venerdì, 17 Gennaio 2025
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Chiuso TikTok alla “pescivendola più bella d’Italia”, vincono i diritti degli animali

Enrico Rizzi, una vita a servizio degli animali. L'intervista in cui ci racconta come è andata con la chiusura del canale TikTok della "pescivendola più bella d'Italia".

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Contro la “pescivendola più bella d’Italia” si è battuto il leader animalista Enrico Rizzi. Famoso da tempo, sia sul web che in televisione, è salito alla ribalta grazie al servizio del programma televisivo Le Iene – andato in onda la sera del 15 dicembre 2024 – in cui ha denunciato pubblicamente Carmela Febbraro.

Nel servizio andato in onda in prima serata, l’attivista per i diritti degli animali, accompagnato dall’inviato de Le Iene Filippo Roma, ha deciso di farle visita. L’accusa dell’animalista Rizzi è pesante: animali maltrattati “per fare degli spettacoli crudeli e inaccettabili” e manifestazione non autorizzata.

Carmela Febbraro è una giovane pescivendola di Casoria, con un seguito di oltre 250.000 followers su TikTok. I balli sulla piattaforma social con l’utilizzo di animali vivi per sponsorizzare i propri prodotti hanno fatto scattare l’allarme tra gli addetti ai lavori, facendo andare su tutte le furie l’attivista Rizzi che ha definito tale pratica come la “sopraffazione dell’uomo nei confronti degli animali”.

Enrico Rizzi ha subito denunciato l’accaduto, cercando il dialogo con l’influencer e il marito che lavora con lei. Dopo un primo scambio di battute, però, l’attivista Rizzi si è subito sentito attaccato dal comportamento dei due, i quali hanno prima invitato i giornalisti a uscire dal locale e, successivamente, hanno alzato il tono di voce.

Neanche con l’arrivo dei carabinieri la situazione si è tranquillizzata, ma l’obiettivo di Rizzi è stato raggiunto: la piattaforma TikTok, infatti, ha chiuso il profilo della giovane pescivendola.

Leggi anche: Da 6 mesi a 3 anni di carcere per chi maltratta gli animali, Brambilla: “È…


Il leader animalista contro la “pescivendola più bella d’Italia”, chi è Enrico Rizzi?

Enrico Rizzi, il leader animalista famoso per le sue battaglie e il suo modo di fare è conosciuto sul web come “uno degli animalisti più rompiscatole d’Italia”, così lo definisce il servizio de Le Iene.

Rizzi nasce nella provincia di Trapani nel 1989, si considera un’attivista e, come si legge sul suo sito ufficiale, è impegnato nella tutela giuridica degli animali. Grazie alle numerose segnalazioni ricevute e ai suoi tempestivi interventi, infatti, sono moltissimi gli animali che hanno ottenuto la libertà che gli spettava:

Il successo di cui vado più fiero è un evento di circa quindici anni fa, quando sono riuscito a bloccare una festa di paese in Sicilia, dove un’oca veniva attaccata a testa in giù.

Rizzi aggiunge di non sentirsi sostenuto adeguatamente dalle istituzioni, denunciando la loro assenza nonostante le norme in vigore.

La sua avventura inizia nel 2008, riuscendo a ottenere i primi risultati fin da subito. La sua dedizione e la volontà di non arrendersi, però, gli sono costate negli anni numerose critiche e situazioni scomode. Dal 2016, a causa di una denuncia nei confronti dell’utilizzo degli animali nella criminalità organizzata, vive sotto tutela da parte dello Stato.

Con l’aiuto de Le Iene è riuscito, però, a risolvere anche questa faccenda, denunciando la pescivendola per maltrattamento degli animali. La denuncia è stata accolta e il profilo della giovane è stato chiuso immediatamente.

La nostra intervista a Enrico Rizzi

Rimuovere il profilo della pescivendola più bella d’Italia va oltre una battaglia animalista e tutela i giovanissimi da modelli degradanti?

Concordo, aldilà dell’aspetto di una battaglia animalista, far togliere quel profilo la ritengo una battaglia di civiltà. Non possiamo permettere che in un mezzo di comunicazione così importante come i social network si possa permettere di lasciare dei video che vanno a mostrare una vera e propria forma di violenza e maltrattamento a danno degli animali.

È quindi una battaglia di civiltà, anche per far si che i cittadini non possano assistere a questa forma indegna e disumana di spettacolarizzazione della violenza a danno degli animali. TikTok è un social utilizzato soprattutto dai giovanissimi e il rischio che questi possano emulare atteggiamenti simili è molto alto. Eliminare la violenza sui social è fondamentale.

Come hai ottenuto la rimozione del profilo della pescivendola?

Devo dire che è stato molto semplice perché, a differenza di Meta che gestisce Facebook e Instagram dove i contenuti sono ancora visibili, TikTok ha delle regole ben precise. Se si fanno delle segnalazioni su un video o qualsiasi altro contenuto, tra le varie motivazioni è possibile fare una segnalazione per maltrattamento degli animali. Ho fatto quindi una descrizione minuziosa, ho spiegato che questi animali vengono sottoposti a violenza e ho spiegato la forma di maltrattamento in maniera dettagliata. La risposta è arrivata in meno di dodici ore, dandomi supporto e spiegandomi che quei video violavano gli standard della community.

Stai ricevendo ritorsioni?

In questo caso specifico no, anzi. Devo dire che ho ricevuto tantissimi complimenti da molte persone che ritenevano questi contenuti inaccettabili e offensivi nei confronti degli animali. Devo ammettere che ne sono rimasto sorpreso, quando si difendono animali più vicini all’essere umano – come, per esempio, cani o gatti – è più facile riscontrare maggiore sensibilità da parte delle persone. Spesso animali così vengono meno considerati, invece c’è stato un grande riscontro. La sensibilità delle persone fortunatamente è aumentata. Tanta gente mi ha scritto che sta pensando di diventare vegetariano o vegano. Lo trovo bellissimo, sensibilizzare era il mio obiettivo e questa la considero una vittoria.

È il primo caso in Italia questa tua operazione e a quale circolo virtuoso può portare, quali sono i primi effetti positivi della cosa?

Mi occupo di violenze sugli animali da oltre quindici anni. Giro spesso l’Italia per risolvere situazioni come queste. Ho fatto tante battaglie, dal 2016 sono sottoposto a vigilanza generica radiocollegata dalle forze di polizia presso la mia abitazione. Essendomi occupato di zoomafia, come corse clandestine di cavalli in Sicilia e combattimenti tra cani, purtroppo ho subito delle ritorsioni. Ho quindi questa forma di tutela da parte dello Stato. Per quanto riguarda invece la pescheria è il mio secondo intervento in assoluto, il primo l’ho fatto circa dieci anni fa, per degli astici vivi legati sul ghiaccio con le chele legate.

Leggi anche: Fino a 10 anni di carcere per violenza contro gli animali: la sentenza

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Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

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