Edoardo Bove: “Sono grato, senza il primo soccorso non sarei qui oggi”

Il prezioso intervento di Edoardo Bove al Festival di Sanremo 2025: "Sono stato fortunato. L'intervento del primo soccorso è fondamentale per le nostre vite".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Edoardo Bove, il centrocampista 22enne della Fiorentina, ha incantato l’Ariston e il pubblico a casa durante la finale del Festival di Sanremo 2025. Lo scorso 1 dicembre 2024 il giovanissimo ha avuto un arresto cardiaco pochi minuti dopo l’inizio del match contro l’Inter.

Trasportato d’urgenza all’Ospedale Careggi di Firenze, ha subìto un’operazione che prevedeva l’applicazione di un defibrillatore sottocutaneo e ieri all’Ariston ha raccontato la sua esperienza post-operazione, evidenziando l’importanza del primo soccorso.

Il racconto di Edoardo Bove

Il giovanissimo centrocampista attualmente non può giocare in Italia, in quanto vi sono regole molto ferree e a chi è stato sottoposto a un’operazione con impianto di defibrillatore sottocutaneo non è permesso tornare in campo. Ecco le parole di Edoardo Bove sul palco dell’Ariston:

Vivo alti e bassi, perché il calcio è la mia forma di espressione, senza non mi sento lo stesso.

Adesso mi sento Sono vuoto, incompleto.

È come se mi mancasse qualcosa, è come se a un cantante togliessero la voce o una persona perdesse il grande amore.

Ci vuole coraggio, e stasera voglio ringraziare tutti voi per l’affetto e dirvi che ho iniziato un percorso di analisi per vivere certe emozioni che ho provato, mi servirà per il futuro.

Edoardo Bove e l’importanza del primo soccorso

Colpisce l’eleganza, la classe e la sensibilità di Edoardo Bove, giovane 22enne romano che racconta la sua esperienza post-arresto cardiaco, ringraziando chi lo ha soccorso subito in campo, senza perdere minuti preziosi per la vita:

Mi ritengo realmente fortunato per come sono andate le cose, in 13 minuti ed ero in ospedale.

Quello che mi è successo è accaduto nel momento giusto e nel posto giusto, ma non per tutti è così, sono tante le testimoniante di chi ha perso i propri cari per episodi simili, perché non c’è stata prontezza nel soccorso.

Sono davvero grato.

È importante l’intervento di primo soccorso.

il motivo principale per cui sono qui oggi, il mio episodio mi ha fatto capire quanto la linea tra la vita e la morte sia sottile e quanto dipendiamo da chi ci è accanto.

Più informazione c’è sul primo soccorso, più siamo tutti al sicuro.

Il giovanissimo ha poi ringraziato tutti coloro che gli sono stati vicino in questo momento della vita molto difficile:

Voglio ringraziare tutti voi, è un affetto che mi è arrivato in modo particolare, al di là dei colori, delle bandiere, delle squadre.

Mi ha fatto capire la gravità della situazione, mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo guardando le reazioni di familiari, amici, persone estranee che erano contente di vedermi mi sono reso conto che avevano avuto paura di perdermi.

Dopo il suo intervento, Edoardo Bove ha regalato a Carlo Conti la maglietta della Fiorentina, la sua squadra del cuore, con il numero 4 ― ‘quattro come i miei Sanremo ha sottolineato il conduttore e direttore artistico ― e presenta Elodie, ricevendo un calorosissimo applauso dal pubblico.

Leggi anche: Chi è Edoardo Bove, il calciatore della Fiorentina?

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