martedì, 25 Febbraio 2025
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Papa Francesco come Ratzinger? Le differenze se Bergoglio si dimettesse

Papa Francesco potrebbe dimettersi a causa delle condizioni di salute precarie. In questo modo, Bergoglio seguirebbe le stesse orme di Benedetto XVI. Quali sarebbero le differenze tra i due?

Se Papa Francesco dovesse dimettersi, ipotesi circolata nelle ultime ore, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, compirebbe la stessa scelta di Benedetto XVI, nel 2013. La rinuncia al Pontificato, infatti, è un evento raro ma rientra nelle norme del diritto canonico.

Le condizioni e le implicazioni della scelta effettuata da Bergoglio e da Ratzinger, però, sarebbero le stesse? Quali sarebbero le differenze nella gestione del ritiro, confrontando le due scelte? Vediamole insieme.

Le dimissioni di Benedetto XVI

Benedetto XVI si è dimesso nel 2013, otto anni dopo l’elezione, a causa delle sue condizioni di salute. È stato il primo Pontefice ad abbandonare volontariamente l’incarico dopo 600 anni dall’ultimo, Giovanni XVIII. Ecco il discorso in cui Ratzinger ha annunciato le dimissioni, l’11 febbraio 2013:

Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.

Ben consapevole della gravità di questo mio atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, successore di San Pietro, a me affidato per mano dei cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20.00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.

Da questo momento in poi, Benedetto XVI ha assunto la nomina di “Papa emerito” e si è ritirato dalla vita pubblica, nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. La decisione è stata presa per non interferire con l’operato del successore. Ratzinger è rimasto nell’edificio fino alla sua morte, nel 2022.

Leggi anche: Il Giubileo quando il Papa non sta bene, le possibili dimissioni, le ipotesi

Le differenze con Benedetto XVI

Se Papa Francesco dovesse dimettersi, ci sarebbero delle differenze nella gestione nella vita dopo il ritiro, rispetto alle decisioni prese da Benedetto XVI. In primo luogo, Bergoglio non vorrebbe farsi chiamare “Papa emerito”, bensì “Vescovo di Roma emerito”. Inoltre, il Pontefice non indosserebbe più la talare bianca e non vivrebbe in Vaticano, ma probabilmente a San Giovanni in Laterano, dove si dedicherebbe alla confessione dei fedeli e all’assistenza delle persone malate.

Al contrario, Ratzinger aveva continuato a presentarsi vestito di bianco, seppure senza il mantello e l’anello del pescatore, simboli del Pontefice. Papa Francesco, invece, punterebbe a tornare alla sua precedente vita da gesuita, mentalità che lo ha aiutato anche ad affrontare la questione delle dimissioni. Nel 2022, di ritorno da un viaggio dal Canada, Bergoglio aveva affermato: “Se il Signore ti dice: vai avanti, vai avanti; se ti dice: vai all’angolo, te ne vai all’angolo. Il Signore può dire: dimettiti. È il Signore che comanda“.

Leggi anche: Papa Francesco si dimetterà? Tutte le ipotesi in Vaticano

La procedura della rinuncia papale

Le dimissioni papali sono consentite dal Canone 332 comma 2 del Codice di Diritto Canonico. La decisione viene presa liberamente dal Pontefice, senza la necessità che sia accettata da alcun organo ecclesiastico. La rinuncia diventa effettiva nel momento in cui il Santo Padre lo stabilisce. Papa Francesco, per esempio, ha già firmato nel 2013 una lettera in via precauzionale, nel caso in cui avesse presentato delle condizioni di salute invalidanti per il proprio Pontificato. La sottoscrizione del documento è stata resa nota dallo stesso Bergoglio, durante un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo ABC.

Se Papa Francesco dovesse dimettersi, la Chiesa vivrebbe una fase di Sede Vacante, durante la quale il potere momentaneo è nelle mani del Collegio Cardinale, seppure esso non possa prendere decisioni a lungo termine. Il decano del Collegio, dunque, convoca il conclave per eleggere il successore del Pontefice. I cardinali elettori si riuniscono nella Cappella Sistina e votano segretamente il proprio nome preferito per succedere al Papa. Quest’ultimo verrà eletto con una maggioranza di almeno due terzi su tutti i voti. Infine, il prescelto accetterà il mandato, sceglierà il proprio nome e si presenterà ai fedeli in Piazza San Pietro.

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