Il gioco, sebbene sia un momento ludico, offre ai bambini dei precisi insegnamenti, come ad esempio rispettare delle regole, ascoltare gli altri, aspettare il proprio turno mentre si è in squadra.
Non sempre, però, il divertimento è sinonimo di vittoria: i più piccoli, infatti, imparano fin dalla tenera età il valore e il peso della ‘sconfitta’. Molti genitori, per evitare che i propri figli piangano, li assecondano nel gioco e li lasciano (quasi) sempre vincere. Ma è davvero questo l’atteggiamento giusto da adottare in questi casi?
La sconfitta e il legame con l’età dei bambini
Shebna Osanmoh, infermiera psichiatrica, ha rivelato a “Parents” che è necessario adottare un approccio che tenga conto dell’età dei più piccoli: “Quando si gioca con un bambino di età compresa tra i 3 e i 5 anni è importante lasciarlo vincere ripetutamente, poiché le vittorie aumenteranno la sua sicurezza e fanno sì che mantenga alto l’interesse per il gioco”.
Secondo Shebna Osanmoh, inoltre, i bambini di età compresa tra i 6 e 9 anni hanno invece bisogno di un equilibrio tra vittorie e sconfitte, poiché, crescendo, devono imparare il significato di perdere. L’esperta suggerisce a proposito di ‘mettere alla prova’ i bimbi, ad esempio in una partita di basket in cui anche i genitori devono giocare con la mano non dominante.
Perché le sconfitte sono necessarie per i bambini?
Anche se la sconfitta può portare a tristezza, rabbia e profonda delusione, in realtà il bimbo impara una lezione importante, come evidenzia a “Parents” Shebna Osanmoh: “Quando si perde, i genitori possono dare l’esempio di una buona sportività e trasformare le sconfitte in opportunità di apprendimento spiegando cosa è andato storto”. L’insuccesso nel gioco insegna ai più piccoli a:
- non rimanerci male se qualcun altro vince
- non arrendersi mai e a riprovare a svolgere una determinata azione
- affinare la capacità di risolvere i problemi
- comprendere il valore della sportività
- raggiungere un medesimo obiettivo, perseguendo una strada diversa
Cosa devono imparare a fare i genitori
Quando i bambini perdono in un gioco la reazione più comune è il pianto. Quando ciò accade, però, l’infermiera psichiatrica Shebna Osanmoh svela ai genitori di prestare molta attenzione in quanto dietro a quel lungo capriccio potrebbe in realtà celarsi la stanchezza della giornata.
Inoltre, quando le acque saranno più calme, in un secondo momento, si potrà riflettere su cosa è accaduto durante il gioco e come si è giunti alla sconfitta e ragionare sulle strategie per i giochi da svolgere in futuro.
Lasciar vincere i bambini, quindi, è un meccanismo da mettere in atto per evitare che rimangano delusi da loro stessi, ma non è sempre la scelta migliore. Ecco a proposito i consigli della coach genitoriale MegAnne Ford ai genitori come riporta “Parents”:
I bambini imparano meglio da ciò che facciamo, non da ciò che diciamo.
Concentratevi sulle vostre azioni durante il gioco, date il buon esempio di sportività e date spazio a tutti i giocatori durante il gioco.
Cercate di pensare meno sul risultato e godetevi il gioco, in questo modo alleggerirete la pressione sui vostri figli, darete priorità al divertimento e al legame e sposterete l’attenzione sulle abilità che il game sviluppa.
5 altri consigli per non far scoraggiare i propri figli dopo una sconfitta nei giochi
Le esperte Osanmoh e Ford forniscono ulteriori 5 consigli ai genitori quando i propri figli perdono durante un gioco:
- riconoscere che la sconfitta capita a tutti
- a volte la vittoria non dipende solo dalle proprie abilità, ma può esser influenzata dalla fortuna e dalla casualità
- non bisogna mai scoraggiarsi
- non rinfacciare mai l’insuccesso ai propri figli, perché potrebbe ferire i loro sentimenti e ciò potrebbe impedire di provare a giocare nuovamente a quello stesso gioco in cui hanno perso
- lodare i propri piccoli per l’impegno, indipendentemente dal risultato
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