Endometriosi, lo studio rivoluzionario: nasce test del sangue per riconoscerla

Una ricerca australiana ha sviluppato un test del sangue in grado di rilevare l'endometriosi, con una precisione del 99,7%. Si tratta di una rivoluzione nel mondo della medicina.

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In Australia è stato sviluppato un test del sangue in grado di riconoscere se una donna è affetta da endometriosi, con una precisione del 99,7%. Si tratta di una rivoluzione nel campo della medicina, in quanto una donna, in media, deve aspettare circa 7 anni per ricevere la diagnosi definitiva. Grazie al test sperimentale, invece, si possono avere delle risposte in tempi più rapidi.

Un’altra grande novità che apporta questa metodologia riguarda i metodi di individuazione della malattia. Non sarà più necessaria la laparoscopia, tecnica estremamente invasiva per il corpo femminile, ma basterà effettuare semplicemente un’analisi del sangue. In Italia sono oltre 3 milioni le donne colpite da tale patologia, mentre nel mondo raggiungono la soglia dei 150 milioni. Con questo test, dunque, sarà possibile diagnosticare l’endometriosi in modo più veloce, preciso e discreto.

Lo studio australiano

PromarkerEndo, il test che identifica dieci specifici biomarcatori, presenti nel plasma sanguigno, è stato sviluppato dall’azienda biomedica Proteomics International, in collaborazione con il Dipartimento di ostetricia e ginecologia dell’Università di Melbourne e il Royal Women’s Hospital. Per ottenere tali risultati, i ricercatori hanno lavorato con le ultime tecnologie dell’analisi proteomica.

I risultati del test, che risulta avere un’attendibilità del 99,7%, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Human Reproduction. A essere protagoniste dello studio sono state quasi 500 donne, alle quali era già stata diagnosticata l’endometriosi tramite laparoscopia. PromarkerEndo ha rintracciato non solo casi gravi di endometriosi, ma anche stadi iniziali e moderati della malattia, con un’efficienza diagnostica superiore all’85%.

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PromarkerEndo in Europa

Se PromarkerEndo sarà confermato rappresenterà un vantaggio non solo per le donne, che avranno una diagnosi del proprio malessere in tempi ridotti, ma anche per tutto il sistema sanitario, il quale vedrà la diminuzione di risorse significative del settore. Quest’ultimo punto renderebbe la gestione della malattia più sostenibile. Il dottor Richard Lipscombe, direttore generale di Proteomics International, ha spiegato:

Oltre a ridurre i ritardi diagnostici, il test potrebbe diventare uno strumento chiave nel trattamento dell’infertilità, consentendo una diagnosi precoce per le donne a rischio.

L’integrazione del test del sangue PromarkerEndo nella pratica clinica potrebbe semplificare la diagnosi, migliorare i risultati per le pazienti e approfondire la comprensione dell’endometriosi.

Questo progresso segna un passo significativo verso un’assistenza personalizzata e non invasiva per una condizione che è stata a lungo trascurata dagli attuali approcci medici.

Nonostante tutto, è da sottolineare che PromarkerEndo si è concentrato solo su donne di etnia europea; quindi, il prossimo passo da compiere è allargare il campione di studio, per comprendere se i risultati sono validi su scala globale. Già a giugno 2025 il test potrebbe ottenere l’approvazione delle autorità australiane e diffondersi in tutto il mondo.

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Che cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una malattia infiammatoria, che si manifesta quando dei tessuti simili a quelli endometriali crescono in zone corporee non consentite, come le ovaie, le tube di Falloppio e, in generale, la cavità pelvica. Proprio per questo, durante le mestruazioni il tessuto coinvolto si ispessisce, si rompe e sanguina, causando la formazione di cisti che possono sfociare in problemi di fertilità.

Ci si accorge di questa patologia perché, dalla prima mestruazione fino alla menopausa, si provano forti dolori mestruali. Secondo il Ministero della Salute, in Italia sono almeno 3 milioni le donne alle quali è stata diagnosticata l’endometriosi, mentre a livello globale sono 150 milioni. Spesso, i risultati arrivano dopo periodi di tempo lunghi, che possono causare gravi ripercussioni psicologiche sulla donna.

La pesantezza psicologica deriva non solo dalla media dei 7 anni che si impiegano per avere una diagnosi definitiva, ma anche dalle tecniche adoperate per compiere gli esami specifici. La laparoscopia, infatti, è una tecnica chirurgica che prevede la necessità di praticare piccole incisioni a livello della cavità addominale o pelvica della paziente.

Le ripercussioni dell’endometriosi sull’infertilità

Circa il 50% delle donne affette da endometriosi ha ricevuto anche la diagnosi di infertilità, oppure ha avuto difficoltà a concepire. Tale patologia colpisce fino al 15% delle ragazze e delle donne in età riproduttiva, soprattutto tra i 25 e i 35 anni. Coloro che hanno altre donne in famiglia affette da endometriosi hanno un rischio di sviluppare la malattia sette volte superiore alla media. Rispetto a ciò, il dottor Lipscombe ha affermato:

Questa innovazione cerca di colmare l’esigenza critica di uno strumento diagnostico accurato e non invasivo, che potrebbe migliorare la vita delle pazienti e approfondire la comprensione scientifica della malattia.

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