La procreazione medicalmente assistita (PMA) è entrata nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Ma cosa sono i livelli essenziali di assistenza? Sono le prestazioni che le Regioni italiane sono obbligate a fornire, gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket, ai loro cittadini.
Dal 1° gennaio 2025 la PMA è entrata nella lista di quelle attività convenzione.
Con il termine procreazione medicalmente assistita si intende l’insieme di quei trattamenti che determinano il processo riproduttivo, riservato a quelle coppie che spontaneamente non potrebbero concepire.
Secondo i dati raccolti da una ricerca, sono circa 80mila le coppie che affrontano la PMA in un anno, nel 2022 i bambini nati grazie a tale prestazione sono stati 16.718, il 4,2% del totale.
Le novità sulla procreazione assistita dal 1° gennaio 2025
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Il 1° gennaio 2025 ha segnato un’importante svolta sotto questo aspetto. A prescindere dalla regione in cui si decide di iniziare il trattamento, le famiglie che si affidano a tale attività per via pubblica, hanno il diritto di ricevere un ticket pagato.
Questo permette di ridurre i costi – che prima potevano superare anche i 5.000 euro – e rendere accessibile la PMA a tutti.
Con le nuove regolamentazioni tutte le Regioni italiane si muoveranno nella stessa direzione, superando l’ostacolo che, fino ad oggi, costringeva molte famiglie a trasferirsi per accedere alla procreazione assistita.
Questo costringerà quindi molte Regioni italiane a costituire nuovi servizi.
Le nuove regole risultano essere comunque piuttosto ferree. È stato stabilito che, per accedere a tale prestazione per via pubblica, la donna non deve superare i 46 anni di età, con un numero massimo di tentativi pari a sei. Le procedure prevedono un rimborso che può arrivare fino a un massimo di 3.000 euro.
L’avvocata Camilla Fasciolo, membro del comitato scientifico di “Mamma in PMA”, associazione che si occupa del sostegno delle famiglie che si avvicinano a queste pratiche mediche, attraverso un’intervista rilasciata per Fanpage.it ha sostenuto come «questo limite di età e limite nel numero dei cicli è discriminatorio, in un Paese come l’Italia in cui si diventa genitori sempre più tardi».
Ha poi voluto fare chiarezza su quanto emerso nelle scorse settimane, e di come tale decisione abbia segnato una svolta epocale per il sistema sanitario italiano, ma resta comunque sbagliato parlare di procreazione medicalmente assistita gratis:
“Diciamo che si è parlato erroneamente di PMA gratis,
parliamo sempre di un ticket di alcune centinaia di euro,
che non è detto copra in toto le pratiche, che sono molto costose e diverse tra loro.
Ci sono enormi differenze economiche, infatti, tra il semplice prelievo ovocitario e il trasferimento degli ovuli per esempio.
In breve, le coppie non si troveranno più a spendere le migliaia di euro che spendevano prima per la PMA e soprattutto a vedere disparità tra regioni.”
Per arrivare però ad una conferma bisognerà aspettare l’udienza del 28 gennaio. Infatti, il tar del Lazio – competente per tutta l’Italia – ha messo in atto una causa lo scorso 30 dicembre, guidata dal ricorso di alcuni laboratori privati. L’entrata in vigore dei LEA è quindi momentaneamente sospesa, ma le sensazioni restano positive.
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