Con l’arrivo del nuovo anno avere una Partita IVA implicherà il pagamento delle tasse pari al 5%. Ciò è dovuto all’istituzione del regime forfettario, introdotto appositamente per semplificare la gestione di questioni fiscali di professionisti e piccoli imprenditori.
In questo modo, infatti, le possibilità di accedere a tale opzione fiscale si innalzano. A ogni caso, per poter usufruire della Partita IVA forfettaria sarà necessario rispettare precisi requisiti normativi. Vediamo il tutto nel dettaglio.
Requisiti della Partita IVA forfettaria
Per poter aderire al regime forfettario del 2025 e, dunque, ottenere una Partita IVA con un’aliquota del 5%, bisogna rispettare i seguenti requisiti fiscali e limiti di reddito:
- ricavi o compensi non potranno superare gli 85 mila euro, soglia innalzata rispetto ai 65 mila degli anni precedenti. Tuttavia, se si rimane entro i 100 mila euro, l’uscita dal regime avverrà a partire dall’anno fiscale successivo. Nel caso in cui si superino i 100 mila euro, l’uscita sarà immediata
- chi nell’anno precedente ha avuto un reddito superiore a 35 mila euro, derivati da lavoro dipendente o assimilati, non potrà accedere al regime, salvo alcune eccezioni per cessazione del rapporto di lavoro. Anche in questo caso la soglia massima di reddito è stata innalzata rispetto agli anni precedenti, quando era fissata a 30 mila euro
- per poter rimanere all’interno del regime, le spese sostenute per lavoro dipendente o accessorio non dovranno superare i 20 mila euro. Sono escluse dal regime anche i contribuenti che partecipano in società di persone, associazioni o imprese familiari, oltre che chi utilizza regimi speciali ai fini IVA
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Come funziona la tassazione del 5%
Nel regime forfettario, la tassazione avviene mediante un’imposta sostitutiva che sostituisce l’IRPEF, addizionali regionali e comunali. L’aliquota sarà del 5% esclusivamente per determinate nuove attività, nei primi 5 anni, con l’obiettivo di sostenere l’avvio di queste nuove imprese. Ammonta al 15%, invece, per tutte le altre, in base al reddito imponibile determinato dal coefficiente di redditività.
Per poter ottenere l’aliquota del 5%, il contribuente dovrà rispettare tali requisiti, riportati nel comma 65 della Legge di Bilancio 2016 e successivamente confermati:
- assenza di attività precedente: nei 3 anni precedenti, non aver esercitato alcuna attività artistica, professionale o imprenditoriale, anche in forma associata o familiare
- esclusione di mera prosecuzione: non intraprendere un’attività che rappresenti la prosecuzione di un lavoro precedentemente svolto come dipendente o autonomo. Si fa eccezione nel caso del praticantato, necessario all’avviamento di determinate professioni
- limiti di ricavi e compensi dell’attività precedente: se si prosegue un’attività iniziata da un altro soggetto, i ricavi generati dal lavoro precedente devono essere inferiori ai limiti di accesso al regime forfettario
Questi criteri sono stati approfonditi in alcune circolari dell’Agenzia delle Entrate, come la Circolare n.10/E del 2016, la Circolare n.9 del 2019 e la Circolare n.32/E del 2023. Un ulteriore elemento da prendere in considerazione è che si potrà usufruire del beneficio del 5% solo se si adotta il regime forfettario fin dall’inizio dell’attività.
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Quali spese ricopre l’aliquota del 5%
Il regime forfettario è stato introdotto, in modo particolare, per agevolare la gestione fiscale di imprese nascenti. Coloro che intraprendono una nuova attività nel 2025, infatti, potranno usufruire dell’aliquota del 5%, per i successivi 5 anni. Così, verranno coperti i periodi di imposta dal 2025 al 2029.
Questo vuol dire che dal Modello Redditi 2026, cioè l’anno d’imposta 2025, al Modello Redditi 2030, anno d’imposta 2029, il contribuente pagherà l’imposta sostitutiva con l’aliquota agevolata del 5%. A partire dal Modello Redditi 2031, anno d’imposta 2023, invece, sarà applicata l’ordinaria aliquota del 15%.