La governance degli enti del Terzo settore è un aspetto fondamentale per garantire trasparenza ed efficienza nelle organizzazioni che operano a beneficio della collettività. Strutturare una governance efficace significa ottimizzare i processi decisionali e adempiere agli obblighi normativi, mantenendo sempre al centro i valori etici e sociali.
Ma quali sono le principali caratteristiche della governance per gli enti del Terzo settore, cui è necessario attenersi per operare in questo ambito?
Le migliori pratiche di governance per gli enti del Terzo settore
La governance rappresenta l’insieme delle regole, dei processi e delle strutture che regolano la gestione e il funzionamento degli enti del Terzo settore. Grazie ad essa si riescono a prendere decisioni strategiche e si monitorano le attività, garantendo all’ente di operare in conformità agli obiettivi riportati nello statuto. Una buona governance è indice di trasparenza e credibilità, sia nei confronti dei soci e beneficiari sia dei donatori e degli altri stakeholder. Inoltre, si tratta anche di un obbligo per gli enti iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).
Quali sono i principi fondamentali della governance nel Terzo settore?
La governance nel Terzo settore si basa su una serie di principi fondamentali che ogni ente dovrebbe rispettare:
- Partecipazione democratica. Tutti i membri dell’ente, in base al proprio ruolo e alle regole previste dallo statuto, devono avere il diritto di partecipare attivamente ai processi decisionali
- Trasparenza. È fondamentale comunicare in maniera chiara le decisioni prese, la gestione delle risorse economiche e i risultati raggiunti
- Responsabilità. Gli organi di governance devono agire nel migliore interesse dell’ente, rispettando i valori e gli scopi statutari
- Efficacia e efficienza. Le risorse disponibili devono essere utilizzate in modo ottimale, massimizzando l’impatto delle attività a favore della collettività
- Legalità. Ogni ente deve operare nel rispetto della normativa vigente, con particolare attenzione al Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017)
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Come gestire la governance negli enti del Terzo settore
Un sistema di governance efficace si costruisce definendo ruoli e responsabilità chiari e adottando strumenti che facilitino partecipazione e monitoraggio. Gli elementi essenziali sono:
- Organi di governo. Gli enti del Terzo settore devono prevedere, in base al proprio statuto, una serie di organi fondamentali per il funzionamento dell’organizzazione:
- Assemblea dei soci. Si tratta dell’organo sovrano che riunisce tutti i membri e che prende decisioni cruciali come l’approvazione del bilancio e l’elezione degli organi direttivi
- Consiglio direttivo o organo di amministrazione. È l’organo esecutivo responsabile della gestione operativa e strategica dell’ente
- Organo di controllo (non sempre previsto). Verifica se l’ente è regolare dal punto di vista amministrativo e contabile. È, invece, obbligatorio per gli enti con determinate dimensioni economiche
- Revisore legale o società di revisione (per grandi enti). Quando i bilanci superano una certa soglia è necessaria una revisione legale
- Ruoli e responsabilità. Gli organi di governance hanno un ruolo definito e devono sapere esattamente, ognuno, le proprie responsabilità:
- Presidente. Rappresenta legalmente l’ente e garantisce il rispetto delle decisioni prese dagli organi sociali
- Segretario. Si occupa della redazione dei verbali e della gestione della documentazione
- Tesoriere. Gestisce le risorse economiche
Stabilire i ruoli rientra nella definizione di un modello organizzativo chiaro. Tuttavia, gestire efficacemente la governance prevede il rispetto di altri passi importanti:
- Partecipazione attiva degli stakeholder. Gli enti devono promuovere la partecipazione dei soci, dei volontari e dei beneficiari. La gestione inclusiva e trasparente consente di rafforzare il senso di appartenenza e migliorare la qualità delle decisioni prese
- Adozione di strumenti digitali. La digitalizzazione può migliorare la gestione della governance, facilitando la convocazione e la gestione delle assemblee, la condivisione di documenti, il monitoraggio delle attività e dei risultati. Sono molti gli enti che si stanno dotando di software gestionali specifici per semplificare la burocrazia e migliorare la comunicazione interna
- Monitoraggio e valutazione. La governance deve essere sottoposta a una costante attività di monitoraggio e valutazione. È utile prevedere relazioni periodiche sugli obiettivi raggiunti e sulle risorse utilizzate, audit interni per verificare la conformità alle norme e questionari o altri strumenti per raccogliere feedback dai soci o dai beneficiari
- Formazione continua dei membri degli organi sociali, necessaria per garantire che le decisioni siano prese con competenza e consapevolezza. I membri degli organi di governance, come il consiglio direttivo o l’organo di controllo, devono essere formati su temi chiave come le normative del Terzo settore, la gestione economico-finanziaria, l’etica e la trasparenza
Norme di riferimento per la governance degli enti del Terzo settore
La gestione della governance negli enti del Terzo settore deve rispettare quanto previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017), che stabilisce le regole principali per l’organizzazione e il funzionamento degli ETS. Tra gli obblighi normativi più rilevanti troviamo:
- Iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), per beneficiare delle agevolazioni fiscali e del riconoscimento pubblico
- Adozione di uno statuto conforme al Codice del Terzo Settore, che preveda trasparenza e democraticità
- Bilancio sociale, obbligatorio per gli enti di dimensioni più grandi o per quelli che svolgono particolari attività di interesse pubblico
- Nomina dell’organo di controllo e, in alcuni casi, del revisore legale, per assicurare il monitoraggio delle attività contabili
Errori comuni nella gestione della governance
Una cattiva gestione della governance può compromettere l’efficienza dell’ente minandone la credibilità. Ecco alcuni errori comuni:
- Concentrazione delle decisioni in poche persone, che riduce la partecipazione e può portare a conflitti interni
- Mancanza di trasparenza. Non comunicare adeguatamente con i soci e gli stakeholder crea sfiducia
- Inadeguata pianificazione. La mancanza di obiettivi chiari e di un monitoraggio continuo rende l’azione dell’ente meno efficace
- Non conformità normativa. Non rispettare le regole previste dal Codice del Terzo Settore può portare a sanzioni o alla perdita di benefici fiscali
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