sotto i 25 anni. È, però, tra il 2013-2015 e il 2019-2021 che si è riscontrata una diminuzione più rilevante del tasso di mortalità, con un calo del 15,2% all’anno. Questo è dovuto, essenzialmente, agli effetti che il vaccino ha sull’infezione da HPV e sull’incidenza del tumore.

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La campagna vaccinale in Puglia

Il vaccino contro il papilloma virus è sicuro, efficace e offerto gratuitamente dallo Stato, eppure, non sono molte le persone che ne usufruiscono. Questo è dovuto, soprattutto, alla mancata conoscenza dei rischi che l’Hpv può portare e di come essi possano essere debellati.

Per questo, la Regione Puglia ha deciso di dare il via a una campagna vaccinale contro il papilloma virus, aderendo a un’iniziativa particolare. Una legge regionale prevede che chi si iscrive a scuola e all’università, tra gli 11 e i 25 anni, presenti un attestato, in cui si certifica che il soggetto si è vaccinato o meno. L’intento non è, ovviamente, obbligare la popolazione a vaccinarsi, piuttosto informare le persone sulle modalità di trasmissione e su quali potrebbero essere i rischi del papilloma virus.

In questo contesto, prima si agisce, meglio è. L’età consigliata per vaccinarsi, infatti, è quella di 12 anni, quando ancora non è iniziata l’attività sessuale. È preferibile, infatti, proteggersi prima di venire a contatto con il virus. Fino ai 18 anni, secondo il Piano Nazionale Vaccinale, il servizio è gratuito e, in base alle varie regioni, il vaccino può essere rimborsato integralmente o offerto in copayment fino ai 26 anni, con estensioni ulteriori per alcune categorie a rischio.

La reazione del Governo

Nonostante gli evidenti risultati positivi del vaccino, il 28 luglio scorso il Governo ha impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale. I motivi del gesto rimangono ancora poco chiari ma, in ogni caso, il vaccino contro l’Hpv è ei piani vaccinali, quindi approvato, seppure difficilmente diffuso.

Ciò che crea più sbigottimento è il fatto che la legge sia stata impugnata dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. Quest’ultimo, infatti, con l’autonomia differenziata vuole garantire alle Regioni la libertà di agire come meglio si crede in fatto di salute.

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