Silvio Binca: “The handYcapped normalizza la disabilità”

Oggi presentiamo la storia di Silvio Binca e di "The handYcapped", l'associazione di cui è fondatore, incentrata sulla sensibilizzazione della disabilità, attraverso progetti innovativi e ambiziosi.

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La disabilità non è da considerarsi come un limite per la propria vita, ma è possibile reagire a una determinata condizione, portando avanti una campagna di sensibilizzazione e offrendo sostegno a chi vive una situazione come la propria. A tal proposito, la redazione de ildigitale.it ha intervistato Silvio Binca, venticinquenne affetto da desminopatia e fondatore di The handYcapped.

L’associazione è nata da una domanda che Silvio si è posto: “Cosa posso fare per migliorare la mia vita e quella di chi vive situazioni simili?“. La risposta è stata la fondazione di The handYcapped e la realizzazione di ambiziosi progetti, come libri da colorare per bambini o uno shop online, sempre con il fine di sensibilizzare sul tema della disabilità, promuovere l’inclusione e raccogliere fondi per la ricerca sulla desminopatia e sulle malattie neuromuscolari.

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Intervista a Silvio Binca, CEO di The handYcapped

La redazione de ildigitale.it ha intervistato Silvio Binca, venticinquenne affetto da desminopatia, una malattia genetica rara che compromette la funzione muscolare del corpo. I soggetti colpiti da tale patologia riportano debolezza nei muscoli scheletrici e sono costretti alla sedia a rotelle, oltre che presentano difficoltà nel respirare e nel mangiare.

Nel 2013, Silvio è stato sottoposto a un trapianto di cuore, che lui stesso definisce “un dono“, seppure la malattia sia progredita e non presenti cure disponibili. Oggi Binca vive con un respiratore 24 ore su 24 e si alimenta attraverso un tubo nello stomaco ma, nonostante ciò, continua a guardare avanti e a fare della propria condizione un punto di riferimento per altre persone con disabilità. È proprio da questo modo di pensare che è nata la sua associazione The handYcapped. Ecco quello che ci ha raccontato a riguardo.

Sei il fondatore di The handYcapped. Come nasce la tua fondazione?

The handYcapped nasce dalla mia esperienza personale e dalla voglia di cambiare la percezione della disabilità nella società. Ho una malattia rara che mi ha costretto a vivere con grandi limitazioni fisiche, ma questo non mi ha mai impedito di avere sogni e progetti.

Volevo un mondo in cui la disabilità non fosse vista come un limite, ma come una condizione da normalizzare e includere in tutti gli aspetti della vita. Così ho fondato The handYcapped, per creare contenuti educativi, culturali e innovativi che potessero sensibilizzare e portare un impatto reale. E soprattutto raccogliere fondi per la ricerca medica.

Qual è il supporto di The handYcapped alle persone con disabilità?

Non ci occupiamo di assistenza diretta, ma di sensibilizzazione e inclusione. Il nostro obiettivo è far sì che le persone con disabilità vengano rappresentate nella cultura, nell’intrattenimento e nell’educazione.

Cambiare la mentalità delle persone è il primo passo per abbattere le barriere. Attraverso i nostri progetti, vogliamo offrire un punto di vista nuovo, in cui la disabilità non sia più vista come una condizione da compatire, ma come una realtà normale, con gli stessi diritti e opportunità di tutti.

Con la tua associazione sono stati realizzati numerosi progetti, come un libro da colorare per bambini. Che riscontri hai avuto?

Il nostro The handYcapped Colourbook, un libro da colorare inclusivo, ha ricevuto un riscontro straordinario. Tutti i personaggi sono in sedia a rotelle, con l’obiettivo di far crescere i bambini con una visione della diversità più naturale e inclusiva. Molti genitori ed educatori ci hanno scritto per ringraziarci, raccontandoci che finalmente anche i bambini con disabilità si sentono rappresentati.

Abbiamo ricevuto un ottimo feedback anche da insegnanti e scuole, che vedono in questo libro un’opportunità concreta per educare all’inclusione sin dall’infanzia. Al momento, siamo in contatto con diverse scuole della nostra provincia per donare alcune copie del libro e diffondere ancora di più il nostro messaggio.

Vorresti realizzare un videogioco con protagoniste persone su sedia a rotelle. Sarebbe il primo al mondo e rappresenterebbe un esempio di inclusione a tutto tondo. Ti va di raccontarci l’idea?

Esatto! Stiamo lavorando al primo videogioco al mondo con protagonisti in sedia a rotelle. Sarà un arcade dinamico ispirato a giochi come Subway Surfers e Mario Kart, ma con personaggi che si muovono su carrozzine super accessoriate.

L’idea è offrire un gioco divertente e frenetico, che però abbia un messaggio profondo: la disabilità non significa non poter vivere esperienze emozionanti. Voglio che i giocatori, disabili e non, vedano la sedia a rotelle come un mezzo, non come un ostacolo.

Stiamo raccogliendo fondi per realizzarlo, perché crediamo che possa cambiare il mondo del gaming e dell’intrattenimento, rendendolo più inclusivo e rappresentativo.

Quanto c’è ancora da fare per sdoganare il tabù della disabilità nella vita di tutti i giorni?

C’è ancora tantissimo da fare. Oggi la disabilità viene spesso invisibilizzata o raccontata solo in termini di sofferenza e difficoltà. Serve un cambiamento culturale profondo, dove la disabilità sia vista con normalità e non come un’eccezione.

Credi che le iniziative di The handYcapped possano fare qualcosa a riguardo?

Noi di The handYcapped vogliamo contribuire a questo cambiamento, portando la disabilità nei libri, nei videogiochi, nella comunicazione. Perché la vera inclusione si fa mostrando e raccontando le persone con disabilità in tutti i contesti, senza pietismo, ma con autenticità e rispetto.

Qual è l’obiettivo tuo e dell’associazione per il futuro?

Abbiamo tanti progetti in cantiere! Oltre al videogioco, stiamo lavorando a nuovi libri educativi, tra cui uno con protagonista un astronauta in sedia a rotelle che esplora il sistema solare. Stiamo anche sviluppando il nuovo sito dell’associazione, dove sarà disponibile il nostro merchandising solidale. Ci stiamo preparando per partecipare anche a diversi eventi dal vivo.

L’obiettivo a lungo termine è creare un ecosistema sostenibile che possa generare fondi per i nostri progetti e finanziare la ricerca medica sulla desminopatia, la malattia rara con cui convivo. Vogliamo dimostrare che l’inclusione è un valore per tutti, non solo per chi ha una disabilità.

Ringraziamo Silvio Binca per la sua disponibilità e per l’estremo impegno che, attraverso “The handYcapped”, mette nella campagna di sensibilizzazione e normalizzazione della disabilità.

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