La responsabilità sociale d’impresa (RSI) rappresenta un insieme di pratiche e valori che le organizzazioni adottano per generare un impatto positivo su società e ambiente, al di là degli interessi meramente economici.
Negli enti del Terzo settore, la RSI assume un significato ancora più importante in quanto si intreccia alla loro missione sociale, perché si condivide il medesimo obbiettivo, quello di promuovere il benessere collettivo.
Enti del Terzo settore e responsabilità sociale d’impresa
Gli enti del Terzo settore sono organizzazioni no-profit che operano per finalità di interesse generale, senza scopo di lucro. Il Codice del Terzo settore fornisce il quadro normativo di riferimento, stabilendo i requisiti e le caratteristiche principali degli ETS, tra i quali rientrano: Associazioni di promozione sociale (APS), Organizzazioni di volontariato (ODV), Fondazioni e cooperative sociali e Imprese sociali. Tutti questi enti agiscono nei settori quali l’assistenza sociale, la sanità, l’educazione, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo culturale.
La responsabilità sociale d’impresa, invece, si riferisce all’impegno delle imprese di operare in modo etico, adottando pratiche che rispettino i diritti umani, l’ambiente e le esigenze della società. Solitamente, le aziende che implementano politiche di RSI non si limitano al rispetto delle normative di base, ma cercano di generare un impatto positivo attraverso pratiche di lavoro eque, sostenibilità ambientale, trasparenza, governance etica e coinvolgimento delle comunità. Per questi fini e obiettivi, ETS e imprese possono collaborare per raggiungere obiettivi comuni.
Negli enti del Terzo settore la responsabilità sociale d’impresa si concretizza come un impegno verso il miglioramento delle condizioni sociali, ambientali e culturali delle comunità servite. Oltre allo scopo di perseguire finalità di utilità sociale, questi enti adottano strategie di RSI sia per il rispetto di normative, ma anche per consolidare la fiducia degli stakeholder e favorire il benessere collettivo.
Se per le imprese tradizionali la RSI rappresenta una scelta strategica per migliorare la reputazione aziendale per gli enti del Terzo settore, invece, diventa una componente essenziale della propria identità e operatività. Le politiche di RSI sono così un’estensione naturale della loro primaria missione. Tra gli obiettivi di queste politiche, per gli enti del Terzo settore, abbiamo:
- La promozione dell’inclusione sociale, creando opportunità per le fasce più vulnerabili della popolazione
- La sostenibilità ambientale, che riduce l’impatto ambientale attraverso pratiche sostenibili
- La trasparenza e governance etica, volta a garantire una gestione aperta, responsabile e partecipativa
- Il coinvolgimento della comunità, collaborando con altre organizzazioni per identificare e risolvere problemi locali
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Come collaborare tra ETS e responsabilità sociale d’impresa
L’applicazione della responsabilità sociale d’impresa negli enti del Terzo settore avviene attraverso strategie e iniziative specifiche che possono essere:
- Attività di sensibilizzazione. Gli enti svolgono un ruolo importante per sensibilizzare il pubblico su temi sociali o ambientali. Attraverso campagne di comunicazione e iniziative favoriscono comportamenti consapevoli e responsabili
- Partnership con aziende e istituzioni. Molti enti collaborano con imprese tradizionali per sviluppare con esse progetti di RSI. Tali collaborazioni fanno sì che competenze e risorse si uniscano per il raggiungimento di obiettivi comuni, quali inserimento lavorativo, eventi di solidarietà e progetti di tutela ambientale
- Innovazione sociale. Spesso gli enti promuovono l’innovazione sociale tramite soluzioni nuove a problemi complessi. L’utilizzo di tecnologie e approcci partecipativi crea valore sociale duraturo
- Monitoraggio dell’impatto, la cui misurazione è una pratica molto diffusa. Anche valutare i rischi aiuta a dimostrare l’efficacia delle iniziative garantendo trasparenza e pianificazione
La responsabilità sociale è una leva cruciale per promuovere uno sviluppo inclusivo, in un contesto caratterizzato da disuguaglianze sociali, crisi economiche ed emergenze climatiche. Il loro impegno nelle comunità locali crea delle soluzioni personalizzate ed efficaci.
La collaborazione tra enti del Terzo settore e imprese è una leva strategica per ampliare l’impatto delle politiche di responsabilità sociale d’impresa. Da una parte le imprese possono beneficiare dell’esperienza degli ETS per rispondere ai bisogni sociali e dall’altra questi ultimi trovano nelle aziende un alleato per accedere alle risorse economiche. Uno dei modi più comuni utilizzati dalle aziende per fare RSI è la filantropia, programmi di investimento a fondo perduto che l’azienda fa per restituire alla società una parte del valore che ricava dal business. Gli ambiti nei quali le imprese investono di più sono: la sicurezza ambientale, il miglioramento delle condizioni di lavoro interne e lo sviluppo della comunità locale. Mentre, esempi di progetti congiunti sono:
- Inclusione lavorativa, programma di formazione e assunzione di personale in condizioni di disagio
- Tutela ambientale, campagna di riforestazione o gestione sostenibile dei rifiuti
- Educazione e cultura, sostegno a iniziative che promuovono l’accesso all’istruzione
Tuttavia, oltre ai benefici ci sono anche delle sfide nella collaborazione tra ETS e imprese, che sono: la necessità di allineare obiettivi e valori, la differenza dei modelli operativi e la gestione delle aspettative degli stakeholder. Ciò nonostante, le opportunità superano di gran lunga le difficoltà. Un’impresa socialmente responsabile può:
- Erogare contributi in favore di eventi e progetti
- Donare o vendere a prezzi minori beni e servizi
- Coinvolgere il personale in progetti di volontariato d’impresa
- Trasferire competenze
- Attivare strumenti di corporate fundraising
Grazie a un dialogo aperto queste collaborazioni possono diventare dei motori di cambiamento per un futuro più solidale.
Vantaggi reciproci della RSI tra mondo profit e no-profit
Per un ente no-profit attivare collaborazioni e raccogliere donazioni da imprese tradizionali rappresenta un’opportunità per differenziarsi dal mercato, oltre che rendersi sostenibili dal punto di vista economico. Allo stesso tempo, gli enti no-profit rappresentano opportunità di sviluppo di parte dei loro obiettivi, come i valori e le possibilità ideali per costituire valore condiviso con la comunità, sia in termini reputazionali.
Inoltre, per un ente no-profit relazionarsi con un’azienda è uno stimolo per affinare l’impatto che le attività creano, migliorare la comunicazione e individuare nuove proposte creative che integrino l’attività della no-profit con il territorio circostante.
Infine, per un’organizzazione no-profit lavorare con un’impresa tradizionale, che ne condivida i valori, rappresenta una grande occasione per apprendere processi di lavoro efficienti ed efficaci, esplorare realtà che non si conoscevano aumentando così le proprie relazioni.
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