Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha appena annunciato le Nuove Indicazioni Nazionali, ossia i nuovi programmi scolastici, a partire dall’anno 2026/2027. Come ha anticipato in un’intervista a “Il Giornale” sono tante le novità e i percorsi formativi riguardano bambini e adolescenti, dai 3 ai 14 anni, e saranno introdotte innovazioni anche nei licei.
Il ministro Valditara punta a una scuola “capace di costruire il futuro”, ma non solo, un altro obiettivo è quello di “rimediare alla sindrome italiana descritta dal CENSIS secondo cui il 41,1 per cento degli italiani crede erroneamente che Gabriele D’Annunzio sia l’autore dell’Infinito e il 35,1 per cento che Eugenio Montale sia stato un Presidente del consiglio degli anni 50″.
Scuola, più letteratura e poesie a memoria
Giuseppe Valditara ha già annunciato a “Il Giornale” che sarà riservato, sia nella scuola dell’infanzia sia alle medie, molto più spazio alla letteratura e alla poesia:
L’insegnamento della letteratura sin dalla prima elementare, in modalità adeguata alla giovane età degli studenti, deve far sì che gli allievi prendano gusto alla lettura e imparino a scrivere bene.
Si è scelto di rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche. […]
Dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria, con testi più semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro.
Già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche.
Tutte le novità della riforma
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Il ministro dell’Istruzione Valditara ha parlato chiaro: sarà reintrodotto, molto probabilmente, il Latino già a partire dalla seconda media per molteplici ragioni: “Apriamo le porte a un vasto patrimonio di civiltà e tradizioni, poi rafforziamo la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina, e poi c’è il tema, importantissimo, dell’eredità. […] Studiare il latino vuol dire andare alle radici della lingua italiana e del significato delle parole”.
Sarà, invece, eliminata la geostoria nelle superiori per ridare, a detta del ministro Valditara, maggiore centralità “alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi”, con focus sulla “storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente”.
E ancora, nella primaria “l’insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l’attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo”.
Un’importante novità riguarda l’insegnamento della musica, già a partire dalla scuola elementare, come ha sottolineato il ministro Valditara:
Avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale.
Per questo fra gli esperti che hanno lavorato in questi mesi ci sono storici come Ernesto Galli della Loggia, latinisti come Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, letterati come Claudio Giunta, musicisti celeberrimi come Uto Ughi e figure di spicco del mondo artistico.
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